Il 22 aprile 2023, il governo italiano ha approvato il Decreto legge n. 44, noto anche come “Disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche”.
Questo provvedimento, successivamente convertito nella Legge n. 74 del 21 giugno 2023, porta con sé una serie di importanti cambiamenti nel sistema dei concorsi pubblici in Italia.
Il cuore di questa riforma è concentrato nell’articolo 1, intitolato “Modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 9 maggio 1994, n. 487”. Ecco una panoramica delle principali novità introdotte:
- Snellimento dell’accesso agli impieghi pubblici: La normativa mira a semplificare le procedure di accesso alle pubbliche amministrazioni, adattando la tipologia selettiva dei concorsi alla specificità dei profili professionali richiesti.
- Digitalizzazione e celerità: Le procedure concorsuali devono ora rispettare i principi di imparzialità, efficienza ed efficacia nel soddisfare le esigenze dell’amministrazione reclutante, con enfasi sulla celerità del processo.
- Parità di genere: In caso di significativa discrepanza di rappresentanza tra i generi, a parità di titoli e meriti, verrà data precedenza al genere meno rappresentato.
- Supporto per candidati con DSA: Sono state introdotte misure compensative per coloro che soffrono di disturbi specifici di apprendimento (DSA), garantendo un accesso più equo ai concorsi.
- Tutele per gravidanza e paternità: Le candidate in gravidanza o allattamento avranno la possibilità di partecipare alle prove concorsuali anche se non riescono a rispettare il calendario previsto dal bando.
Un cambiamento significativo riguarda la pubblicazione dei bandi di concorso, che ora avverrà principalmente attraverso il portale InPa e il sito istituzionale della pubblica amministrazione procedente, eliminando la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Un’altra disposizione che merita attenzione è quella che riguarda la durata delle graduatorie dei concorsi, che rimangono valide per due anni dalla data di approvazione. Tuttavia, coloro che risultano idonei o vincitori ma non assumono servizio entro il termine stabilito, senza un giustificato motivo, decadono dalla graduatoria.
Infine, va sottolineata una norma specifica, nota come “norma taglia idonei”, che si applica alle graduatorie approvate dal 22 giugno 2023 in poi.
Questa modifica prevede che nei concorsi pubblici siano considerati idonei i candidati collocati nella graduatoria finale entro il 20% dei posti successivi all’ultimo di quelli banditi. In caso di rinuncia o dimissioni del candidato entro sei mesi dall’assunzione, l’amministrazione può procedere allo scorrimento della graduatoria.
Questa riforma dei concorsi pubblici in Italia mira a migliorare l’efficienza del processo di reclutamento, garantire la parità di genere e fornire supporto ai candidati con esigenze speciali. Tuttavia, l’applicazione accurata di queste nuove normative sarà cruciale per il loro successo nell’assolvere a questi obiettivi.
Redazione NurseTimes
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