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Nursind porta in piazza gli infermieri il 28 gennaio. Bottega: “Siamo arrabbiati. Ci sentiamo presi in giro”

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Indennità infermieristica, Bottega (Nursind): "Non sputiamo su questo aumento"
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“Siamo arrabbiati. Ci sentiamo traditi e presi in giro. Per questo mi aspetto che allo sciopero proclamato il prossimo 28 gennaio ci sia una massiccia partecipazione di infermieri”. Quello che può sembrare un auspicio di fatto è una e vera propria convocazione di piazza firmata dal segretario nazionale del sindacato Nursind, Andrea Bottega.

Alla base della protesta c’è la mancata erogazione dell’indennità di specificità nella manovra di bilancio. Una delle “dimenticanze” della politica che a parole si schiera a sostegno degli infermieri e nei fatti li tratta come figli di un dio minore. “L’indennità non ci è stata ancora erogata” spiega Bottega intervistato da Nurse Times. “Si sarebbe potuto presentare un emendamento anche al Senato ed invece c’è chi non lo ha fatto”.

La beffa, aggiunge il segretario nazionale di Nursind, si aggiunge al danno di “aver pagato con i soldi delle nostre indennità, quindi di tasca nostra, i due anni di pandemia”. L’emergenza pandemica del resto, ha messo a nudo la fragilità del sistema sanitario e le lacune degli organici: mancano gli infermieri e quelli in servizio sono anche i meno pagati d’Europa.

Sulla vicenda anche la Fnopi ha dovuto prendere posizione, dopo un clamoroso autogol della presidente Barbara Mangiacavalli: a chi le ha fatto notare che gli infermieri italiani sono sottopagati, ha spiegato che è tutto la pubblica amministrazione italiana a non essere attrattiva.

Gli infermieri, di fatto, sono dipendenti pubblici. “E’ vero – commenta Andrea Bottega -: il fatto di essere all’interno della pubblica amministrazione, prevede utilizzo di risorse vincolate. Se aumento di dieci euro il compenso degli infermieri, devo aumentare tutti gli altri dipendenti pubblici. L’unico aumento – spiega il segretario di Nursind – che si può differenziare è quello con la legge di Bilancio come avvenuto con il secondo Governo Conte: agli infermieri sono stati dati 335 milioni di euro in più per valorizzare la loro professione”.

Cifra, va detto, irrisoria perché, a conti fatti ha portato, nelle buste paghe degli infermieri italiani 70 euro lordi al mese. “Le altre nazioni – aggiunge Bottega – hanno dato tra i 200 e i 400 euro in più agli infermieri”. E così, se è vero che si vuole valorizzare economicamente una professione che rischia di non essere più attrattiva, c’è bisogna di mettere nuove risorse in bilancio: “Si mettano altri 335 milioni di euro per gli infermieri – rilancia Bottega -. La valorizzazione economica, con l’ampliamento delle competenze quest’anno deve essere fatto”.

Salvatore Petrarolo

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