Discutiamo sui nuovi LEA o Livelli Essenziali di Assistenza sono definiti dal Ministero della Salute come “l’insieme delle attività, dei servizi e delle prestazioni che il SSN eroga a tutti i cittadini gratuitamente o con pagamento di ticket” (Fonte: www.salute.gov )
Da tempo siamo in attesa dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) in sostituzione di quelli obsoleti del 2001. Il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, già nella scorsa estate li aveva annunciati, producendo false aspettative circa l’imminente risoluzione di situazioni critiche. Di fatto ancora oggi stiamo attendendo.
Personalmente ho seguito e continuo a seguire la vicenda, ero presente nella Sala di Palazzo San Macuto il 18 Giugno 2015, nell’incontro voluto dal presidente della Commissione Sanità della Camera, On.Pierpaolo Vargiu, in qualità di membro attivo dell’Aistom. (Fonte: www.superando.it )
In considerazione del Patto della Salute e visti i nuovi bisogni espressi, lo stesso On. Vargiu, alle associazioni presenti a Roma il 18 Giugno (Aistom, Fincopp, Aimar, Fish, Faip, Favo) ha chiesto un documento sintetico da portare nelle sedi istituzionali deputate, Ministero della Salute e Conferenza Stato-Regioni. La stessa giornata ha poi evidenziato come i nuovi LEA già allora abbozzati, non prevedevano la riabilitazione del malato oncologico e non. Il Presidente FAVO ha poi rilevato il fatto che i LEA vengono definiti come Civili e Sociali ma non Sanitari, pertanto si è reso lecita la loro disapplicazione in molti ambiti sanitari.
La stessa classe politica ha riconosciuto la situazione critica attuale e il senatore Luigi Dambrosio Lettieri, presente a Palazzo San Macuto, ha dichiarato il bisogno di un pressing da parte delle associazioni di volontariato sulle istituzioni e il bisogno di un nuovo emendamento o legge. Apparentemente sembra che il nostro Modello Sanitario inizi a non essere più universale e che bisogna riorganizzare il SSN.
Saranno i nuovi LEA in grado di preservare il nostro Modello Sanitario, invidiato per molti aspetti a livello internazionale?
I nuovi LEA dovrebbero garantire servizi e prestazioni che mancavano ai precedenti ma i dubbi sorgono circa la sostenibilità di spesa da parte del SSN e circa gli standard qualitativi. L’erogazione dei nuovi LEA, secondo stima dello stesso Ministro della Salute, comporta una spesa di circa 415 milioni di euro. Con una spesa per regione di poco non inferiore a 20 milioni di euro. Dopo una valutazione del Ministro dell’Economia e delle Finanze, si pensa a recuperare risorse economiche rivalutando prestazioni e servizi inappropriati, inefficienti, evitando sprechi. Gli stessi medici italiani sono stati già investiti da limitazioni sulle prescrizioni per prestazioni, proprio per ridurre gli sprechi.
Il SSN attualmente vive una situazione critica in cui l’aspetto normativo crea una sorte di “sabbie mobili” e dall’altro la velocità dell’avanzamento tecnologico (dispositivi medici meno invasivi, più sofisticati per la diagnosi e cura); è proprio in questo contesto che vi sono le difficoltà per definire i nuovi LEA: rischio/beneficio, costi, sostenibilità e reale bisogno nazionale sono le tre dimensioni su cui ruotano le proposte.
Sembrerebbe che i nuovi LEA non saranno al passo con la pratica clinica e la tecnologia, proprio per questione di costi e nonostante il fatto che scelte differenti darebbero ottiche lungimiranti di efficienza, efficacia e accuratezza. Lo sblocco del Nomenclatore Nazionale sulle prestazioni ambulatoriali (che attualmente risale al 1996) e quello sull’assistenza protesica (che risale invece al 1999) è un passo avanti nonostante i rischi delle gare centralizzate (a cui mi sono riferito nel mio precedente articolo “Dispositivi Protesici Stomali…”
Quindi i Nuovi LEA potrebbero mettere in dubbio anche la personalizzazione delle cure!
Maurizio Limitone
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