A riaccenderle è uno studio italiano pubblicato su Haematologica e finanziato da Fondazione Airc per la ricerca sul cancro.
Dall’Rna arrivano nuove speranze contro il mieloma multiplo. Silenziando un oncogene con particolari sequenze di Rna, è possibile bloccare la comunicazione patologica fra tumore e midollo osseo. Una “relazione pericolosa”, che favorisce la progressione della malattia.
Ad aprire la strada verso futuri farmaci anti-mieloma a Rna è uno studio italiano pubblicato su Haematologica e finanziato da Fondazione Airc per la ricerca sul cancro. Coordinatrice del lavoro, Raffaella Chiaramonte, docente di Patologia generale dell’Università Statale di Milano, Dipartimento di Scienze della salute, in collaborazione con altri dipartimenti dell’ateneo (Biotecnologie mediche e medicina traslazionale, Scienze cliniche e di comunità, Oncologia ed emato-oncologia), con l’Unità di Ematologia dell’ospedale Valduce di Como e con un team dell’Università degli Studi dell’Aquila.
Il mieloma multiplo – E’ un tumore che colpisce un tipo particolare di cellule del midollo osseo, le plasmacellule, cellule del sistema immunitario che derivano dai linfociti B e hanno il compito di produrre gli anticorpi per combattere le infezioni. Si trovano per l’appunto nel midollo osseo, un tessuto spugnoso contenuto principalmente nelle ossa piatte, come le ossa del bacino e le costole, e nelle estremità delle ossa lunghe. La moltiplicazione abnorme e incontrollata di una plasmacellula dà origine a un insieme di cellule tumorali.
Le cellule di mieloma producono grandi quantità di un solo anticorpo, proliferano invadendo il midollo osseo e nelle fasi più avanzate danno origine a forme leucemiche nel sangue che si accumula nel sangue e nei tessuti. Producono anche sostanze che stimolano gli osteoclasti, le cellule responsabili della demolizione del tessuto osseo, creando delle lesioni focalizzate che portano allo sviluppo di fratture. Inoltre, nelle fasi più avanzate, la proliferazione delle cellule tumorali ostacola quella delle altre cellule del sangue (globuli bianchi, globuli rossi e piastrine) e provoca un indebolimento delle difese immunitarie, anemia o difetti nella capacità di fermare emorragie.
Lo studio – “Il dialogo costante tra cellule del mieloma e microambiente circostante – spiega Raffaella Chiaramonte – può essere alimentato da particelle di origine cellulare circondate da un doppio strato lipidico, le cosiddette vescicole extracellulari sane e viceversa, alterandone il comportamento rendendolo più favorevole allo sviluppo del tumore”.
All’interno delle vescicole prodotte dalle cellule del mieloma multiplo, in particolare, è stato individuato l’oncogene NOTCH2. Il messaggio portato da questo oncogene favorisce la produzione di nuovi vasi necessari ad alimentare il cancro e alla diffusione metastatica e aumenta la demolizione ossea che affligge i pazienti con questa malattia.
Infine i dati suggeriscono che le vescicole possano favorire anche la creazione di un terreno favorevole a nuove sedi metastatiche, che sarebbero rese più accessibili attraverso la formazione di nuovi vasi e la degradazione della matrice ossea che potrebbe quindi essere occupata dalle cellule tumorali metastatiche.
Obiettivi futuri – “Silenziando il gene NOTCH2 con molecole a Rna nelle cellule di mieloma – riferisce Chiaramonte –, abbiamo verificato per la prima volta che è possibile spegnere la produzione della proteina oncogenica, inibendone così i relativi effetti patologici. I risultati ottenuti aprono la via alla progettazione di nuove strategie terapeutiche basate su farmaci a Rna, volte a contrastare gli effetti patologici del mieloma multiplo e delle vescicole extracellulari prodotte da questo e da altri tipi di tumore”.
Redazione Nurse Times
Fonte: Rai News
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