Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa con cui Opi Matera replica alla nota diffusa dal sindacato per esprimere solidarietà al proprio segretario provinciale, Giovanni Sciannarella.
Ci risiamo con le solite, monotone, insipide e fuorvianti espressioni di solidarietà della segreteria provinciale di Fials Matera al suo segretario attraverso la manipolazione, a piacimento, di fatti, con inconferenti valutazioni e con il chiaro, malcelato intento di diffamare, e non di informare.
Si tratta di squallidi tentativi di creare una propria visibilità, rappresentando i fatti stessi con affermazioni di comodo e infondate, in quanto non veritiere, che hanno solo lo scopo di screditare l’Opi – Ordine delle professioni infermieristiche – di Matera e i suoi attuali organi direttivi.
L’Opi Matera si era già così espresso a proposito di precedenti scritti pubblicati dalla segreteria Fials di Matera, ove pure dalla stessa veniva invocato un modo di fare e di comunicare civile, dignitoso, corretto e non tristemente volgare nei toni e nei contenuti.
Le litanie, qui intese come monotona e fastidiosa filastrocca, lamentela insistente; talvolta, per antifrasi, seguito di espressioni volgari e irriverenti; e la mania, mai sopita di autocommiserarsi, non rendono un buon servizio né al segretario Giovanni Sciannarella né alla Fials, che dice di rappresentare, perché non convincono nessuno che avrebbe sì potuto rendere un buon servizio all’organizzazione in parola se solo si fosse rifiutato di partecipare a una crociata dai contorni molto labili e poco limpidi: avrebbe potuto essere l’occasione per riflettere, volgendosi a esempi edificanti e non alla banda dei soliti ignoti.
Ma, come si dice, al peggio non c’è limite. Ora, quasi per nemesi storica, l’alfiere Giovanni Sciannarella, si offre come martire dell’assoluta libertà di parola, e gli addetti alla solidarietà furba e a buon mercato subito si prostrano per difenderlo. Per fortuna c’è l’equivoco – leggete bene: l’equivoco -, perché il comune, ma attento, cittadino resta sconcertato e si chiede cosa c’entri il concetto di libera espressione delle proprie opinioni con l’offesa gratuita, il dileggio continuo compiuto con un mezzo così potente qual è quello della stampa.
L’opinione, espressa col dovuto rispetto, è tutt’altro e non sfiora nemmeno la celebrazione secondo i canoni normativi dell’assemblea annuale degli iscritti all’Opi di Matera! E’ verità assoluta che esiste, e deve esistere – è anche vero – un responsabile per gli articoli pubblicati da una testata giornalistica, soprattutto se si consente a un anonimo di scrivere tutto quello che gli sfreccia nella mente. Il deformare una notizia si può configurare come un comportamento da tutelare in nome della civiltà costituzionale? Neanche per sogno.
Le parole sono pietre e possono fare molto male. Lo capirebbe anche un bambino. Con le parole sono stati distrutti Paesi e civiltà (basti pensare alla retorica con cui i dittatori infiammano le masse). Quindi vanno usate con cautela. Ogni notizia va verificata e ogni termine va soppesato. Ne va della dignità di tutti e, soprattutto, di una professione, quella infermieristica, che richiede e vuole un’informazione seria, ponderata e attendibile.
Ma chi volete che creda all’ossimoro che il provvedimento disciplinare de quo sia stato inflitto al segretario Fials di Matera? Il destinatario della sanzione disciplinare è il dr. Giovanni Sciannarella, infermiere iscritto all’albo dell’Opi di Matera! Questa è l’unica precisazione che vale la pena evidenziare, a fronte di tante altre inesattezze.
Ci siamo convinti che non ne vale la pena. Eppure, in una precedente occasione avevamo finanche scomodato il catechismo della Chiesa cattolica nella parte in cui contempla, tra i suoi insegnamenti, la pratica delle opere di misericordia spirituali, uno strumento di aiuto al prossimo in funzione della facoltà che si rivela debole o manchevole.
Abbiamo riferito che “coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre” (Dn 12, 3). E ancora che la vita dell’uomo era (è) “una continua ricerca non dell’utile ma della verità”. Avevamo ricordato che la conoscenza non è semplicemente un fatto intellettuale, ma ha un valore etico fondamentale.
Parole buttate al vento! Non si è compreso che il nocciolo della questione, sempre dal punto di vista del semplice cittadino, non è la libertà di opinione, ma il principio della responsabilità che non avvilisca le coscienze. Ma non importa. Se si vuole percorrere la strada della serietà e del rispetto, si deve iniziare a imparare, appena possibile, cosa significhi responsabilità.
Chi, invece, si avvolge con i panni del martire e impreca a destra e a manca, si trasforma in una maschera, incolpevole di tutto, vittima di congiure e storture di cui si avvede solo quando si dichiara, da solo, direttamente colpito, pronto a puntare il dito per scansare ogni responsabilità. Come un bambino. E rimane il cumulo di bugie e falsità portate a conoscenza di una moltitudine di soggetti! Sapremo far valere la verità.
Redazione Nurse Times
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