”Cara redazione di Nurse Times, è dal 1994 che faccio l’Infermiere e posso dire che mai come in questo strano momento storico la nostra professione ha diviso l’opinione pubblica in due.
Ci sono coloro che sono favorevoli alla nostra azione sul campo in epoca Covid e i denigratori delle cure che prestiamo insieme alle altre figure sanitarie.
Oramai sono tutti esperti, assisto perfino a divisioni nell’ambito della nostra stessa professione e questo non va bene; ne andiamo di mezzo noi che stiamo sul campo a combattere.
Sostengo che mai come in questo momento dobbiamo essere uniti; ne va di mezzo l’onorabilità della nostra professione, la credibilità del nostro sistema sanitario, la nostra vita.
Ci siamo sempre divisi tra infermieri per vocazione ed infermieri per la pagnotta, infermieri missionari e infermieri a scopo di lucro e per la carriera.
Direi che è arrivato il momento di parlare di professionisti e basta, le missioni lasciamole fare ai preti e chi si vuole arricchire cambiasse parrocchia e prendesse un’altra strada, a noi dovrebbe bastare vivere con dignità e onorabilità la nostra professione.
Urge far sentire la nostra voce nelle piazze, in TV, sui social ma sempre con un pensiero univoco, non divisivo, proprio come hanno fatto gli infermieri in Francia.
I nostri colleghi d’oltralpe infatti, anche in piena emergenza Covid, hanno manifestato il loro disappunto per i tagli alla sanità che li ha visti combattere in piena epidemia senza giusti DPI, senza adeguate strutture, mezzi e personale.
Questi ultimi, tutti insieme, hanno ottenuto recentemente un aumento di stipendio mensile, non una mancia una tantum come da noi, perchè è giusto che la nostra professione ottenga un riconoscimento retributivo che la distingua da altri mestieri che non annoverano tra i rischi la possibilità di arrecare o provocarsi danni fisici, psicologici e morali irreparabili.
Nonostante ciò gli infermieri francesi non si sono ancora fermati perchè non è solo quattrini che chiedono: vogliono un sistema sanitario all’altezza dei parametri europei messo ultimamente a dura prova con le politiche scellerate di risparmio che, proprio come il Covid, hanno ammorbato il mondo intero da un po’ di anni a questa parte producendo tagli di personale, riduzione di strutture con conseguente sovraccarico di prestazioni per posto letto e peggioramento delle condizioni assistenziali.
Al momento non me la sentirei di far intraprendere a un mio figlio la professione d’Infermiere, perchè fargli fare un percorso di studi lungo e costoso, sia come sacrificio di tempo (alternare tirocinio e studio non è facile) sia in termini economici per il budget familiare (tasse, libri di testo e quant’altro) per poi farlo lavorare alle medesime condizioni in cui ci siamo trovati rischiando la nostra salute, se non proprio la vita, per cercare di curare quella degli altri non mi sta bene.”
Redazione Nurse Times
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