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Obesità e sovrappeso: attenzione al microbiota intestinale

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Obesità e sovrappeso: attenzione al microbiota intestinale
obese woman measuring her waist
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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a cura di Penta Diet.

L’obesità è la malattia metabolica più diffusa al mondo. È una vera e propria epidemia, che non solo incide negativamente a livello di salute pubblica, ma genera ogni anno oltre 1 milione di morti spesso conseguenza di condizioni di vita decisamente difficili.

Solo in Italia, 1 persona su 3 è sovrappeso e 1 su 10 obesa. Fino ad oggi si è spesso attribuito l’insorgere di obesità e sovrappeso a radici genetiche, ad abitudini alimentari errate unite ad una parziale o totale assenza di attività fisica. Oggi, oltre a queste cause ampiamente dimostrate negli anni da studi scientifici, si sta affermando un nuovo pensiero nato da scoperte scientifiche innovative e recenti, che attribuiscono al microbiota intestinale una responsabilità diretta sulla gestione del peso corporeo. Studi sempre più numerosi dimostrano infatti come l’equilibrio del microbiota sia elemento determinante per garantire il corretto assorbimento intestinale dei macronutrienti da parte dell’organismo umano.

Ma che cos’è e perché è così importante il microbiota intestinale? È l’insieme dei microorganismi (batteri, virus, funghi e protozoi) che popolano, con diversa densità e “demografia”, il tratto digerente. La capacità di metabolizzare substrati che condizionano i processi digestivi ed i meccanismi immunologici, rende questa collettività un fattore in grado di influenzare non solo la fisiopatologia intestinale, ma anche quella di tutti gli altri sistemi dell’organismo.

Studi di metagenomica in pazienti obesi hanno permesso di evidenziare come l’obesità sia associata a un disequilibrio della flora batterica, con proliferazione dei batteri potenzialmente patogeni. L’alterazione del microbiota, infatti, può influenzare il metabolismo e l’omeostasi energetica dell’ospite, essendo anche coinvolto nel controllo del peso corporeo attraverso l’estrazione di una quota supplementare di calorie dagli alimenti ingeriti (Angelakis et al, 2012).

Tra i meccanismi che possono spiegare quanto osservato vi è quello legato alla estrazione di energia da componenti alimentari quali polisaccaridi (cellulosa, emicellulosa, amido non digeribile, pectine, gomme) che vengono processati dagli enzimi batterici con produzione di monosaccaridi (successivamente assorbiti) e gli acidi grassi a catena corta (SCFA, principalmente acetato, butirrato e propionato) che partecipano alla scissione dei grassi nel fegato, attraverso l’espressione di alcuni enzimi chiave come l’acetil-CoA carbossilasi (ACC) e l’acido grasso sintasi (FAS). La conversione di fibre alimentari fermentabili in SCFAs fornisce, quindi, energia supplementare per l’ospite, suggerendo la possibilità di poter in tal modo favorire l’obesità (Krajmalnik-Brown et al, 2012).

Nell’ambito dei processi digestivi possiamo fare una distinzione di massima tra flora fermentativa in grado di digerire amido e altri polisaccaridi, e flora putrefattiva coinvolta, appunto, nel processo di putrefazione, metabolizzazione anaerobica di peptidi e proteine (elastina e collagene da fonti alimentari, enzimi pancreatici, cellule epiteliali esfoliate e batteri lisati) che determina produzione di SCFA ma anche di sostanze potenzialmente tossiche tra cui: ammoniaca, ammine, fenoli, tioli e indoli (Angelakis et al, 2012). L’epitelio intestinale è ricoperto in tutta la sua estensione da un doppio strato di muco, interno ed esterno, secreto dalle cellule caliciformi ed infarcito di mucine. Si tratta di proteine glicosilate che consentono al muco intestinale di svolgere un’azione lubrificante, trofica e protettiva nei confronti delle cellule epiteliali della mucosa stessa. La sua concentrazione dipende strettamente da un dinamico e delicato equilibrio tra sintesi, secrezione e degradazione delle mucine che lo costituiscono.

In questo equilibrio ricopre un ruolo fondamentale l’Akkermansia muciniphila (phylum Verrucomicrobia): batterio Gram-negativo, anaerobico, non mobile, non formante spore e di forma ovale, è in grado di utilizzare le mucine gastriche come unica fonte di carbonio e azoto e rappresenta l’1-5% del microbiota intestinale. Un recente studio ha definito il ruolo protettivo del batterio Akkermansia muciniphila contro lo sviluppo di malattie metaboliche (Everard A., 2013). L’abbondanza di questo batterio muco-degradante è inversamente correlata al peso corporeo sia nell’uomo che nei roditori (Everard A., 2013), mentre è negativamente associato sia al diabete di Tipo 1 (Hansen C.H., 2012) che di Tipo 2 (Qin J., 2012).

