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Santorso (Vicenza), morì per intossicazione in ospedale: condannati due infermieri e una oss

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Santorso (Vicenza), morì per intossicazione in ospedale: condannati due infermieri e una oss
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I fatti risalgono al marzo del 2017, quando il 63enne Eugenio Carpenedo, ricoverato nel reparto di Psichiatria dell’ospedale di Santorso, morì per intossicazione da monossido di carbonio dopo che la sigaretta da lui accesa aveva dato fuoco alle lenzuola del letto. I tre imputati sono stati condannati per omicidio colposo, in solido con l’Ulss 7 Pedemontana. Assolti per non aver commesso il fatto, invece, due dirigenti.

Un anno e quattro mesi di reclusione per omicidio colposo agli infermieri Luciano Tizian, 56enne di Thiene, e Maria Francesca Agnellini, 56enne di Piovene, ma anche all’operatrice socio-sanitaria Lorena Villanova, 62enne di Schio. Questa la condanna inflitta loro, in solido con l’Ulss 7 Pedemontana, nel processo riguardante il decesso del 63enne Eugenio Carpanedo, avvenuto oltre sei anni fa all’ospedale di Santorso (Vicenza) e dovuto a intossicazione da monossido di carbonio.

I tre dovranno anche risarcire con 224mila euro la zia e la cugina della vittima, Gelinda e Brunella Baù, costituitesi parti civili, oltre a pagare le spese legali. Assolti per non avere commesso il fatto, invece, gli imputati “eccellenti”: Giorgio Roberti, 67enne di Carbonera, all’epoca dei fatti direttore generale dell’Ulss 7, ed Edoardo Vanzetto, 70enne di Carmignano di Brenta, già dirigente medico e coordinatore a Santorso. Al momento il tribunale non si è espresso sulla richiesta di risarcimento della onlus “Cittadinanza e salute”.

I fatti risalgono alla notte del 24 marzo 2017. Carpanedo era ricoverato da qualche tempo nel reparto di Psichiatria. Secondo la ricostruzione svolta dal pm che ha coordinato le indagini di carabinieri e vigili del fuoco, l’uomo, che aveva manifestato “uno stato di agitazione psicomotoria”, si era acceso una sigaretta nella camera dove alloggiava da solo, nonostante il divieto di fumare. Poi si era assopito e il mozzicone aveva dato fuoco alle lenzuola, provocando un denso fumo. I sanitari se ne accorsero qualche minuto dopo, ma ormai era tardi.

Il letto era in una posizione non coperta dalle telecamere e l’accendino usato per accendere la sigaretta non è mai stato trovato. La Procura contestò agli imputati di aver violato una serie di misure di sicurezza e di non aver seguito adeguatamente il paziente. In particolare, sebbene questi fosse agitato, Tizian (che era anche coordinatore del servizio antincendio del reparto), Agnellini e Villanova non avevano informato il medico, nè controllato l’interno della stanza. Inoltre non si erano accorti che la spia esterna era accesa.

Sempre secondo il pm, Vanzetto e Roberti non avrebbero invece verificato la corretta gestione delle emergenze. Una tesi, questa, smentita dalle difese, che hanno convinto il giudice a scagionare i due dirigenti, ritenendo responsabili della morte di Carpanedo soltanto i due infermieri e l’operatrice socio-sanitaria.

Redazione Nurse Times

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