Riceviamo e pubblichiamo la segnalazione del dottor Pierpaolo Volpe.
Spett.le direttore,
la giornata di ieri, 31 maggio, la possiamo definire storica. Per la prima volta il Parlamento europeo in seduta Plenaria approva una risoluzione sulla lotta alla precarietà e all’abuso dei contratti a tempo determinato. La proposta di Risoluzione nasce dalle petizioni presentate al Parlamento europeo, a seguito delle quali, il 22 marzo scorso sono stato in audizione pubblica in Commissione per le petizioni del Parlamento UE.
La Risoluzione approvata con 312 SI, 75 NO, e 155 astensioni, rappresenta il completamento di un lungo percorso durato molti anni, iniziato con le denunce alla Commissione europea (a cui è seguita l’apertura di una procedura di infrazione contro lo Stato italiano) e terminato con la discussione pubblica delle Petizioni.
Il Parlamento europeo con il testo approvato ieri “ritiene che per lavoro precario si debba intendere un lavoro che deriva, tra l’altro, da un uso abusivo di contratti di lavoro temporanei in violazione delle norme internazionali in materia di condizioni di lavoro, dei diritti dei lavoratori e del diritto dell’UE; sottolinea che il lavoro precario implica un maggiore esposizione alla vulnerabilità socioeconomica, risorse insufficienti per una vita dignitosa e una protezione sociale inadeguata”.
Al punto 22 della Risoluzione il Parlamento affronta e stigmatizza indirettamente il caso dei precari della ASL Taranto licenziati: condanna il fatto che i lavoratori riconosciuti dalle competenti autorità giudiziarie come vittime di un utilizzo abusivo di contratti a tempo determinato, in violazione della direttiva 1999/70/CE, sono stati licenziati; è fermamente convinto che, laddove abbiano avuto luogo gli abusi relativi a una successione di contratti a tempo determinato, sia possibile applicare una misura che offra garanzie efficaci ed equivalenti per la tutela dei lavoratori, al fine di sanzionare debitamente gli abusi ed eliminare le conseguenze della violazione del diritto dell’UE, nonché per salvaguardare la posizione occupazionale dei lavoratori interessati.
L’Europarlamento riconosce nella conversione del contratto da determinato a indeterminato, la misura sanzionatoria anti-abuso più forte e da adottare in tutte le legislazioni nazionali: sottolinea che la conversione di un contratto a tempo determinato in un contratto a tempo indeterminato deve essere considerata come una misura volta a impedire e a sanzionare effettivamente l’abuso dei contratti a tempo determinato nel settore pubblico e privato, e deve essere inclusa in modo chiaro e coerente da tutti gli Stati membri nei rispettivi quadri giuridici pertinenti in materia di diritto del lavoro.
Il Parlamento UE con il testo della Risoluzione attacca duramente anche la Commissione europea e i ritardi accumulati nella definizione della procedure di infrazione sul precariato pubblico italiano (viene dato seguito alla mia denuncia al Mediatore europeo contro la Commissione europea per la carente gestione della predetta procedura di infrazione).
La Risoluzione verrà trasmessa, a cura del presidente del Parlamento al Consiglio europeo, alla Commissione europea e ai governi degli Stati membri. Il testo approvato condizionerà, quindi, tutte le politiche UE e degli Stati membri in tema di precarietà, lotta e prevenzione degli abusi. Un risultato enorme che viene dalla Puglia, e nello specifico da Taranto.
Dott. Pierpaolo Volpe
Taranto
ALLEGATO: Testo defintivo approvato in Plenaria 31-05-2018
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