La Cassa Previdenziale ENPAPI è sempre più vicina agli Infermieri Liberi Professionisti.
Lo spiega in una intervista rilasciata al nostro quotidiano il presidente dell’Ente, Mario Schiavon. Il nostro illustra nei dettagli l’azione dell’istituzione da lui capitanata a favore di chi è in difficoltà. In un momento così difficile per i possessori di P.IVA è essenziali poter avere l’appoggio economico e logistico da parte di una struttura pubblica così importante.
Schiavon è un Infermiere Libero Professionista che da oltre 13 anni è presidente dell’ENPAPI e che da quasi tre lustri si sta battendo in prima linea per lo sviluppo della professione nell’ambito libero professionale.
“L’ENPAPI, Ente che ho l’onore di presiedere dal 2003, è stato istituito per assicurare la tutela previdenziale obbligatoria in favore degli infermieri professionali, assistenti sanitari, vigilatrici d’infanzia, che esercitano l’attività in forma libero professionale attraverso una Gestione Principale e in favore degli Infermieri che svolgono l’attività libero professionale mediante contratti di collaborazione anche non abituale attraverso una Gestione Separata – spiega Schiavon – l’Ente eroga sia prestazioni pensionistiche di vecchiaia, invalidità, inabilità, superstiti (di reversibilità ed indirette) ed indennità di maternità, ai sensi del Decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, sia prestazioni assistenziali a beneficio dei propri assicurati connesse, ad esempio, alla presenza di uno stato di bisogno, di uno stato di malattia ovvero a titolo di contributo per spese funebri”.
Ma quanti iscritti ha l’ENPAPI?
Gli Infermieri iscritti alla Cassa Previdenziale ENPAPI sono circa 70.000. Il loro numero è in costante e continuo aumento.
Lo sfruttamento degli Infermieri Liberi Professionisti da parte di aziende scorrette
La situazione di “degrado” professionale e lo sfruttamento della libera professione è sotto gli occhi di tutti.
L’ENPAPI, assieme alla Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI e alla presidente Barbara Mangiacavalli, da tempo si sta occupando a livello nazionale di segnalare anomalie contrattuali.
Ma non basta. Serve che gli Infermieri Liberi Professionisti sottoposti ad episodi di sfruttamento o di minimo salario a denunciare i datari di lavoro scorretti.
“In questo particolare momento storico, l’Ente si trova a dover gestire situazioni critiche e di particolare disagio economico per molti iscritti – aggiunge Schiavon -; a tal riguardo, l’ENPAPI in collaborazione con la Federazione IPASVI ha commissionato al CENSIS un’indagine sull’attività infermieristica al fine di evidenziarne le criticità e le relative soluzioni da porre in essere.
È emerso dalla ricerca, da un lato, una forte crescita del sommerso nei mercati dei servizi, in particolare in quelli del welfare, in cui l’acquisto di servizi e prestazioni sanitarie ha subito pesanti tagli all’offerta pubblica e la volontà da parte della società di contenere sempre più i costi del lavoro e dei servizi, dall’altro, una sempre maggior presenza nell’ambito della libera professione infermieristica di intermediari tra il professionista e il cittadino, che sfruttano sia la non conoscenza da parte dei giovani del mondo del lavoro sia la difficoltà di accesso al mondo del lavoro.
Ritengo, tra l’altro, che la figura di un intermediario tra il professionista e il cittadino sia in contrasto con la modalità di esercizio libero professionale, basata proprio su un principio di autonomia gestionale della propria attività”.
L’allora governo di Matteo Renzi ha emanato allo scopo il Decreto n. 165/16 (19 luglio 2016) sottolineando l’importanza di tutelare il costo delle prestazioni.
La normativa detta le disposizioni per quantificare i compensi da corrispondere alle categorie professionali sanitarie, tra cui gli infermieri, nel caso di liquidazione da parte dell’Organo giurisdizionale. In altre parole Renzi ha creato un vero e proprio “tariffario” per gli Infermieri che lavorano in regime di libera professione.
“L’Ente che rappresento, nell’ambito della sua funzione di tutela della previdenza obbligatoria, ha istituito l’Ufficio Ispettivo – aggiunge il presidente dell’ENPAPI –; esso è ha lo scopo di vigilare sul rispetto degli obblighi previdenziali e contributivi posti in capo alle aziende committenti, al fine di accertare e sanzionare le condotte evasive della normativa previdenziale che sottraggono le posizioni lavorative dei professionisti infermieri alla tutela previdenziale obbligatoria della Gestione Separata ENPAPI; inoltre ha il compito di intraprendere attività volte a garantire il corretto assolvimento degli obblighi previdenziali ed a scoraggiare comportamenti di evasione contributiva.
Il principale obiettivo è, quindi, quello di individuare e far emergere la fascia di evasione che in questo momento, purtroppo, caratterizza la professione infermieristica”.
Troppa evasione fiscale nel campo infermieristico?
Schiavon parla di “una evasione che danneggia l’Ente, ma che soprattutto danneggia le migliaia di iscritti che correttamente dichiarano i propri redditi e versano regolarmente i contributi previdenziali”.
L’Ente è da sempre attento alle esigenze dei propri iscritti e si pone come obiettivo principale, oltre a quello di garantire un’adeguata prestazione pensionistica, quello di affiancare il professionista lungo tutta la carriera lavorativa.
“All’uopo il Consiglio di Amministrazione delibera di anno in anno delle misure in favore degli assicurati – conclude Schiavon – che si trovino in condizioni disagiate, quali agevolazioni contributive, dalla sospensione dei versamenti per un determinato periodo alla semplificazione delle procedure di accesso alla rateizzazione, e interventi assistenziali, dall’indennità di malattia allo stato di bisogno, dai trattamenti economici speciali ai sussidi per iscritti con familiari a carico portatori di handicap ai sussidi in caso di calamità naturali.
Quest’ultimo intervento è stato particolarmente significativo visti i recenti eventi sismici che hanno colpito il Centro Italia.
Nel corso dell’anno 2016, l’Ente ha erogato indennità di maternità e interventi assistenziali in favore degli iscritti per oltre 4 milioni di euro.”
Andrea Delle Foglie
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