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Nursing Up Piemonte: “Urge un chiarimento con l’assessore Icardi”

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Nursing Up Piemonte: “Urge un chiarimento con l’assessore Icardi”
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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a firma di Claudio Delli Carri, segretario regionale del sindacato.

Apprendiamo che l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Luigi Genesio Icardi (foto, ndr), ha dato seguito a un incontro, nei giorni scorsi, in modo separato, con una sigla sindacale non presente al tavolo di trattativa regionale, discutendo con la stessa di carenze e piani per la gestione del personale. Fatto documentato da foto circolate sui social. Noi crediamo che gli incontri singoli, informali con le rappresentative sindacali siano uno strumento conoscitivo della realtà piemontese utile all’assessorato. Ben vengano, dunque, queste forme di dialogo, non ufficiali, e speriamo che tutte le sigle sindacali del comparto possano avvalersene. Ad esempio, noi, da mesi, siamo in attesa di un incontro con l’assessore.

Vogliamo però sottolineare la necessità irrimandabile di un tavolo di trattativa ufficiale con tutte le sigle rappresentative e firmatarie di contratto, per una discussione concreta che frutti decisioni reali che possano portare dei risultati. Proseguire solo con colloqui conoscitivi, infatti, seppure siano utili ad avere consensi sui social, è insufficiente dal punto di vista della soluzione dei problemi. Un macroscopico errore strategico nella gestione della sanità piemontese. Invitiamo dunque l’assessore Icardi a correggere una lineache pare dettata dalla necessità di approcciare con un sistema complesso quale è quello della sanità piemontese.

Nursing Up Piemonte, sindacato degli infermieri italiani e delle professioni sanitarie, chiede quindi con la massima urgenza un incontro tra l’assessore e i rappresentanti del tavolo di trattativa regionale, nel quale possano essere chiarite le posizioni e le strategie per la soluzione dei gravissimi problemi che vanno affrontati. Ad esempio la continua e drammatica carenza di personale, le assunzioni che non decollano mai, l’argomento libera professione (che non viene mai discusso), il disavanzo economico che incombe sulla sanità regionale, solo per citare alcune criticità. Fatti che inchiodano la sanità piemontese. Rammentiamo all’assessore che, in assenza di un dialogo costruttivo e di risposte, siamo pronti a utilizzare tutti gli strumenti in nostro possesso per raggiungere l’obiettivo di stabilizzare il fragilissimo sistema su cui si reggono gli ospedali.

“L’incredibile leggerezza con cui la Regione ha avviato questa parte di gestione della sanità – attacca Claudio Delli Carri, segretario regionale del Nursing Up – stupisce e preoccupa. Rammentiamo all’assessore che è da quattro mesi che, come sigla sindacale, attendiamo un incontro al tavolo di trattiva. La situazione della sanità regionale è al collasso:abbiamo i pronto soccorso intasati già prima che si verifichino le emergenze, ad esempio per la stagione influenzale alle porte; abbiamo turni massacranti e mancanza di personale, che non viene mai sostituito; non esiste una metodologia di calcolo del fabbisogno di personale nelle varie realtà sanitarie che possa creare parametri certi su cui basare le azioni di programmazione e la gestione del comparto. E poi i piani aziendali delle assunzioni sono fermi al palo, con procedimenti lenti che non portano a reali aumenti di personale necessari a coprire i turni. Che dire, poi, degli adeguamenti contrattuali inesistenti e della libera professione costantemente ignorata? Sentiamo, però, parlare spesso di agenzie interinali e di ‘non demonizzare’ certe situazioni, atteggiamenti che paiono tendere a politiche di privatizzazione che noi respingiamo con forza”.

Conclude Delli Carri: “Noi pensiamo sia necessario lavorare per la messa in sicurezza del personale sanitario, con misure strategicamente funzionali al sistema, per supportare il ricambio generazionale di un personale sempre più vecchio, usurato, ma sottoposto quotidianamente a carichi di lavoro enormi. E davvero stupisce che, invece, l’assessore preferisca parlare per proclami, dando poi seguito a incontri informali, non risolutivi, con il fine forse di far girare immagini sui social. Ribadiamo la nostra offerta di dialogo, come già avevamo fatto nell’ultima lettera inviatagli a settembre, rigettando invece un eventuale atteggiamento di chiusura. Non vorremmo essere costretti anche noi a pubblicare, sui social, immagini di infermieri che incrociano le braccia inascoltati”.

Redazione Nurse Times

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