70 tra Medici, infermieri e dipendenti amministrativi timbravano il cartellino e poi lasciavano il posto di lavoro
Il cappuccino e cornetto la mattina. Pausa caffè a mezzogiorno. Poi la merenda il pomeriggio. Immancabile la spesa al supermercato o riaccompagnare i figli a casa terminata la scuola. Così settanta tra infermieri, personale amministrativo e pure medici dell’Ifo, l’istituto dei tumori ospedale Regina Elena, a Mostacciano, hanno occupato ampi spazi della loro giornata lavorativa, privilegiando la vita privata anziché dedicarsi alle mansioni previste dal contratto di lavoro. Ore rubate alla loro occupazione retribuita dalla Regione per cui adesso sono indagati con l’accusa di truffa ai danni dello Stato dal pm Antonio Clemente. Contestazione per cui si rischia come sanzione disciplinare fino al licenziamento.
In questi giorni gli accusati stanno ricevendo l’invito a comparire, atto che prelude la chiusura indagine. La fuga dal lavoro abbraccia un periodo tra il 2018 e il 2020. La pratica rappresenta ancora adesso una delle disfunzionalità più radicate all’interno della pubblica amministrazione. Le indagini sono partite dalla segnalazione del personale interno infastidito dalle lunghe e ripetute assenze dall’ufficio di alcuni dipendenti. A quel punto è stata controllata la corrispondenza tra presenza sul posto di lavoro e uso del badge, scoprendo quanto sia diffuso tra gli impiegati dell’Ifo l’allontanamento dall’Istituto durante l’orario lavorativo. Il sistema per eludere la sorveglianza è un meccanismo rodato. Far timbrare il cartellino a un’altra persona per attestare la presenza in Istituto.
C’è chi si è assentato per pochi minuti, ma ripetutamente ogni giorno. Chi invece si è allontanato anche un’ora, confidando sull’appoggio di un collega disposto a coprire l’assenza per ricambiare il favore. Tra gli indagati c’è chi sarebbe accusato di aver marinato il lavoro per pochi minuti e solo in una circostanza. Le verifiche sono state effettuate attraverso accertamenti informatici e la video sorveglianza. La ragione per decidere di assentarsi è stato per fare la spesa o dedicarsi allo shopping. Alcuni hanno sgranchito le gambe per andare a fare colazione o rilassarsi con un aperitivo nel pomeriggio. Adesso gli indagati avranno a disposizione la possibilità di presentare una memoria difensiva per confutare la tesi della procura e sperare di evitare il processo, tentando di salvare il posto di lavoro.
L’assenteismo all’Ifo è l’ultimo di una serie di scandali che hanno coinvolto nella capitale personale ministeriale, comunale o sanitario. Nel 2010 sono finiti sotto inchiesta 100 dipendenti del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture nella sede distaccata via dell’Arte, quartiere Eur, scovati a sbrigare le proprie faccende private invece che lavorare. Nel 2015 22 dipendenti tra medici, infermieri e personale amministrativo (ora imputati) della Asl di Montesacro si assentano in continuazione. Nel 2019 9 (ormai ex) giardinieri del VII Municipio finiscono sotto indagine con l’accusa di truffa ai danni dello Stato. Alcuni tra loro si sarebbero assentati per tagliare l’erba a pagamento nelle case dei privati, invece che quella dei parchi comunali.
Fonte: Corrieredellasera
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