È accaduto all’ospedale Cotugno. Avviata un’indagine interna per accertare le responsabilità.
Un ragazzo gay di 37 anni , in attesa di visita chirurgica all’ospedale Cotugno di Napoli, si sarebbe sentito più volte ripetere che la propria omosessualità è una patologia. A formulare la strampalata diagnosi sarebbe stato lo stesso chirurgo che avrebbe dovuto operarlo nei giorni successivi. Il paziente ha raccontato l’accaduto all’associazione Arcigay di Napoli, che ha provveduto a denunciare la vicenda.
«È stato prima preso in giro dal chirurgo – si legge in una nota dell’Arcigay -, che ironizzava in maniera volgare sulla funzionalità e sull’utilità dei suoi organi genitali. Poi non è riuscito a ottenere dallo stesso risposte chiare a domande specifiche circa le inferenze tra decorso post-operatorio e possibilità di svolgere una normale vita sessuale. Il medico infatti ha reagito stizzito ai quesiti, definendo in maniera irritata l’omosessualità come una patologia, fino a strappare l’impegnativa per ulteriori accertamenti».
La grave vicenda ha assunto un risvolto ancora più surreale, considerato che l’ospedale Cotugno collabora attivamente con l’Arcigay. Da anni, infatti, combattono fianco a fianco contro Aids e altre malattie a trasmissione sessuale. «Sono rimasto allibito, dispiaciuto, mi veniva da piangere – racconta il 37enne, che chiede l’anonimato – e all’uscita della stanza tremavo. Pensavo che se al mio posto ci fosse stato un diciottenne, magari anche più debole psicologicamente e con tutte le sue insicurezze, avrebbe potuto subire un trauma insopportabile».
Un’indagine interna è stata immediatamente avviata dall’azienda ospedaliera per accertare le responsabilità. «In merito a quanto denunciato dall’Arcigay di Napoli – conferma il direttore generale Giuseppe Matarazzo – è stata avviata una indagine interna per verificare il fatto denunciato e per prevenire ogni eventuale e ulteriore episodio discriminante. Una volta accertati i fatti, saranno presi gli eventuali provvedimenti del caso».
Simone Gussoni
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