Un webinbar ospitato da Icn ha visto l’intervento di alcuni leader infermieristici del Paese sotto attacco, in collegamento dai seminterrati dei loro ospedali.
Il Consiglio internazionale degli infermieri (Icn) ha ospitato il webinar “#NursesforPeace – Ucraina e la risposta infermieristica”, riunendo i leader delle associazioni infermieristiche nazionali di Ucraina, Ungheria, Moldavia, Polonia, Romania e Slovacchia, nonché i leader di Icn, Efn (Federazione europea delle associazioni infermieristiche) ed Efnnma (Forum europeo delle associazioni nazionali di infermieri e ostetriche). Vi hanno preso parte anche diversi leader infermieristici ucraini, in collegamento dai seminterrati dei loro ospedali, ricevendo attestati di solidarietà dai colleghi degli altri Paesi. Obiettivo dell’iniziativa: condividere informazioni e decidere azioni per salvaguardare gli infermieri e gli altri operatori sanitari, proteggere strutture e forniture e garantire l’accesso agli aiuti umanitari.
In seguito alla riunione, Icn, Efn ed Efnnma, con il supporto delle associazioni nazionali – per l’Italia la Consociazione nazionale delle associazioni infermiere/i (Cnai) – hanno rilasciato una dichiarazione congiunta che condanna fermamente l’invasione russa dell’Ucraina, l’interruzione dei servizi sanitari e gli attacchi alle strutture sanitarie e ai civili innocenti, chiedendo un immediato cessate il fuoco, la fine di tutte le ostilità e l’inizio di negoziati diplomatici intensificati per assicurare la pace. Inoltre Icn ha lanciato la campagna social #NursesforPeace per incoraggiare g,li ifdermieri di tutto il mondo a esprimere solidarietà ai colleghi ucraini, postando foto di se stessi e usando l’hashtag #NursesforPeace.
Pamela Cipriano, presidente dell’Icn, ha dichiarato: “Icn, Efn e Efnnma stanno aggiungendo le loro voci agli appelli per la fine delle ostilità in Ucraina e per dare una spinta concertata per una soluzione diplomatica che metta fine a questa invasione. I 28 milioni di infermieri del mondo sono solidali con i loro colleghi in Ucraina e parlano con una sola voce, chiedendo la fine di un’aggressione che ha già visto un numero sconosciuto di morti e centinaia di migliaia di persone sfollate. Non si devono perdere altre vite. Sotto lo slogan #NursesforPeace continueremo a usare ogni mezzo a nostra disposizione per sostenere gli sforzi umanitari sia in Ucraina che nei Paesi confinanti, dove infermiere i infermieri stanno ancora una volta giocando un ruolo di leadership centrale. Abbiamo un enorme debito di gratitudine nei confronti dei coraggiosi colleghi ucraini e di quelli dei Paesi vicini, che si sforzano di trovare soluzioni pratiche per proteggere e curare i loro pazienti in circostanze apparentemente impossibili”.
Howard Catton, Ceo dell’Icn, ha poi riconosciuto l’incredibile valore delle infermiere ucraine: “La salute e la pace sono inseparabili. Come comunità infermieristica globale, i nostri valori sono promuovere la salute, fornire assistenza e compassione, e portare la riconciliazione attraverso la guarigione. La pandemia non è ancora alle nostre spalle, ma ancora una volta la gente di tutto il mondo è testimone del coraggio incrollabile e della forza delle infermiere per proteggere la nostra salute e l’umanità. Invitiamo tutti a dimostrare la loro solidarietà verso infermiere/i ucraini e a sostenere #NursesforPeace”.
Nataliya Lishchenko, ex direttrice di una scuola per infermieri in Ucraina che collabora con Icn quale collegamento con gli infermieri ucraini, ha facilitato la traduzione per i colleghi infermieri ucraini che si sono uniti alla call eha parlato della situazione del personale in Ucraina: “So che i miei colleghi in Ucraina hanno bisogno di molto sostegno psicosociale ed emotivo. La situazione è incredibilmente difficile, pericolosa e traumatica per ogni infermiere ucraino, ma loro continuano a lavorare e a impegnarsi nell’assistenza. Sapere che hanno il sostegno della comunità infermieristica internazionale è davvero importante in questi tempi incredibilmente difficili”.
