Tagadà 2 – il ritorno!
Una possibilità, quella offerta alla professione infermieristica, di riscattarsi dopo il florilegio di inesattezze e mancate conoscenze snocciolate da Panella (evito titoli a precedere il cognome visto che la stessa pare non amarne l’uso, come ha dimostrato nel suo interloquire con la Presidente Mangiacavalli che era li a rappresentare solo 425.000 infermieri) e dai suoi ospiti nella trasmissione di alcuni giorni fa. Una possibilità, come era prevedibile, funzionale però a riaffermare le inesattezze, per usare un eufemismo, già dette.
Panella ha evidentemente avuto dei problemi in qualche pronto soccorso. Lo lascia intendere, neppure velatamente, lei stessa in seguito a una domanda precisa di uno degli ospiti. In un passaggio le sfugge anche la frase “quando non c’è nulla di grave uno se la mette via…”. Dispiace sentire che la Panella abbia qualcosa, forse con qualche collega o con il suo operato, che “non si è messa via”, e la speranza sincera è che non ci sia stato nulla di veramente grave.
Il problema sta proprio qui. Non c’è niente di peggio di andare a parlare di un argomento quando si parte prevenuti.
Per la verità, pensandoci, c’è qualcosa di peggio: farlo quando si esercita come giornalisti in una trasmissione televisiva. Sì, perché così facendo si rischia di disinformare, l’esatto contrario, come ho già avuto modo di dire, di quello che un esercente la professione di giornalista dovrebbe fare.
Nulla da fare. Panella parla di diagnosi, riferendosi erroneamente alla attività di triage, e a nulla valgono le rimostranze della Presidente Mangiacavalli ed i suoi tentativi di riportare la discussione su un livello tecnico. Per Panella “gli infermieri sono messi li….”, “saranno pure istruiti per essere messi li…ma….”. Nulla da fare con un simile livello di ignoranza.
Forse l’intervento della Presidente è troppo tecnico. Forse le risposte appaiono, a tratti, un po’ troppo stereotipate e poco comprensibili, specie per un uditore che non vuole ascoltare, magari perché un po’ prevenuto, vivendo benissimo nella convinzione di detenere la verità assoluta. Sicuramente lo è per il telespettatore medio del programma, che di leggi e algoritmi non sa, probabilmente, davvero nulla.
Panella cerca lo scontro, vuole convincere che il meglio è avere un dottore, “un livello superiore”, dice, che ti accoglie sulla porta e, evidentemente, guardandoti negli occhi decide della tua vita o della tua morte.
Panella è vittima di uno stereotipo che, però, non esita a voler far passare come verità assoluta.
Ecco, allora, che si cimenta in una domanda clinica, una sorta di esame universitario per la nostra Presidente. Una domanda complessa, in verità, per potere rispondere in tre parole: Chi passa prima tra un mal di testa ed una colica renale?
La nostra, per dirla tutta, un minimo vacilla sotto il peso del colpo. Forse sarebbe bastato rispondere che, dato che già è stato detto che l’attività di triage è di fatto una competenza specialistica, la domanda è magari posta alla persona sbagliata. Nulla di male, anzi avrebbe forse rafforzato il concetto di fondo. Forse, ancora meglio, sarebbe stato utile presentarsi in trasmissione con accanto un esperto della materia.
La presidente, invece, riafferma il percorso che porta alla decisione di triage. Nulla da fare, Panella incalza riportandosi a storie di vita vissuta e ricordando quando in un ospedale di Roma sarebbe stata valutata come codice bianco per una cefalea (attesa di quattro ore….neppure troppe visto il codice..).
Nonostante la Presidente Mangiacavalli si mantenga molto sulla parte generale anche ad un tecnico, quale è chi scrive, appare chiaro che sarebbe inutile argomentare parlando di indicatori, intensità del dolore, prima insorgenza del dolore o meno, e di tutte quelle variabili che Panella ignora, e vuole ignorare, ma che per fortuna sono ben conosciute da tutti i colleghi abilitati all’attività di triage.
Il risultato è una bocciatura, da parte della Dr.ssa Panella, della povera Mangiacavalli, che non viene evitata neppure dall’intervento di alcuni illustri ospiti che appaiono molto più moderati e bene informati dell’esaminatrice.
Niente da fare. Panella vuole una TAC, più che un medico, sulla porta del pronto soccorso e neppure se ne rende conto. Sì, perché neppure un medico, con un semplice esame clinico di pochi secondi, sarebbe in grado di valutare se il mal di testa della Panella sia idiopatico o, come dice lei, dovuto ad un “melone nel cervello”.
Che dire, il non verbale della Panella parla da se. Ha già deciso e non necessita del confronto. Arriva a dire che “i suoi dubbi rimangono”. Come toglierle questo diritto? Il diritto di ignorare è sacro.
Parte poi, come rileva la Presidente, il processo alle intenzioni. Ci si chiede chi paga se c’è un errore….ma la responsabilità in Italia non è personale? Certo, è ovvio che, come dice la Presidente, si valuteranno anche eventuali errori di sistema ma, la bionda ospite della Panella può starne certa, in caso di errore pagherà certamente anche l’infermiere. Forse, pensandoci bene, visto che siamo in un Paese pieno di gente che la pensa come la Panella, pagherà più probabilmente un collega di quanto pagherebbe un medico.
Appare anche la bufala della supervisione medica sul triage. Mi sfugge cosa sia e come si concretizzi. In alcune realtà mi è capitato di vedere qualcosa del genere ma, a mio avviso, il giusto termine sarebbe “ingerenza” più che “supervisione”.
L’esame termina senza appello. La Panella sentenzia che “un cittadino quando arriva al pronto soccorso l’idea se la fa di suo”. Siamo tutti bocciati, nessuna speranza…
Già…Anche gli infermieri del pronto soccorso quando vedono i luoghi dove sono costretti a lavorare, in termini di struttura e di gestione del lavoro, i ritmi dovuti spesso all’ingolfarsi dei DEA da ascrivere, a volte, a signore pretenziose con la cefalea che hanno deciso di non ricorrere al curante pur potendolo magari fare, si fanno la loro idea.
Ma gli Infermieri, si sa, sono dei signori. Le nostre idee le teniamo per noi.
Io, però, mi sono fatto la mia idea sulla trasmissione di oggi e della scorsa settimana e voglio dirla: Ho visto due trasmissioni che sarebbero state utili per fare informazione e che hanno finito solamente per fare l’esatto contrario.
La Panella si è rivelata semplicemente non all’altezza di discutere di un argomento che non conosce e sul quale, a quanto pare, un vissuto personale negativo diventa fuorviante. Peccato.
E voi? Non avevate mica creduto che…..
Io un po’, però, ci avevo sperato. Avevo sperato in un ravvedimento operoso di una giornalista che potesse ammettere serenamente di avere sbagliato. Avevo sperato di vedere colleghi che operano nei servizi di emergenza, in trasmissione accanto alla Presidente, che parlassero il linguaggio della gente, spiegando come e quanto la nostra figura è fondamentale per la salute delle persone.
…no dai, torniamo nel mondo reale.
Ricominciamo a fare il nostro lavoro, bene, come lo sappiamo fare. Dobbiamo essere pronti ad assistere al meglio la Panella ed il suo prossimo mal di testa ma, soprattutto, le migliaia di cittadini che tutti i giorni assistiamo con competenza e professionalità e che, per fortuna, apprezzano il nostro operato.
L’ignorante è non solo zavorra, ma pericolo della nave sociale.
(Cesare Cantù)
Roberto Romano
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