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Omicidio Carlo Vitolo: 4 medici e 12 infermieri indagati per omicidio in seguito a TSO

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Un’importante operazione dei carabinieri si è conclusa nelle province di Salerno, Caserta e Potenza. I militari della Compagnia Carabinieri di Sala Consilina hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dalla Procura di Lagonegro nei confronti di quattro dirigenti medici e dodici infermieri.

I sanitari sono accusati, a vario titolo, di omicidio colposo. Le indagini sono state avviate in seguito alla morte sospetta di Carlo Vitolo, 40 anni, paziente deceduto nel mese di marzo presso il Servizio Psichiatrico di diagnosi e cura di Sant’Aresnio, dove era ricoverato.

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Dalle analisi sulle cartelle cliniche sottoposte a sequestro sarebbero emerse le condotte colpose ed omissive di medici ed infermieri, tenute nel periodo compreso tra il primo giorno di ricovero ed il giorno del decesso.

L’inosservanza delle più comuni indicazioni riportate nelle schede tecniche dei farmaci sedativi Talofen e Serenase sarebbero state la causa della morte del paziente.

La prima molecola sarebbe stata somministrata a dosaggi superiori di oltre 20 volte il range terapeutico, mentre la seconda molecola ad un dosaggio 4 volte superiore al range terapeutico. La conseguenza dei comportamenti dei sanitari fu una grave intossicazione con conseguente morte per arresto cardiaco.

Gli investigatori hanno evidenziato la grave colpevolezza degli infermieri che avrebbero violato gli obblighi di garanzia sugli stessi gravanti e avrebbero omesso di verificare e richiedere chiarimenti ai medici in merito alle terapie ed al dosaggio dei farmaci, prima della loro somministrazione.

img_6726“Tre dei quattro medici indagati per la morte di Carlo Vitolo sono gli stessi condannati per la morte di mio zio. Provo tanta rabbia. Rabbia perché Carlo è morto lo scorso marzo e forse, forse si poteva evitare!”.

A parlare è Grazia Serra, nipote di Franco Mastrogiovanni, il maestro elementare di Castelnuovo Cilento sottoposto nel 2009 a trattamento sanitario obbligatorio nell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania e morto dopo essere rimasto legato mani e piedi per quattro giorni nel suo letto.

Simone Gussoni

Fonti: Salernotoday

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