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Napoli, lavanderia in sciopero: ospedali senza biancheria

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Napoli, lavanderia in sciopero: ospedali senza biancheria
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Borrelli (Verdi): “Grave che si tenti di combattere una battaglia sulla pelle dei malati. Serviva maggiore senso di responsabilità”.

L’ospedale più grande del Sud Italia, il “Cardarelli” di Napoli, bloccato dallo sciopero della ditta che si occupa del servizio di lavanderia. Una situazione che dura da giorni anche in altri ospedali napoletani e che si è sbloccata solo ieri. Ben 1.239 lavoratori della American Laundry hanno incrociato le braccia per giorni, impedendo il ricambio di biancheria pulita nelle strutture sanitarie cittadine. La loro azienda è stata colpita da interdittiva antimafia nel novembre 2018, e per questo sarà costretta a lasciare l’appalto alla ditta seconda classificata nella gara d’appalto, la quale potrebbe però non riassorbirli, in quanto le clausole di salvaguardia previste per legge dal 2016 non sono retroattive.

Ieri il “Cardarelli” è stato costretto a sospendere tutte le attività, “onde ridurre i volumi di utilizzo della biancheria pulita”. Lo sciopero è poi terminato proprio nella giornata di ieri, ma l’attività dell’ospedale era già compromessa. Mentre, spiegava il commissario straordinario dell’Asl Napoli 1 Centro, Ciro Verdoliva, negli altri ospedali l’emergenza era già rientrata. A sbloccare la situazione è stata la convocazione di un tavolo presso l’assessorato al Lavoro della Regione Campania, al quale parteciperanno i commissari straordinari dell’American Laundry, i sindacati, i delegati della ditta subentrante (la Hospital Service) e la Soresa, l’azienda della Regione che si occupa di sanità.

«Sospesi ieri al “Cardarelli” – ha spiegato il direttore sanitario Franco Paradisotutti gli interventi e i ricoveri che sono differibili di qualche giorno. Un provvedimento necessario per regolamentare il flusso dei ricoveri. Ieri sera (martedì per chi legge, ndr) siamo arrivati a fine giornata con un grosso problema sulle lenzuola, sia per i reparti che per le camere operatorie».

Il servizio di lavanderia è ripartito oggi a pieno regime. Ieri il Cup (Centro unico prenotazioni) ha dovuto contattare i pazienti i cui ricoveri non urgenti al “Cardarelli” erano previsti in giornata per far slittare il loro arrivo in ospedale ad altra data. La direzione generale dell’ospedale ha diramato anche una nota in cui sottolineava che sarebbero stati invece “garantiti tutti gli interventi e le prestazioni d’urgenza, nonostante la mancata fornitura della biancheria da parte della società fornitrice esterna per lo sciopero delle maestranze” e che “non si è reso necessario provvedere ad acquisti in autonomia in quanto la situazione, allo stato, sembra in fase di normalizzazione, essendo stata garantita la ripresa della consegna sia della biancheria che dei kit sterili per le camere operatorie”.

Ma lo stallo di ieri al “Cardarelli” non è che la punta dell’iceberg di una crisi che interessa da alcuni giorni diversi ospedali napoletani. Si è provato a ricorrere ad altri fornitori privati, ma negli ultimi giorni il delicato equilibrio è precipitato verso la completa paralisi a causa del blocco del ritiro della biancheria sporca per l’ostracismo dei dipendenti dell’American Laundry, impiegati direttamente in ospedale. In molti casi non si è riusciti a reperire le lenzuola pulite e i pazienti hanno atteso ore prima di potersi mettere a letto, accontentandosi infine della distribuzione di lenzuolini di carta monouso.

Martedì, invece, in molti letti sono apparse le lenzuola verdi riservate alle sale operatorie. Fatti che hanno spinto Olga Porta, uno dei tre commissari della società, ad andare in Procura per presentare denuncia. E sul fronte giudiziario darà battaglia anche la direzione Salute della Regione Campania, che in una nota diffusa nella serata di ieri ha annunciato che presenterà un esposto-denuncia per interruzione di pubblico servizio. Le aziende sanitarie napoletane, per la maggior parte, risultano ancora legate alla American Laundry, in virtù di proroghe a cavallo dei contenziosi avviati davanti al Tar dopo l’interdittiva antimafia adottata contro la società.

“Riteniamo molto grave che alcuni lavoratori della American Laundry abbiano tentato di combattere la loro battaglia sulla pelle degli ammalati. Interrompere la fornitura di biancheria agli ospedali napoletani ha rappresentato un atto che non ha giustificazione. Esistono alcuni servizi che non possono essere interrotti in alcun caso. Tra questi figurano le forniture per gli ospedali, luoghi dove il benessere e la dignità delle condizioni dei malati devono essere garantiti al di là di qualsiasi rivendicazione. Lo sciopero ha creato problemi gli ospedali, che non riescono a garantire i ricoveri e interventi. Serviva un maggior senso di responsabilità da parte di tali lavoratori in una vicenda tanto delicata”. Così il consigliere regionale dei Verdi e membro della commissione Sanità, Francesco Emilio Borrelli.

“I lavoratori della American Laundry – prosegue Borrelli – stanno portando avanti una battaglia per mantenere il posto di lavoro, ma ci chiediamo come possa rivendicare di operare in questo comparto chi lascia senza biancheria gli ammalati. Il nostro auspicio è che il confronto tra enti, aziende e lavoratori avvenga lealmente presso i tavoli istituzionali e non sulla base gesti irresponsabili, che risultano deleteri per le principali vittime di questa storia: i pazienti degli ospedali”.

Redazione Nurse Times

 

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