Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Daniel Pedrotti, Opi Trento a Maurizio Fugatti.
Egregio Presidente Maurizio Fugatti
ringraziamo Lei e l’Assessora Segnana per la dimostrazione di stima da Voi espressa nei nostri confronti e per i ringraziamenti e pensieri che ci riservate con sistematicità nelle conferenze stampa e mezzo canali Social ma, purtroppo, allo stato attuale dei fatti, riteniamo che gli elogi ricevuti non siano sufficienti e, la nostra aspettativa nei Vostri confronti, è quella di vedere la nostra professionalità, considerata e valorizzata con azioni tangibili.
Noi infermieri, da marzo ad oggi, abbiamo assistito i cittadini fin dall’esordio della pandemia di CoViD – 19 nelle RSA, sul territorio e negli ospedali:
– abbiamo garantito sino allo stremo delle forze la riorganizzazione e la nostra presenza attiva negli ospedali per assicurare la miglior assistenza e cura ai pazienti;
– abbiamo trasformato l’essenza delle strutture del territorio, progettate e organizzate per erogare servizi alle persone fragili e/o affette da patologie croniche, in reparti per acuti;
– abbiamo garantito l’assistenza domiciliare anche con estrema difficoltà a reperire i DPI necessari; – abbiamo garantito l’assistenza agli ospiti nelle RSA in situazioni drammatiche e non sicure a causa di dotazioni infermieristiche e di personale OSS gravemente sottodimensionate e con DPI carenti dal punto di vista quantitativo e qualitativo;
– abbiamo garantito la formazione universitaria degli studenti del corso di laurea in infermieristica mantenendo alti gli standard di qualità, consapevoli della responsabilità di formare nuovi professionisti competenti per il nostro sistema sanitario;
– abbiamo garantito la formazione continua per sviluppare, fra altre, competenze per la prevenzione delle infezioni correlate ai processi assistenziali, tematica più che mai attuale considerando il momento che stiamo vivendo;
– abbiamo garantito la governance dei processi assistenziali per sviluppare insieme strategie atte ad affrontare l’aspettata recrudescenza della pandemia anche analizzando le criticità emerse nella primavera;
– consapevoli della necessità di professionisti a sostegno della rete dei servizi sanitari e socio – sanitari, garanzia della risposta al bisogno di cura che “dobbiamo” ai cittadini, abbiamo accettato, temporaneamente, di snaturare il ruolo dell’infermiere di famiglia e comunità con attività “limitate” e sovrapponibili a quelle del servizio di assistenza domiciliare, lontane da quanto descritto nel Position Statement della Federazione Nazione degli Ordini delle Professioni Infermieristiche.
Nessuno di noi si è tirato indietro nell’affrontare questa situazione e certamente continueremo ad impegnarci con competenza, umanità e senso etico in quella che Voi avete definito in più occasioni una lotta. Siamo allo stremo e molti di noi sono ammalati. Chi continua a lavorare lo fa con turni massacranti, in condizioni difficili dal punto di vista fisico e psicologico. Siamo riusciti a conciliare lavoro e famiglia con difficoltà, ma con orgoglio. Per tale motivo Vi chiediamo azioni concrete e fattive per metterci nelle condizioni giuridiche e deontologiche di poter continuare a garantire l’assistenza nel miglior interesse del cittadino e per valorizzare le competenze degli infermieri:
– potenziare la campagna informativa rivolta soprattutto ai giovani, sull’importanza di adottare i semplici ma fondamentali comportamenti quali il distanziamento interpersonale, l’utilizzo corretto e costante della mascherina, l’igiene delle mani e l’evitare assembramenti; informazioni chiare e mirate che devono essere proposte con l’intento di costruire comunità dove tutti si sentano responsabili della
propria salute e della protezione verso gli altri. Disposizioni che nell’interesse comune devono essere accettate da tutti ed applicate con intelligenza, responsabilità e buon senso;
– potenziare il supporto telefonico alle persone in isolamento e quarantena a domicilio per garantire informazioni, indicazioni su come comportarsi, il follow-up dei sintomi, potenziando il personale sanitario, anche con la collaborazione di infermieri e medici in pensione;
– reperire idonei spazi ove poter isolare i positivi che non hanno la possibilità di effettuare un corretto isolamento domiciliare;
