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L’aria condizionata e la congiuntivite

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Aria condizionata e congiuntivite 1
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L’occhio è la parte anatomica che garantisce la visione grazie ad un complesso meccanismo di percezione della luce esterna ed interpretazione delle immagini da parte del cervello

Esso è costituito da una parte più esterna che si chiama sclera; da uno strato intermedio che si chiama coroide; ed infine da uno strato interno che si chiama retina.

L’esposizione ad agenti atmosferici, elementi tossici, traumi, fumi, allergeni o germi potrebbe dare una infiammazione di una membrana mucosa, che ricopre il bulbo oculare e la parte interna delle palpebre e che si chiama congiuntiva.

Aria condizionata e congiuntivite

La congiuntiva oltre a proteggere il bulbo oculare ed il suo lato corneale secerne parte di lacrime che servono come lubrificante al corretto scorrimento delle palpebre sul bulbo oculare stesso.

La congiuntivite si presenta con prurito oculare generalmente associato a secrezione mucosa (e purulenta in casi gravi) e/o arrossamento; in base al coinvolgimento di uno od entrambi gli occhi può essere mono-oculare o bi-oculare.

L’esposizione ad aria condizionata per lunghi periodi e senza ricircolo d’aria espone l’occhio a dei danni importanti, che coinvolgono anche i piccoli vasi sanguigni che vi afferiscono scatenando il tipico rossore da infiammazione della congiuntiva.

Il meccanismo in quale si potrebbe avere l’esordio della malattia esponendosi ad aria condizionata è duplice.

Il primo motivo è riconducibile alla secchezza del sistema lacrimale che si verificherebbe, quando indotto, o dal caldo (che oltre a fare evaporare la componente lacrimale genera attrito palpebra/bulbo oculare); o dall’eccessivo abbassamento della temperatura mediato dai condizionatori.

I più esposti sono coloro i quali frequentano o lavorano in luoghi chiusi (anche alla guida della propria auto si potrebbe verificare il fenomeno!)

Il secondo morivo è legato al trasporto da parte dei sistemi di aria condizionata, con filtri sporchi o con passaggio occasionale di veicoli o vettori, di agenti batterici e/o virali.

È indicato a tal proposito adottare misure preventive che minimizzino o eliminino le probabilità di contatto con l’agente infiammatorio. Ad esempio il Coxsackie A24 è un tipo di visus che può  causare vere e proprie epidemie.

Infatti qualora ci sia il sospetto di una epidemia sostenuta da tal agente è consigliato evitare luoghi affollati o chiusi; adottando tra le misure cautelative i sistemi di trasporto dell’aria (condizionatori ad esempio) che contribuirebbero a veicolare il virus.

La terapia è variabile e cambia ni base all’agente che ha scatenato la flogosi.

Può basarsi sulla prescrizione di un supplemento lacrimale oppure in casi più gravi con antibiotici

CALABRESE Michele

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