Il segretario della Uil Fpl, Claudio Salvadori, interviene sulla vicenda dell’infermiera condannata a 6.000 euro di multa e sospensione della patente per un incidente mentre guidava l’automedica.
“Un infermiere non è un autista. E non è possibile che l’azienda sanitaria non tuteli sotto ogni profilo un suo dipendente nel momento in cui svolge mansioni rischiose e complesse, ‘improprie’ rispetto a quello che è il rispettivo ruolo professionale, rispondendo ad esigenze urgenti di carattere sanitario, per salvare delle vite. Senza peraltro ricevere neppure un indennizzo di base nel contratto.
Massima solidarietà da parte nostra, quindi, alla collega. Ci aspettiamo che l’Ordine delle Professioni Infermieristiche intervenga sulla vicenda e chiediamo subito alla dirigenza Usl di mettere mano a questa gestione caotica”. A parlare è il segretario della Uil Fpl Massa Carrara, Claudio Salvadori, che entra nel merito della vicenda che ha visto protagonista, suo malgrado, un’infermiera massese: a causa di un incidente avuto durante la guida in emergenza di un’automedica è stata condannata a due mesi di reclusione (pena sospesa), 6.000 euro di multa e sospensione della patente di 1 anno.
“Speriamo che impugni la sentenza e che la vicenda si sviluppi in altra direzione in appello – prosegue Salvadori -, ma quanto accaduto pone seri dubbi sull’organizzazione aziendale dell’Usl Toscana nord ovest, in particolare per la figura dell’autista di automediche o ambulanze. Dopo quanto accaduto, nei giorni scorsi gli infermieri del 118 hanno chiesto alle organizzazioni sindacali di intervenire su un problema che non è banale.
L’autista non può essere un infermiere, un professionista sanitario che si trova quindi a svolgere un ruolo complesso e rischioso, in situazioni di emergenza che richiedono la capacità di gestire lo stress al volante, senza percepire di base un indennizzo di rischio e per un’attività ‘impropria’ e che si trova pure a pagare di tasca sua in caso di incidente”.
La soluzione arriva da una legge regionale di recente approvazione, secondo Salvadori, che deve essere messa in pratica e non ingiallire chiusa in un cassetto: “Il riferimento è la Legge numero 83 del 30 dicembre, che disciplina le autorizzazioni e la vigilanza sulle attività di trasporto sanitario. Al comma in cui tratta la composizione minima degli equipaggi di soccorso, è prevista la presenza di un autista con attestato di soccorritore di livello base, con patente di guida B da almeno tre anni e appositamente formato per la guida di autoambulanze.
Bisogna dare seguito a queste previsioni – conclude Salvadori – per mettere in regola ruoli e professioni così da assicurare tutele e tranquillità sul posto di lavoro a tutti i dipendenti. Per questo ho già scritto ufficialmente alla dirigenza Asl per chiedere un tavolo urgente che vada a definire con chiarezza e certezza questa contraddizione della nostra azienda sanitaria”.
La Redazione Nurse Times
Lascia un commento