– pensare a strategie adeguate per permettere che gli ospiti in RSA e in ospedale possano, in particolare in specifiche situazioni, ricevere la visita dei propri cari; nelle RSA attivare strategie che consentano il contatto (tocco, abbracci) in sicurezza durante le visite fra ospite e persone care;
– continuare il sistema di effettuazione e processazione dei tamponi rino-faringei in coerenza alle necessità di contenimento dei positivi e garantendo la restituzione precoce degli esiti;
– garantire a tutto il personale sanitario screening e sorveglianza sanitaria sistematici, per prevenire la diffusione di SARS-CoV-2 fra gli operatori in qualsiasi contesto di cura;
– continuare a garantire opportunità di supporto psicologico strutturato al personale sanitario e attivare strategie per aiutare gli operatori della salute a conciliare lavoro e famiglia considerando che le professioni sanitarie, fra cui quella infermieristica, sono maggiormente rappresentate dal genere femminile e molte di loro sono madri;
– mettere a disposizione, appena possibile, i vaccini anti CoViD-19 per tutto il personale sanitario del settore pubblico e del settore privato, anche operanti in regime di libera professione;
– garantire percorsi per la gestione extraospedaliera dei malati cronici e dei malati CoViD-19; – intervenire per soddisfare i bisogni di screening, di cura dei pazienti elettivi con altre patologie in particolare croniche, riaprendo i percorsi e dedicando adeguate risorse umane (liste d’attesa);
– assicurare un adeguato rapporto infermiere – paziente nei contesti ospedalieri per garantire la sicurezza e qualità delle cure. Nelle terapie intensive ogni infermiere deve assistere un massimo di due pazienti. Anche nei reparti di degenza, in particolare ove presenti pazienti ad elevata complessità assistenziale che necessitano ad esempio di supporto respiratorio non invasivo è importante che il numero di infermieri sia adeguato. Ricordiamo che la letteratura scientifica indica come standard 1 infermiere ogni 6 assistiti per ridurre la mortalità e migliorare gli esiti sensibili alle cure;
– potenziare l’assistenza territoriale prevedendo, come in più occasioni proposto dallo scrivente Ordine e dall’Ordine dei Medici, un aumento degli organici di infermieri e medici e l’adozione di un modello di presa in carico innovativo basato su micro-equipe, dove i professionisti, in primis il medico di medicina generale e l’infermiere, possano lavorare in sinergia in un’ottica di inter-professionalità, prossimità ed iniziativa per garantire una presa in carico competente, coordinata e appropriata alle persone con malattie croniche, disabilità oltre alle persone con CoViD-19;
– garantire il corretto inserimento dell’Infermiere di Famiglia e Comunità (IFeC) in Provincia Autonoma di Trento, figura di particolare rilevanza per la sanità trentina e recentemente istituita dalla Giunta Provinciale. Si propone, a tal fine, l’istituzione di una cabina di regia;
– riformare le RSA Trentine in coerenza ai bisogni sanitari sempre più complessi degli ospiti e alla necessità di rendere questi setting di assistenza attrattivi per gli infermieri. Come da nota inviataVi il 21.07.2020 nostro prot. 1337/I/5, sono necessari: potenziamento delle competenze sanitarie, con priorità sulle dotazioni infermieristiche, sviluppo di progetti di valorizzazione delle competenze e di carriera degli infermieri, ristori economici strutturali a partire dall’omogeneizzazione del contratto delle RSA con quello della sanità, integrazione di funzioni di leadership infermieristica, anche dirigenziale, nella governance delle RSA;
– potenziare l’investimento sulla formazione universitaria e continua degli infermieri, garantendo al corso di Laurea in Infermieristica un adeguato rapporto studenti – tutor dedicati, che da raccomandazioni europee è compreso tra 1:18-20, per favorire adeguati e proficui laboratori e tirocini formativi; garantendo appropriate risorse di formatori nella formazione continua; valorizzando le competenze specialistiche formative e di tutorato dei professionisti dell’area della formazione (coordinatori e tutor clinici/formatori). In previsione dell’aumento del fabbisogno di infermieri per la formazione universitaria triennale già per l’a.a. 2022/2023, come sollecitato in sede di Consiglio Sanitario Provinciale – seduta del 9.11.2020 –, si ritiene importante e urgente l’attivazione, per tempo, di un tavolo di lavoro finalizzato a valutare standard strutturali, tecnologici e di personale (di Tutor Clinici dedicati in primis) per poter sostenere un aumento del numero di studenti e per continuare a garantire gli elevati standard di qualità che il corso di Laurea in infermieristica – sede di Trento sta garantendo e che sono riconosciuti a livello nazionale;
