Sono ormai tramontato i giorni nei quali i cittadini ringraziavano gli eroi in camice bianco che quotidianamente combattono il Covid-19 lasciando spazio ad orde di idioti che negano l’esistenza del video e addirittura rincorrono le ambulanze accusando il personale sanitario di girare a vuoto con le sirene accese per terrorizzare la popolazione.
Un nuovo inseguimento si è verificato ieri a Turro, quando una donna ha concluso la rincorsa al mezzo del 118 con un aggressione al team di soccorso ed una serie di calci e pugni contro la vettura.
«Girate con le sirene per far paura alla gente».
Trascorsi dieci mesi di lavoro senza sosta con gli ospedali ormai al collasso, medici e infermieri non ricevono più applausi e cori dalle persone obbligate al lockdown. E forse qualcuno inizia a comprendere che probabilmente non tutti usciranno migliorati da questa pandemia.
Si spera tuttavia che la follia distruttiva di questa negazionista non resti impunita: il presidente dell’associazione InterSos Luca Casé ha deciso di dare un segnale a squilibrati, complottisti o semplici idioti, che in queste settimane hanno contribuito a rendere il lavoro di infermieri e soccorritori ancora più difficile.
La donna, identificata da una pattuglia della polizia locale, sarà denunciata dai legali dell’associazione di soccorso pubblico. E già nei giorni scorsi il presidente Casé era intervenuto pubblicamente per smentire la «fake news» delle ambulanze che viaggiavano vuote. Una scemenza circolata in rete insieme ai video dei pronto soccorso deserti nei tanti gruppi negazionisti che prosperano sui social.
I fatti si sono svolti sabato mattina intorno alle 10, quando dalla centrale Areu del 118 è arrivata una «missione» per un evento medico in codice giallo.
L’equipaggio della ambulanza InterSos viene inviato in via Ilarione Rancati in «sirena». Quando i soccorritori arrivano nella strada, come da prassi, l’equipaggio sale nell’appartamento — ovviamente visto il periodo con tutte le protezioni anti contagio — mentre l’autista rimane in strada con l’ambulanza.
In quel momento che si avvicina una donna e inizia a inveire contro i soccorritori. Urla che sono «terroristi», che girano «con le sirene per far paura alla gente». Poi cerca di colpire il mezzo con calci e pugni. Una scena che viene prima fermata dai parenti del malato, poi dall’intervento di una pattuglia dei vigili di passaggio fermata dall’autista dell’ambulanza.
La donna è stata fortunatamente identificata e ora i dati sono nelle mani dell’ufficio legale della InterSos che nelle prossime ore procederà con la querela: «Dobbiamo dare un segnale anche per la tutela della sicurezza dei nostri dipendenti — spiega Casé —, questi episodi si stanno ripetendo sempre più spesso».
La conferma arriva anche da altri soccorritori che sui gruppi social raccontano di insulti e aggressioni di negazionisti. «Lavorare in queste condizioni è sempre più difficile».
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