In gran parte negative le reazioni del mondo politico a un’intervista televisiva rilasciata dal ministro della Salute.
“Noi ci siamo opposti al decreto Lorenzin e il nostro obiettivo è superarlo. Ma non siamo contro i vaccini. Siamo favorevoli, ma vogliamo che lo strumento dell’obbligo sia utilizzato in maniera intelligente e solo dove è necessario, come si fa anche in altri Paesi. Ad esempio è necessario l’obbligo sul morbillo, mentre non lo è per l’esavalente, per il quale credo sia sufficiente la raccomandazione” . Così il ministro della Salute, Giulia Grillo, intervenuta nel corso della trasmissione L’aria che tira, su La7.
Insomma, la linea del Governo in tema di copertura vaccinale è chiara: sì all’obbligo per il morbillo, “che è il vero problema di questo Paese”, mentre “sugli altri vaccini, anche obbligatori prima del decreto Lorenzin, ma ‘in forma leggera’, è possibile secondo noi tornare a un pre-Lorenzin”.
Vale la pena di ricordare, a questo punto, cosa dice in merito la legge Lorenzin. Approvata in via definitiva nel luglio 2017 e in vigore con l’aggiunta dell’emendamento al Milleproroghe (che proroga al marzo 2019 l’obbligo di presentazione del certificato vaccinale), essa prevede: 10 vaccini obbligatori per l’iscrizione a scuola da 0 a 16 anni, pena la non iscrizione fino ai 6 anni e il pagamento di multe per i genitori dai 6 anni in poi; obbligo di vaccinazione anche per i minori stranieri non accompagnati; i vaccini potranno essere prenotati anche in farmacia; nascita dell’Anagrafe nazionale vaccini; promozione di iniziative di informazione e comunicazione sulle vaccinazioni.
Le 10 vaccinazioni obbligatorie sono: anti-poliomelitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae di tipo B, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella. Per le ultime 4 è prevista una valutazione fra due anni per l’eventuale eliminazione dell’obbligo. Non saranno dirimenti per l’iscrizione a scuola, ma saranno offerti gratuitamente (con chiamata dalle Asl), i vaccini contro meningococco B, meningococco C, pneumococco e rotavirus (i primi due, in origine, erano previsti nel decreto come obbligatori).
Non serviranno 10 iniezioni, ma ne bastano due: 6 vaccini possono essere somministrati insieme con l’esavalente (anti-poliomielite, anti-difterite, anti-tetano, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae di tipo B; altri quattro possono essere somministrati con il quadrivalente (anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella).
Non si sono fatte attendere le reazioni alle parole del ministro Grillo. Caterina Bini, senatrice Pd e componente della Commissione Sanità, le ha commentate duramente: “Non crediamo alle nostre orecchie. L’esavalente contiene il vaccino per difterite, tetano, pertosse acellulare, poliomielite, epatite B e Haemophilus influenzae di tipo B, cioè per malattie mortali o gravemente invalidanti, specie se prese dai neonati. L’esavalente è dunque un salvavita. Non solo è gravissimo retrocedere sull’obbligo, ma è inaudito lasciare intendere ai genitori che possano evitare di fare questo vaccino ai figli”.
Ci va giù duo anche Maria Rizzotti, vicepresidente dei senatori di Forza Italia: “Quelle del ministro Grillo sarebbero parole gravissime per qualsiasi ministro della Salute, ma diventano inaudite per un ministro che è anche un medico. Come si può contravvenire alle indicazioni del mondo scientifico, che ha provato in modo certo la necessità anche del vaccino esavalente? Affermare che l’obbligo dovrebbe riguardare solo il vaccino contro il morbillo, prevedendo per gli altri la semplice raccomandazione, è da un lato irresponsabile e incredibile, dall’altro un maldestro tentativo di tenere a bada la sparuta minoranza ideologica dei no vax, ai quali il M5S, in campagna elettorale, ha fatto promesse impossibili da mantenere. Comunque sia, le parole della Grillo sono davvero incommentabili e dovrebbero spingere gli amici della Lega ad abbandonare i compagni di viaggio prima possibile”.
Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, in una nota dichiara: “Nel Lazio manteniamo l’obbligo su tutte le vaccinazioni,prima di tutto vengono i bambini ed il diritto alla salute. Basta con le parole che disorientano le famiglie”.
Dello stesso parere il governatore toscano Enrico Rossi: “Ormai il ministro Grillo ha detto tutto e il contrario di tutto. È inquietante che arrivino messaggi confusi e contraddittori. Mi sembra che siamo a un livello preoccupante di gestione di tutta la materia. In Toscana abbiamo fatto un grande recupero grazie alla legge fatta in precedenza e abbiamo applicato anche un sistema di registrazione telematica delle vaccinazioni. Non c’è bisogno, quindi, di carte e di certificati perché le autorità scolastiche, avendo accesso al registro regionale, possono vedere tranquillamente chi è vaccinato e chi non lo è”.
Più sintetico, ma non meno incisivo, Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, che affida a una nota il proprio commento: “Nel Lazio manteniamo l’obbligo su tutte le vaccinazioni. Prima di tutto vengono i bambini e il diritto alla salute. Basta con le parole che disorientano le famiglie”.
In disaccordo col ministro è anche Antonio Saitta, assessore alla Sanità della Regione Piemonte e coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni: “Già in precedenza alcuni vaccini erano raccomandati e non c’era una grande soglia di copertura. Vuol dire tornare indietro. Vedremo il testo, ma credo che si debba ancora seguire la strada dell’obbligo per i vaccini”.
Si associa Luca Barberini, assessore alla Salute, alla Coesione sociale e al Welfare della Regione Umbria: “La nuova proposta lanciata dal ministro Grillo è illogica, irragionevole e confusa. Non ha alcun senso rendere obbligatorio solo il vaccino per il morbillo e non quello per l’esavalente, che tutela i bambini da malattie gravi e non ancora debellate, come la poliomielite. Noi siamo convinti che si debba proseguire con l’attuale assetto normativo, che in Umbria ha permesso di tornare a raggiungere coperture vaccinali oltre la soglia di sicurezza del 95%, con punte di quasi il 98% proprio per l’esavalente. La confusione generata dal Governo sul fronte vaccini condiziona in maniera negativa le scelte dei genitori, a discapito della salute dei bambini, sui quali non si gioca e non si specula. In Umbria non vogliamo tornare indietro sull’obbligatorietà”.
Parla di confusione, infine, anche il virologo Roberto Burioni, che scrive su Facebook: “Non sono contro le tasse, ma per l’obbligo di pagarle solo se necessario. Obbligatoria l’Iva, ma non l’Irpef. Tutta questa confusione ha un effetto molto negativo sulle scelte dei genitori, ai quali il Governo dovrebbe fornire elementi chiari sui quali basare decisioni consapevoli e responsabili”.
Redazione Nurse Times
Fonte: www.quotidiano.net
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