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Palermo, arrestati tre dipendenti dell’Ospedale Civico: documenti falsi e truffa sulle protesi

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Palermo, arrestati tre dipendenti dell’Ospedale Civico: documenti falsi e truffa sulle protesi
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Ai domiciliari il primario di Neurochirurgia, un coordinatore infermieristico e un infermiere, oltre a un agente di commercio. Sequestrata la somma di 43.724 euro, quale profitto di reato.

I carabinieri del Nas di Palermo, su delega della locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di sottoposizione alla misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal gip del Tribunale di Palermo nei confronti di Natale Francaviglia, primario di Neurochirurgia, di Santo Montemurro, coordinatore infermieristico, e di Michele Bruno, infermiere, tutti dipendenti dell’Ospedale Civico di Palermo, nonché di Francesco Tarallo, agente di commercio di protesi sanitarie per la Servizi Medicali srl. I quattro sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso in reato continuato di truffa aggravata ai danni di ente pubblicofalsità ideologica aggravata commessa da pubblico ufficiale in atti pubbliciabuso d’ufficio.

Le indagini, condotte con servizi di osservazione e pedinamento, ispezioni e attività tecnica di intercettazione, hanno permesso di scoprire un’articolata organizzazione finalizzata a perpetrare truffe ai danni del Servizio sanitario regionale, mediante falsificazione di documenti e registri di carico e scarico del materiale protesico utilizzato negli interventi di chirurgia cranica e della colonna vertebrale. In particolare, dichiarando l’uso di dispositivi medici in numero notevolmente superiore rispetto a quello realmente impiantato sui pazienti nel corso degli interventi chirurgici.

Inoltre il dottor Francaviglia, con la collaborazione di altri medici e infermieri della sua Unità operativa, consentiva ai propri pazienti privati, paganti, di bypassare le liste d’attesa per gli interventi chirurgici, facendo risultare che avevano seguito le normali procedure istituzionali di ricovero. Con la medesima ordinanza il gip ha anche disposto il sequestro preventivo, per equivalente, della somma di 43.724 euro, quale profitto di reato, da eseguirsi, oltre che nei confronti degli arrestati, anche nei confronti di altri due soggetti non colpiti da provvedimento restrittivo, rispettivamente un infermiere dello stesso ospedale e l’amministratore della società fornitrice dei dispositivi medici.

Il comunicato del sindacato Cimo – Gli arresti relativi a personale sanitario dell’Arnas Civico, effettuati dai Nas su mandato della Procura di Palermo sono la conferma alle denunce degli ultimi 4 anni da parte della Cimo sul sistema Arnas che hanno visto ancora una volta la sordità dei soggetti preposti alla governance aziendale ed al suo controllo.

Il sistema dei ricoveri paralleli voluto dall’allora direttore generale Giovanni Migliore e continuato ad oggi con la direzione Colletti, nonostante i richiami sindacali sulle evidenti violazioni delle liste d’attesa, è un regalo fatto a quei primari che effettuando attività privata possono successivamente chiamare i propri pazienti privati scavalcando le liste d’attesa predisposte.

La pervicace ostinazione della direzione aziendale a non centralizzare le liste d’attesa è funzionale proprio a tale sistema. Già nel novembre 2016, nonostante il blitz della guardia di finanza per esaminare i ricoveri dal 2013 al 2016, l’allora direttore Giovanni Migliore proseguì sulla scellerata via del decentramento delle liste d’attesa.

Il caso Francaviglia è solo la punta dell’iceberg di un sistema diffuso e c’è da ritenere che le indagini della Procura e l’azione dei Nas non si fermeranno al caso Francaviglia. Questa vicenda dà un senso proprio alle recenti denunce della Cimo sulla scelta dell’attuale direzione generale Colletti di mantenere in servizio a titolo gratuito primari già pensionati. (Caputo, Di Miceli) ed altri che sono in prossimità di conferma “gratuita” (lo stesso Francaviglia e Talarico).

La Cimo ha stigmatizzato con forza la scelta dell’attuale direzione generale di mantenere al loro posto vecchi primari garanti di un sistema che vede l’uso della res pubblica a fini privatistici e particolari, impedendo di fatto un reale rinnovamento ma anche permettendo che si calpestassero i diritti di dirigenti medici che a norma di legge e di contratto sarebbero potuti subentrare.

È il caso di sottolineare con forza l’ignavia e l’indifferenza della direzione aziendale sulla gestione del Francaviglia che si è contraddistinta per comportamenti minacciosi, ritorsivi e vessatori nei confronti di quei dirigenti medici che non si mostravano accondiscendenti al suo modus operandi. La Cimo ancora una volta, come nel caso della vicenda che portò all’arresto del primario di Villa Sofia Matteo Tutino, ha difeso e tutelato questi medici.

Ancora una volta siamo di fronte alla triste dimostrazione della mancanza di volontà politica nell’intervenire per correggere dall’interno un sistema malato, che gode di ampia protezione istituzionale, e che pertanto richiede ogni volta interventi correttivi e sanzionatori esterni come quelli della magistratura e delle forze dell’ordine.

Il commento dell’assessore Razza“Facendo salve le garanzie che devono essere riconosciute a qualsiasi indagato, da parte dell’assessorato regionale della Salute, e quindi di tutte le aziende del Sistema sanitario siciliano, c’è sempre il massimo rispetto per il lavoro dell’autorità giudiziaria”. Così l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, ha commentato la l’inchiesta del Nas in cui sono coinvolti il direttore della Neurochirurgia dell’Ospedale Civico, due infermieri e un agente di commercio, aggiungendo: “Chi tiene atteggiamenti non conformi alla legge, al giuramento di Ippocrate e al modo civile di esercitare un pubblico servizio, quale è quello sanitario, deve sempre sapere che per parte nostra troverà rigore e pugno duro”.

Redazione Nurse Times

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