L’Ordine di Barletta-Andria-Trani auspica un confronto con i decisori politici che punti alla valorizzazione del ruolo professionale.
L’Ordine delle professioni infermieristiche della provincia di Barletta-Andria-Trani (Opi BAT) condivide le istanze oggetto della manifestazione che richiama tutti gli infermieri italiani a Roma, il prossimo 15 ottobre. Istanze che i professionisti rivendicano da anni.
L’iniziativa, in programma al Circo Massimo, è promossa dai sindacati infermieristici, ma vi aderiscono anche l’Associazione avvocatura di diritto infermieristico (Aadi), il movimento Infermieri in Cambiamento, la testata giornalistica NurseTimes, il blog infermieristico NurseNews.
L’Opi BAT, nel rispetto dei ruoli istituzionali, promuove e sostiene questa forte iniziativa, che riguarda tutta la professione infermieristica, rilanciando e auspicando un confronto con i decisori politici sul futuro professionale che punti alla valorizzazione della funzione infermieristica e del ruolo professionale.
Ecco, in sintesi, gli obiettivi della mobilitazione:
- Un alveo contrattuale autonomo, con risorse economiche dedicate e avulse dal resto del comparto, che riconosca peculiarità, competenza e indispensabilità ormai evidenti della categoria infermieristica, che rappresenta oltre il 41% delle forze del Servizio sanitario nazionale e oltre il 61% degli organici delle professioni sanitarie. Analogamente accada per le professioni sanitarie ostetrica e tecniche.
- Risorse economiche dedicate e sufficienti per il riconoscimento di una indennità professionale infermieristica mensile che, al pari di quella già riconosciuta per altre professioni sanitarie della dirigenza, sia parte del trattamento economico fondamentale, e che riconosca e valorizzi sul piano economico le profonde differenze rispetto alle altre professioni, rese ancor più evidenti dalla pandemia di Covid-19.
- Risorse economiche per il contratto della sanità finalizzate e sufficienti a conferire un’indennità specifica e dignitosa per tutti i professionisti che si occupano ai vari livelli di funzione di assistere pazienti con un rischio infettivo.
- Individuazione di uno specifico contratto/convenzione nazionale di lavoro per l’infermiere di famiglia e immediato adeguamento delle dotazioni organiche del personale operante nella generalità dei presidi ospedalieri e sul territorio, calibrato tenendo conto dei reali bisogni dell’assistenza, con coevo aggiornamento della programmazione degli accessi universitari, posto che, allo stato, mancano più di 53mila infermieri. Nuove norme in grado di agevolare, concretamente, la mobilità del personale tra gli enti del Servizio sanitario nazionale, anche eliminando il “previo placet” al trasferimento dell’ente di appartenenza in caso di disponibilità di posto vacante nell’ente di destinazione.
- Superamento, per gli infermieri pubblici e per gli altri professionisti non medici, del vincolo di esclusività, riconoscendo loro il diritto, già esistente per il personale medico, di svolgere attività intramoenia, anche per far fronte alla gravissima carenza di personale in cui versano le strutture sociosanitarie, le Rsa, le case di riposo, di cura e le strutture residenziali riabilitative.
- Direttive e risorse economiche finalizzate a sostenere l’aggiornamento professionale dei professionisti sanitari oggetto della presente e riduzione del debito orario settimanale degli stessi (orario di servizio) pari ad almeno quattro ore settimanali, da utilizzare per le attività di aggiornamento, come già avviene per i medici.
- Direttive e nuove risorse economiche finalizzate all’immediato e stabile riconoscimento dei professionisti specialisti e degli esperti, in applicazione della Legge 43/06, e per la valorizzazione economico giuridica della funzione di coordinamento, valorizzazione delle competenze cliniche e gestionali degli interessati.
- Riconoscimento della malattia professionale e correlato meccanismo di indennizzo in caso di infezione, con o senza esiti temporanei o permanenti.
Redazione Nurse Times
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