Lo hanno annunciato i vertici della sanità lombarda. Nelle strutture saranno collocate tutte le funzioni più prossime al cittadino.
Nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Lombardia è stato presentato il Progetto per l’attuazione di case e ospedali di comunità nella città di Milano. “E’ la prima attuazione concreta del Pnrr”, ha precisato l’assessore al Welfare, Letizia Moratti. “La Giunta regionale – ha spiegato il governatore Attilio Fontana – ha approvato questa delibera destinata al potenziamento della sanità di prossimità, così come previsto dalla legge. Il progetto sarà poi replicato negli altri territori lombardi, partendo dalle province che più hanno sofferto durante la pandemia”.
Nelle case e negli ospedali di comunità saranno collocate tutte le funzioni più prossime al cittadino: dalla prevenzione e promozione della salute alle cure primarie, con tutto il necessario per gestire i pazienti cronici, passando per un’area di ambulatori specialistici per criticità poco complesse e un’area di servizi integrati col Comune, che si colloca tra aspetto sanitario e sociale. In media ci sarà una casa di comunità ogni 50mila abitanti, e sarà previsto un ospedale di comunità per ogni Asst, per un totale di 15 case di comunità e 9 ospedali di comunità nella città di Milano.
L’ospedale di comunità ospiterà le stesse funzioni della casa di comunità, con un numero tra i 20 e i 40 posti letto a bassa intensità in pù, da gestire in raccordo tra medici di medicina generale e ospedali per acuti. “Per ogni municipio di Milano – ha detto Walter Bergamaschi, direttore generale dell’Ats Milano – abbiamo immaginato dove riposizionare o riqualificare strutture a seconda delle aggregazioni dei medici. Di queste, sette sono attivabili entro un anno. Sotto il profilo dell’assistenza sanitaria, si tratta di un piano di innovazione del territorio senza precedenti. Oggi gli assistiti riconoscono soprattutto l’ospedale come luogo di cura. Con questo nostro progetto vorremmo che i milanesi riconoscessero per primi le case e gli ospedali di comunità come nuovi presidi per la loro salute”.
L’analisi socio-demografica del progetto sulla città di Milano è stata realizzata sulla base del numero di abitanti, l’età della popolazione, la densità abitativa, le principali patologie croniche e i consumi sanitari. La collocazione delle strutture territoriali all’interno del capoluogo lombardo ha avuto come elemento di valutazione prioritario l’aggregazione dei medici di medicina generale sul territorio. Sono state mappate le strutture esistenti per individuarne la riqualificazione e la riorganizzazione dei servizi, ma tra le tipologie di intervento sono previste anche nuove costruzioni. “Nessun ospedale attuale sarà trasformato in ospedale di comunità – ha precisato Moratti –. I nostri presidi ospedalieri rimarranno tutti”. Per le case di comunità sarà garantita l’attività medica e infermieristica sulle 24 ore, sette giorni su sette nelle strutture Hub e, sulle 12 ore, sei giorni su sette nelle strutture più periferiche (Spoke).
Le risorse programmate dalla Regione Lombardia per il potenziamento delle strutture territoriali ammontano a 700 milioni di euro. Di questi, oltre 140 milioni sono già stati stanziati con delibere di Giunta nei mesi di luglio e agosto: 100 milioni per l’Ats di Milano; 11,4 milioni per la Val Camonica; 3 milioni per ciascuna delle altre province. Nel cronoprogramma presentato a Palazzo Lombardia si prevede la ricognizione dei siti idonei per la realizzazione di case e ospedali di comunità a settembre 2021. Entro dicembre saranno poi individuati i siti precisi, e a marzo 2022 avverrà la sottoscrizione del contratto istituzionale di sviluppo per la realizzazione delle strutture. “Già nei prossimi giorni saranno valutati i programmi pervenuti dalle altre Ats”, ha aggiunto Moratti.
Redazione Nurse Times
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