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#noisiamopronti o il ritorno dei “soliti noti”?

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Giunti ormai al tramonto di questo 2016, che ha visto il mondo infermieristico subire attacchi diretti ed indiretti da più parti, crediamo sia giunto il momento per fare una analisi, che non sia autoreferenziale come qualcuna letta recentemente su altre testate infermieristiche, sul fenomeno #noisiamopronti.

Che gli infermieri, in generale, siano pronti a fare un salto di qualità, o per meglio dire, a vedere riconosciuto il salto di qualità che in molti ambiti hanno già fatto da tempo, non vi è dubbio alcuno.

Annalisa Silvestro, membro del Comitato Centrale Ipasvi. Pietro Giurdanella, presidente collegio Ipasvi di Bologna (foto web)

Il gruppo Facebook in oggetto però, nato sull’onda della nota diatriba tutta emiliana sulle procedure territoriali 118, pare essere qualcosa di diverso o, almeno, appare proporsi come tale.

Dalle parole dello stesso Presidente di IPASVI Bologna, Pietro Giurdanella, già fondatore e amministratore del gruppo, si evince che: “Gli infermieri sono pronti per le competenze specialistiche, pronti per il lavoro in equipe, pronti per sostenere il cambiamento e pronti per sostenere le esigenze del cittadino”.

Ci si chiede, da infermieri, come sia possibile non essere d’accordo con tale assunto.

C’è da dire, però, che il famigerato comma 566, che dovrebbe sdoganare finalmente le competenze specialistiche, è arenato da ormai molto tempo alla Conferenza Stato-Regioni e appare anche, per molti versi, superato dagli eventi.

Ovvio che gli infermieri necessitano di vedere riconosciute le loro competenze, ma in che modo?

Davvero si vuole far credere agli infermieri, ancora una volta, che la divisione recentemente proposta in esperti e specialisti, se non accompagnata da una seria revisione dei sistemi che integrino, valorizzino, utilizzino correttamente e retribuiscano adeguatamente questi professionisti, possa davvero cambiare le cose?

O, forse, ci si troverà ad una ennesima distribuzione di risorse a pioggia che faccia seguito a una distribuzione di titoli assolutamente avulsi da una seria integrazione nei sistemi, creando in questo modo ulteriori sacche di frustrazione professionale?

Ci si chiede poi, sempre riportando le parole di Giurdanella, se sia necessario discutere della “prontezza” degli infermieri a lavorare in equipe. Esistono infermieri che non sono abituati a questo?

Forse il problema va ricercato nella visione di altre professioni che tendono ad accentrare su se stesse ogni attività decisionale, che sia o meno inerente al loro profilo professionale specifico.

Viene da chiedersi? E’ stato “#pronto” Giurdanella nel cogliere l’occasione di spiegarlo in un recente incontro con le rappresentanze degli Ordini dei Medici riunitisi proprio nella sua città?

Sulle altre due affermazioni, visto il grado di genericità, non ci esprimiamo.

A scanso di equivoci lo ripetiamo ancora: è impossibile eccepire a quanto si afferma. Sarebbe come eccepire sul fatto che l’acqua è bagnata. Dopo due anni, quasi, di movimento crediamo però che gli infermieri meritino più concretezza.

Ma, allora, viene da porsi un’altra domanda: #noisiamopronti nasce e cresce solo come pagine Facebook che raccoglie i cosiddetti “mi piace”, o nasconde altre ambizioni di natura “politica”?

Essere pronti, al momento, si concretizza nel ricondividere articoli su cui si discute di temi che davvero appaiono, almeno politicamente, inconsistenti come la presa di posizione, seguita da decine di commenti, su una badante che ha improvvidamente scritto in qualche annuncio di poter fare una iniezione intramuscolare. (Senza trascurare che a volte il disappunto di alcuni iscritti al gruppo Facebook, anche quando viene espresso, è di sovente rapidamente rimosso)

Dov’è l’idea di politica professionale che #noisiamopronti (gruppo Facebook chiuso, ad accesso autorizzato e con pubblicazione moderata, che spesso ha finito con l’escludere chi dissente o non è gradito, come già riportato in un precedente articolo di questa testata) vuole portare alla comunità infermieristica?

Visto che, a giudizio di diversi osservatori, si starebbe per palesarsi un asse, anche nel Consiglio Nazionale della Federazione, che parrebbe essere composto, guarda caso, da alcuni tra quelli che frequentano con assiduità il gruppo e che, l’obiettivo tenderebbe a mettere in difficoltà la Presidente Barbara Mangiacavalli, allora ci chiediamo e il quesito lo giriamo a Giurdanella: chi lavora con lui e a quale scopo?

I movimenti vanno osservati, rispettati e valorizzati ma, come infermieri abbiamo TUTTI il diritto di sapere a cosa tendono.

E’ cosa nota che esiste una corrente, riconducibile alla senatrice e consigliere nazionale, Annalisa Silvestro, che appare molto vicina al #noisiamopronti (che, al momento, dovrebbe essere solo un gruppo Facebook, salvo che sotto mentite spoglie non si nasconde altro).

Davvero dobbiamo aspettarci il ritorno della Senatrice, sotto la spinta di un movimento che si definisce innovativo e che raccoglie, sì, molte adesioni tra studenti, neolaureati e colleghi insoddisfatti, recentemente riuniti in convegno, ma per ovvi motivi (e non certamente per loro demerito) facilmente strumentalizzabili?

Non va sottaciuto l’ennesimo tentativo della Senatrice di spendere un bonus elettorale proprio con gli infermieri utilizzando la posizione ricoperta nella comunità infermieristica, per sostenere le ragioni del Si al referendum (VEDI) che, evidentemente, non ha convinto gli italiani e, tra loro, certamente migliaia di infermieri.

#noisiamopronti…..sì, Presidente Giurdanella, tutti noi siamo pronti.

Lo sono tutti gli infermieri, non solo quelli iscritti al suo gruppo, e da un pezzo. Ma, allora lo chiediamo senza giri di parole: Lei, Giurdanella, a cosa si sta preparando?…E con chi?

 

Massimo Randolfi

 

Foto: web

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