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Questo Collegio non diventi un Ordine: la Federazione dei medici si mette di traverso all’articolo 4 del Ddl Lorenzin

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DdL Lorenzin al voto: i Collegi non diventeranno più Ordini
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Previsto il voto finale alla Camera sul testo che riguarda la riforma degli ordini professionali. Rinviata l’approvazione dell’articolo che prevede la trasformazione dei Collegi Ipasvi in Ordini professionali. Sarà superato questo scoglio?

La Fnomceo, (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici) ha espresso il suo netto dissenso sulla normativa che avrebbe potuto trasformare anche i Collegi Provinciali Ipasvi in Ordini Professionali.

Risolto il nodo riguardante le assegnazioni delle nuove farmacie con il via libera a un emendamento a firma dei deputati Scopelliti, Vignali, Tancredi e Garofalo recante «Disposizioni in materia di concorso straordinario per l’assegnazione delle sedi farmaceutiche».

I principali emendamenti approvati dall’Aula della Camera

Tra gli emendamenti approvati, come anticipato da “Sanità24” , la soppressione dell’articolo 16 riguardante la disciplina delle farmacie e delle parafarmacie. L’articolo prevedeva l’abolizione del vecchio divieto all’esercizio cumulativo delle professioni sanitarie. In questo modo il conseguimento di più lauree o diplomi avrebbe dato diritto all’esercizio cumulativo delle corrispondenti professioni o arti sanitarie. Gli esercenti le professioni o arti sanitarie, inoltre, avrebbero potuto svolgere la loro attività in farmacia, ad eccezione dei professionisti abilitati alla prescrizione di medicinali, la cui attività è in ogni caso incompatibile con l’esercizio della farmacia.

Eliminata la norma che imponeva all’Aifa di avvalersi del Centro di coordinamento nazionale dei comitati etici per l’elaborazione di specifiche linee guida concernenti gli aspetti scientifici relativi alle sperimentazioni cliniche sui medicinali per uso umano. Lo prevede un emendamento M5s.

Trasformata in facoltà la possibilità di sottoporre al Centro di coordinamento nazionale dei comitati etici le procedure di valutazione degli studi clinici che richiedano una revisione a seguito di segnalazione di eventi avversi. Lo prevede un emendamento Des-Cd .

Il Centro di coordinamento nazionale dei comitati etici sarà composto da un massimo di quindici componenti. Lo prevede un emendamento Ap che contiene norme anche sulla sperimentazione clinica dei farmaci. Il testo uscito dalla commissione Affari sociali prevedeva invece un “minimo” di quindici componenti.

Un altro emendamento approvato, presentato dall’Udc, ha stabilito che alle riunioni del Comitato saranno invitati permanenti: i presidenti del Comitato nazionale di bioetica, del Comitato nazionale di biosicurezza, biotecnologie e scienze della vita e l’Istituto superiore di sanità. Infine, un emendamento approvato di Sinistra italiana-Possibile ha chiarito che i componenti del Centro di coordinamento non dovranno trovarsi in situazioni di conflitto d’interesse “dirette ed indirette”.

Stralciata la norma che prevedeva una integrazione degli obiettivi del Patto per la salute per promuovere e sostenere la medicina di genere. Lo prevede un emendamento della commissione Bilancio approvato in aula, che contiene norme anche sulla sperimentazione dei farmaci.

La norma stralciata prevedeva la promozione: di progetti di ricerca biomedica, farmacologica e socio-psicologica selezionati tramite l’indizione di bandi nazionali, finanziati dallo Stato; progetti di ricerca biomedica, farmacologica e socio-psicologica, sottoposti alla valutazione dei comitati etici per la ricerca regionali e locali; l’adozione di linee guida attente alle differenze di sesso e di genere per la pratica clinica delle diverse patologie; l’adozione da parte delle aziende sanitarie locali e ospedaliere di obiettivi divulgativi, formativi e clinici di medicina di genere, rivolti ai dipendenti e alla popolazione; la sensibilizzazione delle riviste scientifiche ai fini dell’accreditamento di pubblicazioni attente ai determinanti sesso e genere.

Simone Gussoni

Fonte: Sanità 24

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