L’80enne Eros Canullo, sua moglie Angela e il figlio Alessandro sono morti di fame e di sete nella loro casa, tra l’indifferenza generale. Di chi è la responsabilità?
Sono morti tutti e tre, in totale solitudine. A dividerli dal mondo, una porta chiusa, che nessuno ha cercato di aprire per mesi, almeno per capire il perchè di quel lungo silenzio.
Siamo a Macerata, località Borgo Santa Croce. In una villetta vive la famiglia Canullo: Eros, 80 anni, imprenditore in pensione, sua moglie Angela Maria Moretti, 76 anni, logopedista per l’Anffas, (Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale) e il figlio Alessandro, 54 anni, appassionato di musica ed ex scout. Una famiglia riservata, discreta, ma comunque molto nota in paese.
Molti anni fa Alessandro, mentre è alla guida, finisce la benzina, scende dall’auto e viene travolto da un altro mezzo. Rimane a lungo in coma, poi è costretto in sedia a rotelle. Impara a tenersi in piedi, ma cade spesso. Il papà lo accompagna per la città: facile vederli sottobraccio, camminando fianco a fianco.
Angela Maria è colpita da un ictus a settembre 2020 e rimane immobilizzata a letto. Eros si occupa di moglie e figlio completamente: cure mediche, medicine, igiene, cibo… Tutto. Ma in barba alla sua forza, alla sua fatica e alla sua dedizione, il destino non è per niente clemente nemmeno con lui, che magari sognava una vecchiaia da trascorrere al caldo, sotto una coperta, su un divano comodo da dividere con Angela.
In una calda sera di fine giugno Eros accusa un malore mentre è in bagno. Riesce a chiamare i soccorsi, chiedendo un aiuto esterno, sperando che qualcuno sfondi quella porta che nessuno, tranne lui, apre da anni. Ma così non è. I soccorsi arrivano, ma si fermano di fronte al silenzio del citofono muto. Non cercano di entrare, nè allertano le forze dell’ordine. Semplicemente vanno via.
Eros muore e resta lì, nel bagno della sua casa, avvolta da alberi e piante che seppeliscono il destino di un’intera famiglia. Evidentemente il figlio realizza dramma accaduto e cerca di raggiungere la povera madre. Il suo corpo sarà in seguito trovato proprio ai piedi del capezzale materno. Senza Eros, madre e figlio condividono la stessa, inaccettabile sorte: morire di fame e di sete.
Alle loro spalle quella dannata porta chiusa, anche a distanza di tempo, dopo la segnalazione di un amico allarmato dallo stato di abbandono della casa. I servizi sociali chiedono a una pattuglia dei carabinieri di andare a controllare. Ma nemmeno questa volta, davanti al silenzio di quella casa, i militari decidono di entrare. Si accontentano dell’opinione di un commerciante di zona, che crede che la famiglia sia in vacanza. E vanno via. Solo dopo vari giorni, grazie all’insistenza di una parente che non riusciva a contattare telefonicamente la famiglia, quella porta viene aperta. E il dramma viene scoperto.
Come è possibile morire in questo modo? Perche i soccorsi sono andati via, quel giorno? Perchè, se non urli e non fai rumore, diventi invisibile? Come può una casa diventare una bara invisibile per tre persone? Una società civile non dovrebbe assistere e seguire, tramite medici di base e assistenti sociali, i suoi cittidani nel percorso della loro esistenza? Perchè alcune persone sono fantasmi ancor prima di morire?
Valeria Pischetola
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