Tetyana Chernyshenko, presidente dell’Associazione Infermieri dell’Ucraina, si è unita al webinar da Kiev. Ha parlato del conflitto in corso, dicendo che molte città sono sotto tiro e molti civili sono stati feriti o uccisi: “La nostra gente sta cercando riparo nelle stazioni della metropolitana e le bombe stanno colpendo non solo i luoghi di residenza, ma anche gli ospedali. Sono stati persino partoriti bambini nei rifugi della metropolitana o nei seminterrati degli ospedali”. Quindi ha ringraziato i Paesi confinanti che hanno accolto e curato molti rifugiati ucraini.
Aneliya, infermiera di Kiev che vive in ospedale, ha portato la sua drammatica testimonianza: “Stiamo assistendo a un aumento degli attacchi a Kiev e ci stiamo preparando a un gran numero di feriti. Siamo particolarmente preoccupati per la crescente mancanza di attrezzature mediche di base, compresi i lacci emostatici. Stiamo anche fornendo addestramento di primo soccorso ai civili, ma abbiamo disperatamente bisogno di più materiale sanitario”. Lo stesso ha fatto Svitlana, capo-infermiera di Ternopil, dove la situazione è più tranquilla che a Kiev e Kharkiv: “Abbiamo centri di distribuzione con la presenza di studenti e altri volontari. Stiamo ricevendo materiali dalla Polonia e da altri Paesi. Stiamo distribuendo tutto quello che riceviamo alle città che ne hanno bisogno”.
Le infermiere ucraine hanno quindi rivolto un appello per il supporto psicosociale e di materiale medico, tra cui materiali per il trattamento delle ferite, come lacci emostatici, farmaci e antibiotici, nonché camici monouso. I rappresentanti delle associazioni infermieristiche nazionali dei Paesi vicini hanno poi parlato della situazione dei rifugiati e di come stanno aiutando a far arrivare materiale sanitario in Ucraina. I leader infermieristici di Slovacchia, Polonia, Romania e Moldavia hanno parlato di “un’enorme ondata di solidarietà e sostegno da parte dei singoli” per aiutare i rifugiati in arrivo dal confine.
Gli sfollati, soprattutto donne e bambini, arrivano dopo giorni di viaggio. Sono stanchi, infreddoliti, affamati e sotto shock. Molte infermiere stanno accogliendo i rifugiati nelle loro case, ma le responsabili delle infermiere hanno messo in guardia dal pericolo di cercare di far passare i rifornimenti in Ucraina su base individuale, raccomandando il ricorso ai canali ufficiali. Tra questi, il fondo umanitario dell’Icn, che consente agli infermieri di fornire sostegno finanziario ai colleghi ucraini.
“Le nostre più sentite condoglianze e i nostri pensieri sono per tutti i nostri colleghi in Ucraina – ha detto Elizabeth Adams, presidente dell’Efn –. Conosciamo l’incredibile lavoro che state facendo e cerchiamo qualsiasi opportunità per potervi sostenere. Avete il pieno appoggio di Efn e continuiamo a lavorare con i nostri colleghi per sostenervi. Ringraziamo sinceramente anche i colleghi dei Paesi di confine per l’incredibile lavoro che stanno facendo”.
Sostegno a tutte le infermiere e le ostetriche in Ucraina è stato espresso anche da Mervi Jokinen, vicepresidente di Efnnma: “Dovremmo avere un fronte unito. Possiamo essere influenti nella nostra organizzazione e lavorare in collaborazione con agenzie internazionali esperte nella gestione delle crisi sanitarie. Dobbiamo fornire un supporto psicosociale pratico a tutte le nostre infermiere e ostetriche”.
Vicinanza a tutti i professionisti sanitari e alla popolazione ucraina è giunta infine da Cnai e Noii (Network italiano delle organizzazioni infermieristiche): “Manifestiamo vicinanza anche ai cittadini ucraini già presenti in Italia e a quelli in arrivo lungo i corridoi umanitari. L’Icn continuerà a lavorare con le associazioni infermieristiche nazionali dell’area per sostenere il popolo ucraino, compresi coloro che sono stati costretti a fuggire dal loro Paese”.
Redazione Nurse Times
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