Uno studio è stato appena condotto per determinare la presenza e la distribuzione del coronavirus nei reparti ospedalieri di Wuhan, in Cina. Sono stati a tale scopo analizzati campioni di aria e di superficie. Quello che si è scoperto è che la contaminazione del virus era presente sia nei reparti generali che nelle unità di terapia intensiva, pur essendo maggiore in queste ultime. Il virus era ampiamente distribuito su pavimenti, mouse di computer, bidoni della spazzatura e corrimano dei letti malati. Ed è inoltre stato rilevato nell’aria fino a 4 m dai pazienti.
Lo studio
Lo studio, frutto del lavoro sinergico di molti istituti e università cinesi, è stato supportato dal Programma nazionale di ricerca e sviluppo della Cina.
Questo studio ha portato a tre conclusioni.
Innanzitutto, SARS-CoV-2 è risultato ampiamente distribuito nell’aria e sulle superfici degli oggetti non solo in terapia intensiva. Il che implica un rischio potenzialmente elevato di infezione per il personale medico e i loro contatti stretti.
In secondo luogo, la contaminazione ambientale è risultata maggiore nei reparti di terapia intensiva. Pertanto “il personale medico che lavora in terapia intensiva dovrebbe adottare misure di protezione più rigorose,” suggerisce lo studio.
In terzo luogo, le caratteristiche di distribuzione del virus nell’aria (non solamente nei reparti di terapia intensiva) indica che la distanza di trasmissione di SARS-CoV-2 potrebbe essere di 4 m.
Le ulteriori considerazioni sulla contaminazione del virus negli ospedali
“Al 30 marzo, nessun membro del personale dell’ospedale Huoshenshan era stato infettato da SARS-CoV-2, indicando che le precauzioni appropriate potevano prevenire efficacemente l’infezione,” si legge nello studio.
“Inoltre, i nostri risultati suggeriscono che l’isolamento domiciliare di persone con sospetto COVID-19 potrebbe non essere una buona strategia di controllo. I familiari di solito non dispongono di dispositivi di protezione individuale e mancano di formazione professionale, il che porta facilmente a infezioni familiari a grappolo. Durante l’epidemia, il governo cinese si è impegnato nella massima misura possibile per isolare tutti i pazienti con sospetto COVID-19 con azioni come la costruzione di ospedali mobili a cabina a Wuhan, che hanno assicurato che tutti i pazienti con sospetta malattia fossero curati da professionisti”.
I limiti dello studio
Lo studio rileva, comunque, due limiti.
Per prima cosa, i risultati del test non indicano la quantità di virus vitale. In secondo luogo la distanza di trasmissione nell’aria non può essere determinata rigorosamente.
“Nel complesso,” come si legge a conclusione dello studio, “abbiamo scoperto che le superfici di aria e oggetti nei reparti COVID-19 erano ampiamente contaminate da SARS-CoV-2. Questi risultati possono essere utilizzati per migliorare le pratiche di sicurezza”.
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