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La medicina di strada

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Medicina di strada significa andare nei luoghi dove gli emarginati si raccolgono e portare lì la prima assistenza medica.

E’ un lavoro duro, eseguito per mezzo di unità mobili che si fanno trovare nei punti di raccolta e sulle quali silenziosamente i medici operano, spesso impostando cure. Il silenzio è una condizione importante: se vi fosse propaganda o sorveglianza evidente, gli emarginati, benché bisognosi, si allontanerebbero.

Sono i medici volontari Italiani operanti a Milano e l’associazione Medici di Strada operanti a Napoli.

A Napoli l’associazione ”Medici di strada”, Medis, ideata da Don Gennaro Matino (socio onorario); Giuseppe Liguori, presidente. Ecco le parole degli ideatori dell’iniziativa: “Medici di strada è il primo servizio mobile di supporto medico sanitario e socio – amministrativo per le persone disagiate o senza fissa dimora. Si tratta di una nuova realtà di assistenza socio sanitaria della città di Napoli, di un nuovo modo di partecipare, ma soprattutto di un nuovo servizio per aiutare. Uno staff qualificato supporterà gli utenti con problemi socio-sanitari garantendo un accurato servizio medico ed assistenziale di I livello, finalizzato alla sopravvivenza ed al reinserimento sociale dell’assistito”. Questi alcuni tra i principali obiettivi che persegue l’organizzazione: “Attenuare le distanze e i disagi sociali; promuovere percorsi di riemersione e reinserimento sociale; supportare il riequilibrio delle criticità presenti nel contesto urbano; migliorare le condizioni igienico – sanitarie e di vita degli utenti; aumentare il livello di partecipazione attiva della cittadinanza sui temi di interesse sociale; divenire, a livello cittadino, un riferimento informativo e statistico sul settore di riferimento; rafforzare reti e partnership con altre realtà del territorio operanti nel terzo settore; attenuare le distanze e fungere da raccordo tra amministrazioni locali e utenti”.

Sarà offerto un servizio di assistenza socio – sanitaria, di supporto alimentare, amministrativo e psicologico a soggetti disagiati e sotto la soglia di povertà attraverso un camper che girerà per la città.

A Milano sono presenti nei pressi della stazione Centrale, molto spesso si intravede una fila di persone davanti al loro camper, con sopra un medico che cerca di rispondere ai loro bisogni sanitari. Quelli che si rivolgono a questa sorta di «ambulatorio mobile» sono soggetti di ambo i sessi, in condizioni disagiate, emigrati senza permesso di soggiorno, persone senza fissa dimora, nuovi poveri che richiedono un parere, un indirizzo per i loro disturbi, spesso originati dal vivere in condizioni precarie.

Una recente indagine dell’Università Bocconi ha messo in evidenza come all’interno di Milano i senza fissa dimora siano più di 2.500, che passano in gran parte la notte nei dormitori, ma che dormono anche su giacigli di fortuna in strada, nei mezzanini della metropolitana, negli anfratti delle case, dentro cartoni quando fa freddo o sulle panchine dei giardinetti nei periodi estivi, spesso con accanto una bottiglia di vino o di birra.

Al medico parlano della loro tosse che non passa, dei dolori articolari, del mal di gola o della pressione alta, delle bronchiti riacutizzate e chi più ne ha ne metta. Il medico del camper dà consigli, indirizza verso strutture qualificate, somministra qualche medicina, ausculta qualche torace, palpa qualche pancia, misura la pressione, ma soprattutto ascolta, dà fiducia e conforta una schiera di diseredati. È una medicina «mordi e fuggi», una medicina del contingente, dei sintomi, una medicina che ascolta e indirizza e che si offre come punto di riferimento nel tempo ai bisogni di queste persone.

Non è una medicina ambulatoriale, delle anamnesi sofisticate: è una medicina dell’immediato, una «medicina di strada» che ha nel volontariato l’origine del proprio essere, che si appoggia su medici, ma anche su volontari che danno un supporto di vicinanza, di compagnia, che distribuisce alimenti, coperte e sussidi di emergenza. Una medicina non paludata, non strutturata, ma che vuol fare la propria parte nel migliorare la vita di chi ha difficoltà nel vivere a Milano, che sostiene quelle persone che non andrebbero mai da un medico per paura, per vergogna, per povertà.

Il medico del camper sa che questo esercito di invisibili che cresce di giorno in giorno potrebbe all’improvviso “sparire”, non ripresentarsi per verificare l’efficacia delle cure, non essere costante nel seguire le prescrizioni, non ripresentarsi a un appuntamento programmato o, addirittura, comparire a proprio piacimento senza aver seguito cure e consigli, ma ciò non deve indurre a ripensamenti: l’offerta va mantenuta. Offerta che, nata spontaneamente per coprire un vuoto assistenziale, riveste un grande valore sociale e che ha nella concretezza e nel mettersi in gioco in prima persona, la ragione del proprio esistere. Molti hanno bisogno di questa medicina che è anche testimonianza di una milanesità generosa.

Fonte: www.medicivolontaritaliani.org
Fonte: milano.corriere.it

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