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Bergamo, pronto soccorso in ostaggio di una trentina di rom

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Pronto soccorso in ostaggio di una trentina di rom
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Di nuovo violenza in un pronto soccorso. Stavolta a Bergamo, dove un’allegra comitiva di etnia rom ha messo sotto assedio medici e infermieri. Il motivo? Non volevano aspettare il loro turno…

È accaduto domenica sera a Bergamo, al pronto soccorso dell’ospedale Papa Giovanni: un’autentica invasione da parte di una trentina di persone di etnia rom, che accompagnavano una bimba ferita a una mano. Ma il problema, purtroppo, non è stato il numero assurdo di persone che accompagnavano la paziente: minacciando medici e infermieri e colpendone uno con un pugno, sono riusciti a ottenere che la piccola fosse subito visitata. In barba al codice colore. E in barba agli altri utenti in attesa.

La direzione dell’ospedale ha subito commentato duramente l’episodio e ha parlato di episodi gravissimi, che vanno duramente condannati perché mettono in pericolo i nostri operatori e minano la sicurezza degli stessi pazienti”.

Il direttore generale dell’Asst Papa Giovanni, Carlo Nicora, ha spiegato all’Eco di Bergamo che “alla luce dei fatti acquista sempre più importanza il percorso di progressivo rafforzamento delle misure di sicurezza che stiamo sviluppando in tutta l’azienda e in particolare in pronto soccorso, che ha già portato all’introduzione di pulsanti antipanico e di un sistema di videosorveglianza, a cui si aggiungono le guardie giurate armate presenti in ospedale notte e giorno”.

Solo una settimana fa la ministra Grillo ha annunciato che presto presenterà un ddl per avere più forze di polizia negli ospedali e pene più severe per chi aggredisce il personale sanitario (VEDI). E, sempre recentemente, è stata presentata alla Camera dei Deputati anche una proposta di legge per l’attribuzione della qualifica di pubblico ufficiale ai medici e al personale sanitario.

C’è bisogno di sbrigarsi.

Alessio Biondino

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