– dare avvio al progetto di fattibilità per la realizzazione del corso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche affinché – come richiesto nel Consiglio Sanitario Provinciale del 9.11.2020 – il corso possa essere attivato dall’a.a. 2021/2022;
– promuovere progetti di carriera per gli infermieri che operano nella clinica, nella formazione e nell’organizzazione, al fine di valorizzarne le competenze sul profilo giuridico ed economico;
– bandire con urgenza il concorso per dirigenti infermieri in APSS per dare continuità alle funzioni svolte considerando che molti infermieri dirigenti cesseranno nei prossimi mesi dal servizio per pensionamento, ma anche per potenziare il valore strategico della dirigenza infermieristica nel perseguire gli obiettivi attraverso la governance dei processi assistenziali e formativi.
E’ oltremodo urgente concretizzare nei fatti le proposte che abbiamo portato all’attenzione della Provincia Autonoma di Trento a supporto delle RSA, degli ospedali e del territorio. Quelle RSA e quel territorio che risultano stremati non solo dall’epidemia, ma anche dalla carenza di risorse infermieristiche, da una politica sanitaria che non ha ancora saputo valorizzare e mettere a sistema le nuove idee proposte e ha scarsamente investito nella nostra professione. In riferimento a ciò, come già proposto dallo scrivente Ordine, si ritiene utile l’istituzione da parte della Giunta Provinciale di un tavolo permanente con gli Ordini delle Professioni Sanitarie e Sociali per garantire un confronto costruttivo e costante sulle proposte e sulle tematiche di maggiore rilevanza per la salute dei cittadini, per il servizio sanitario e per le professioni della salute e del sociale.
Come infermieri evidenziamo infine la nostra forte preoccupazione per la salute dei cittadini. Non solo per la pressione sugli ospedali e sul territorio che è ancora alta, ma per le persone con altre patologie, in primis quelle croniche, alle quali va garantita continuità di assistenza anche in questo difficile momento. A tal proposito, ci teniamo a lanciare un appello: il Natale si avvicina, aumenta il desiderio, legittimo e sacrosanto, di ricongiungimento con i familiari lontani e vicini, di festeggiare insieme agli amici. Facciamolo, ma con misura e prudenza. A Natale le misure restrittive messe in atto dal Governo nazionale e dalla Giunta provinciale avranno sicuramente raffreddato la curva dei contagi. Ma questo non può significare un “libera tutti”; il virus circola ancora e in maniera molto più forte rispetto all’estate, quando uscivamo da due mesi di lockdown totale. Non compromettiamo in pochi giorni mesi di sacrifici. Continuiamo a limitare gli spostamenti a quelli necessari e a promuovere comportamenti responsabili. Scelte sbagliate ora possono avere ricadute gravi sia sulla salute dei cittadini sia a medio termine sull’economia. Siamo tutti coinvolti in questa partita, solo impegnandoci nella stessa direzione possiamo abbassare la curva.
Non esiste Sanità senza Infermieri. Non siamo eroi, ma professionisti che con competenza e serietà continuiamo a mettere a disposizione degli altri il nostro servizio.
Noi infermieri siamo sempre vicini ai cittadini con le nostre competenze per continuare questa sfida fino in fondo, per garantire ai pazienti un’assistenza sicura e di qualità e per formare futuri infermieri competenti. Per poterlo fare sono necessari da parte della Provincia azioni concrete e strutturali finalizzate a rendere attrattivo ai professionisti il nostro sistema salute e a valorizzare la professionalità degli infermieri trentini.
Cordiali saluti. Il Presidente DOTT. DANIEL PEDROTTI
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