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Paziente in arresto cardiaco: medico malmenato e minacciato anche durante le manovre rianimatorie

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Paziente in arresto cardiaco: medico malmenato e minacciato anche durante le manovre rianimatorie
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L’aggressione n.59 del 2019 è stata denunciata quest’oggi dall’associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate”, sempre a sostegno del personale sanitario coinvolto nel settore dell’emergenza territoriale.


“Ore 3.22: la postazione 118 aeroporto viene allertata in via Labriola per codice rosso.”


Durante il tragitto che avrebbe portato i soccorsi a destinazione il medico ha deciso di contattare l’utente per avere delucidazioni sull’indirizzo. E qui sarebbe scattata la prima aggressione verbale contornata da numerose minacce, addirittura per via telefonica.


L’equipaggio ha pertanto deciso di contattare le forze dell’ordine attraverso la propria centrale operativa, richiedendo il supporto delle Forze dell’Ordine per garantire la loro stessa l’incolumità.

Giunto sul posto, l’equipaggio viene minacciato e trascinato per le scale.”


Il medico è stato letteralmente scaraventato contro la persona a terra incosciente, causandone la caduta ed un trauma al ginocchio. Nonostante la situazione di estremo pericolo, l’equipe ha “proseguito le manovre di ALS per 30 minuti. Alle 4.08 si constatava il decesso”.


Il personale avrebbe inoltre riferito che, nonostante l’attesa per il supporto delle volanti della Polizia sia durata più di 45 minuti, nessuno si sia mai presentato neanche dopo l’aggressione fisica proseguita anche durante le manovre rianimatorie con tanto di altrettanti insulti.


Il medico è poi stato medicato in Pronto Soccorso ricevendo una diagnosi di trauma contusivo al ginocchio e stress emotivo.

L’Associazione NTI ha esternato la propria vicinanza alle vittime di questo ennesimo episodio violento.

“Siamo vicini a tutto l’equipaggio e ci complimentiamo con loro per il grande atto eroico (perché di tale si tratta), ovvero quello di fare un ALS nonostante la scena non fosse sicura. La priorità è stata la salute della persona in perdita di coscienza anche a rischio di prendere qualche calcio e qualche insulto. 


Purtroppo non si è potuto fare niente per il povero paziente e a quanto riferitoci dalla collega solo dopo 30 minuti di rianimazione i parenti si sono calmati e si sono resi conto dell’enorme sforzo dell’equipaggio “

Simone Gussoni

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