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Senigallia e Lutago: tragedie della strada causate dall’alcol

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Senigallia e Lutago: tragedie della strada causate dall’alcol
Candles and notes are pictured at a makeshift memorial on Via Aurina in Lutago (Luttach), South Tyrol, on January 6, 2020 at the location where a drunk driver ploughed into pedestrians on January 5, killing six German tourists and injuring 11 other people. - A drunk driver ploughed into pedestrians in an Italian Alpine village on Sunday, killing six German tourists and injuring 11 other people, authorities said. The accident happened at around 1:15 am (0015 GMT) in the village of Lutago near the Austrian border in an area popular with skiers. (Photo by PIERRE TEYSSOT / AFP) (Photo by PIERRE TEYSSOT/AFP via Getty Images)
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Due donne uccise nell’Anconetano da un automobilista ubriaco. Si aggiungono alle vittime della Valle Aurina, il cui bilancio è salito a sette.

Tragedia della strada a Senigallia (Ancona). Due donne sono state investite e uccise nella notte sulla strada provinciale Arceviese. Le vittime sono Sonia Farris, 34 anni, parrucchiera, ed Elisa Rondina, 43 anni, insegnante. Le due amiche avevano deciso di passare la notte dell’Epifania in discoteca. Poco dopo le 4 del mattino, all’uscita dal locale, la tragedia. Una Fiat Punto, condotta dal senigalliese Massimo Renelli, 47 anni, autotrasportatore, le travolge mentre percorrono la strada per raggiungere il parcheggio.

Un tonfo terribile: i due corpi sono stati sbalzati nel campo, a lato della strada. L’uomo racconterà di non essersi accorto della presenza delle due donne. Anche lui reduce dalla nottata nello stesso locale, si è fermato ad alcune decine di metri dall’impatto, poi è tornato sui suoi passi, dopo essersi reso conto di quanto era successo. Ha allertato i soccorsi, sostenendo di avere urtato qualcosa, senza però rendersi esattamente conto di avere investito due persone. All’arrivo degli agenti è stato sottoposto ad alcol test, risultando positivo, con un tasso quasi quattro volte superiore al limite consentito dalla legge.

Esattamente come il guidatore che ha investito e ucciso sabato notte, in Valle Aurina, di cui ieri si è aggravato il bilancio, salito a sette vittime. J.S.H., 21 anni, è deceduta alla Clinica universitaria di Innsbruck, investita da un’auto a Lutago (Bolzano). La ragazza era stata portata di notte, in gravissime condizioni, con l’elisoccorso Aiut Alpin in Austria. Ieri è deceduta per le ferite riportate nell’incidente.

«Vorrei esserci io al posto di quei ragazzi», ha detto Stefan Lechner, l’automobilista 27enne che ha provocato sabato sera l’incidente. Il giovane ha anche raccontato di non essersi allontanato dal luogo dell’incidente. «È sceso dalla macchina e ha tentato di rianimare uno dei ragazzi e quando sono arrivati i carabinieri e andato da loro dicendo: “Sono stato io”», ha riferito ieri il suo legale.

Profondamente colpito dalla tragedia di Valle Aurina, il vescovo diocesano Ivo Muser: «Davanti a una simile tragedia, prima della doverosa riflessione sul piano educativo e della sicurezza stradale, adesso è il momento del cordoglio e della solidarietà. Ci stringiamo alle famiglie e agli amici delle giovani vittime e alle persone rimaste ferite. Esprimiamo a tutti loro la nostra cristiana vicinanza nella preghiera e il nostro sostegno».

Anche a Senigallia è dolore. La tragedia ha suscitato enorme emozione. «Un dolore immane – afferma Massimo Seri, sindaco di Fano, dove Sonia lavorava come parrucchiera –. Siamo in lutto, ancora una volta costretti a fare i conti con vittime della strada, e ancora una volta a causa dell’alcol».

«Siamo tutti sotto choc», aggiunge il sindaco di Colli del Metauro, Stefano Aguzzi, che sta valutando l’ipotesi di proclamare il lutto cittadino. «Siamo addolorati», ha dichiarato il Vescovo di Senigallia, Franco Manenti, precisando che da tempo la comunità si interroga su questi problemi, che non riguardano solo le famiglie colpite, ma un intero sistema sociale. «Non basta riflettere – ha sottolineato –. Occorre seguire soprattutto stili di vita che ci aiutino a recuperare una dimensione di relazione e aiuto con il nostro prossimo, e una responsabilità più grande nei confronti degli altri».

Redazione Nurse Times

Fonte: Avvenire

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