Dati della letteratura hanno evidenziato come la somministrazione di prebiotici, quali FOS, e probiotici, quali Bifidobacterium Animalis ssp. lactis LMG P-28149, siano in grado di determinare un incremento di Akkermansia Muciniphila (Alard et al, 2016), con conseguente miglioramento del profilo metabolico, riduzione della massa grassa, dell’endotossiemia metabolica, del tessuto adiposo, dell’infiammazione del tessuto adiposo e della resistenza all’insulina.

Questi studi spiegano il motivo per cui spesso, a parità di dieta, i pazienti assimilano gli alimenti con un’efficienza diversa e sviluppano, dunque, una composizione corporea differente. Questo può accadere sia in caso in cui si conduca una dieta classica mediterranea, sia durante regimi di dieta a basso contenuto calorico (VLCKD), rallentando o impedendo l’entrata in chetosi e quindi il dimagrimento.

Grazie ai numerosi studi scientifici sull’argomento, oggi New Penta, azienda italiana leader nello sviluppo di prodotti nutraceutici e dietetici, è in grado di offrire un protocollo nuovo ed innovativo, che ha l’obiettivo di accelerare il processo di dimagrimento del paziente grazie al ritrovato equilibrio del microbiota (eubiosi). Con un prodotto unico ed esclusivo durante l’intero percorso di perdita del peso, si ottiene un dimagrimento più rapido e più efficace, seguito da un mantenimento del peso a lungo termine grazie alla nuova condizione del microbiota.

Nasce così la nuova famiglia PentaBios, studiata per ristabilire l’eubiosi favorendo il successo di un piano alimentare, incluso un percorso chetogenico. La particolare formulazione di PentaBios permette di fornire, in un’unica assunzione, l’azione probiotica di specifici ceppi vivi del SynBalance  di ROELMI-HPC con siero proteine del latte, un complesso di vitamine, antiossidanti e sali minerali. La famiglia comprende PentaBios Active e PentaBios Balance.

L’esclusiva formula contiene SynBalance  di ROELMI-HPC con 6,5 MLD di cellule di Enterococcus faecium strain LMG S-28935 e di Bifidobacterium lactis strain BL050. L’Enterococcus, rivestendo la mucosa intestinale, crea una barriera contro diversi agenti patogeni (es. Clostridium) inibendone la crescita tramite un meccanismo di sopraffazione numerica, acidificando l’ambiente e producendo sostanze batteriostatiche e battericide.

L’Enterococcus Faecium determina un aumento della capacità di immunizzazione dell’intestino e migliora la moltiplicazione della flora benefica. Viene combinato con il Bifidobacterium dalle note proprietà probiotiche in grado di ristabilire l’eubiosi. Le proteine del siero di latte agiscono come fattori di crescita per alcune specie di batteri con un meccanismo strettamente dipendente dalla composizione amminoacidica, confermando quindi il ruolo importante rappresentato dalla qualità della proteina (Sprong et al, 2001; Layman et al, 2006).

Le vitamine e i sali minerali sono un importante sostegno per molti processi metabolici e sostengono anche il sistema immunitario. Il complesso di microrganismi probiotici SynBalance  LactoSlim è stato appositamente studiato per restituire un equilibrio tra i Phyla batterici e favorire il weight management. Studi dimostrano come i Lactobacillus Gasseri strain LG050, Lactobacillus Reuteri strain PBS072 e Lactobacillus Acidophilus strain LA001 intervengano sul metabolismo dei lipidi e dei carboidrati, riducendo la concentrazione di lipasi, HMG-Co A riduttasi, α amilasi e α glicosidasi.

L’effetto è quello di avere un minore assorbimento di zuccheri, uno stimolo all’ossidazione dei carboidrati e un miglioramento nella tolleranza del glucosio. Inoltre, la specifica formulazione consente di mantenere sotto controllo i livelli di colesterolo ematico, riducendo i marker di iperlipidemia e ipercolesterolemia e il volume del tessuto adiposo bianco addominale e sottocutaneo. Il PentaBios Balance è un miglioratore dei sintomi tipici associati all’obesità ed alla sistematica infiammazione come la costipazione e il gonfiore addominale.

Il Protocollo Pentabios

Il protocollo prevede l’utilizzo del PentaBios come pasto sostitutivo all’interno del classico percorso multifasico SAIP , con una particolare attenzione alle verdure ed alla quantità delle stesse. L’associazione dei probiotici ad un substrato proteico, multivitaminico e di Sali minerali, è indispensabile per garantire la giusta fonte nutritiva dei probiotici una volta raggiunto l’intestino dell’organismo. Questo determinerà una maggiore colonizzazione dell’apparato digerente, in un arco temporale minore. La lista delle verdure concesse, con specifica quali-quantitativa, è aggiornata sulla natura della loro composizione in fibre. Inoltre, le tecniche di cottura delle verdure determinano la trasformazione dei macronutrienti e la loro assimilazione.

Redazione Nurse Times

 

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