Il procedimento riguardava gravi maltrattamenti ai pazienti. Otto anni e sei mesi di carcere per il neurologo Giuseppe Dore, principale imputato.
E’ arrivata una condanna a otto anni e sei mesi di carcere, oltre all’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici e per tre anni e sei mesi dalla professione medica per Giuseppe Dore, neurologo di Ittiri (Sassari), che risultava principale imputato nel processo ribattezzato “Caso Alzheimer”.
La scoperta dei maltrattamenti sui malati di Alzheimer avvenne nel 2012, quando i carabinieri del comando provinciale di Sassari, a seguito di diverse segnalazioni, piazzarono alcune telecamere nascoste nella clinica di Ittiri che ospita questo tipo di pazienti, scoprendo abusi e violenze continue. Secondo l’accusa, i pazienti erano vessati, presi a schiaffi e pugni, sottoposti a punizioni umilianti, mentre i parenti pagavano per un trattamento pseudoscientifico di cui Dore era l’ideatore, la cosiddetta terapia della neuro-psiconalisi, che però avrebbe aggravato le condizioni di alcuni pazienti.
Il processo vedeva alla sbarra altre venti persone, accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, abuso d’ufficio, maltrattamenti, lesioni, sequestro di persona e omicidio colposo. Condanna a nove anni per Marinella D’Onofrio, anche lei neurologa e interdetta dalla professione medica per la durata della pena. Condannato inoltre a quattro anni Antonello Peru, consigliere regionale di Cambiamo, con interdizione dai pubblici uffici. Quattro anni anche per Massimo Lai. Tre anni e sei mesi (altrettanti di interdizione dalla professione), invece, per il fisiatra Mario Piredda, finito sotto inchiesta e condannato per maltrattamenti in seguito al suicidio di Luca Scognamiglio, giovane studente e poeta algherese.
Condannati anche il braccio destro di Dore, Salvatore Fadda (quattro anni e tre mesi), Gianfranco Dettori (due anni), Maria Giuseppa Irde (quattro anni e tre mesi), Stefania Serra (tre anni e otto mesi), Elena Cossu (tre anni e otto mesi). Tutti dovranno pagare anche le spese legali, mentre è rinviata a un procedimento civile la quantificazione del danno da risarcire alle vittime.
Assolti, oltre ai vertici Asl dell’epoca, Marcello Giannico e Nicolò Licheri, anche i familiari dei malati vittime della cura di Dore. Il consigliere regionale Antonello Peru è entrato nel processo perché accusato di aver favorito l’assegnazione di un’ala dell’ospedale di Ittiri al gruppo di Dore. Essendo stato assolto dall’accusa di abuso d’ufficio, ma condannato per associazione a delinquere finalizzata a utilizzare la terapia di Dore, potrebbe scattare la sua sospensione dalla carica di consigliere regionale. Secondo il suo difensore, tuttavia, Peru non corre questo rischio perchè l’associazione contestata è “semplicè e non rientrebbe nei reati per i quali la legge prevede la sospensione in caso di condanna”.
Redazione Nurse Times
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