Ciao Fiorella ho visto la tua nota su Facebook in merito al rinnovo del direttivo del collegio Ipasvi Lecce, confermi?
Si insieme ad altri 18 colleghi abbiamo formato una squadra per rinnovare il Direttivo.
Poi descrive ai lettori di Nursetimes chi è Fiorella Fabrizio?
Forse sarebbe più giusto chiedere ai miei colleghi chi sono, potrei dare un’ immagine “personalizzata” , ma ci provo:
Sono di Lecce e lavoro dal 1981, mi sono formata presso un’ ottima scuola regionale Santa Caterina Novella con Suor Anna Maria e una grande donna la sig.na Palmina de Maria, che hanno plasmato la mia anima ribelle.
Una studentessa modello?
Fin dall’ infanzia ho fatto disperare mia madre, sempre esuberante e a scuola mi impegnavo solo se la materia mi piaceva, il giudizio era sempre lo stesso potrebbe fare molto, molto di più. Al liceo erano più i giorni che addirittura non entravo a scuola, per questo quando ho iniziato a frequentare il corso per infermiere mia madre era molto preoccupata considerando che a quei tempi ti avrebbero mandata via con facilità assumendo dei comportamenti così ribelli. Invece lo studio era così interessante, volevo capire, sapere e quindi studiavo anche di più di quello che serviva per l’interrogazione, avevo il libro di testo il CASOLO, il Dizionario medico Larousse e il Roversi, conservo ancora gli appunti e le dispense di quel tempo. In 3 anni sono, inconsapevolmente, cresciuta e la mia irrequietezza si trasformò in passione per questa bellissima professione.
Sei stata destinata all’assistenza diretta?
Si ma ho continuato a studiare sentivo le novità e respiravo l’aria del cambiamento, parliamo degli anni ’80! A 26 anni il corso di AFD, ho lavorato in chirurgia, in dermatologia, in medicina, in pronto soccorso e al D.H. pediatrico, nel ’90 sono andata a San Cesario e mi furono assegnati 3 reparti da coordinare Chirurgia Uomini, Sala operatoria e anestesia.
Addirittura 3 reparti?
Si erano sullo stesso piano e l’ ospedale piccolo, il clima era molto collaborativo e i colleghi lavoravano con grande responsabilità, avevo appena 32 anni ed ero più giovane di tanti colleghi. L’aggiornamento continuo mi permettevano di avere un buon livello di competenza e il mio carattere comunque forte mi aiutavano a farmi rispettare da tutti, ho mandato lettere di diffida a funzionari e dirigenti, obbligandoli a passi indietro o formali scuse. Un corso di alta qualificazione sulla qualità a Modena, una laurea magistrale e un master in infermieristica forense completano oggi il quadro di formazione avanzata.
Poi una svolta nel 2002 un comando a scavalco per l’ufficio formazione dove realizzare l’ accreditamento dell’ Ufficio presso il Ministero, partiva il programma ECM, nel 2003 sono stata chiamata a coordinare il personale del 118, oggi sono nella direzione sanitaria dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce coordinando l’Ufficio infermieristico.
Perché ti sei candidata?
In realtà ci ho già provato 3 anni fa, ma è andata male, i colleghi al Collegio sono stati rieletti da poco più del 15% degli iscritti, la motivazione purtroppo è la stessa: il nostro direttivo è statico, immobile, sordo al disagio della nostra professione. Siamo sfruttati, gli organici non reggono la complessità assistenziale, non esistono più le figure di supporto le stesse che mi hanno permesso di lavorare bene sia come infermiere che come coordinatore. Tutte le leggi conquistate proprio grazie a quei famosi anni ‘80 da noi non sono applicate: autonomia, responsabilità, dirigenza, infermiere specialista, sviluppo dell’ infermieristica di famiglia e della libera professsione, della formazione di qualità. Solo negli ultimi mesi un paio di iniziative per poi fare un manifesto elettorale che come 3 anni fa sparirà se saranno rieletti, visto che non cambia l’apice del direttivo, ma c’è solo uno scambio di poltrona. Vede parlando con la Presidente della Federazione, la sua risposta esaustiva è stata che nelle regioni dove qualcosa è cambiato ciò è accaduto grazie all’ impegno/pressioni dei colleghi sugli assessorati regionali.
Pensate di vincere?
Non si tratta di vincere o perdere, intanto tra il fare e stare a guardare io preferisco fare, anche 3 anni fa, l’obiettivo era cambiare la situazione dell’infermieristica salentina, creando le condizioni di “scossa” ai colleghi in carica, visto che quasi lo stesso numero di colleghi non li avevano votati (se invece di essere due liste alternative fossimo stata una avremmo raggiunto l’obiettivo), invece per 3 anni nessun segno di vita, di cambiamento di rotta e il peggioramento della condizione infermieristica sono evidenti.
Oggi andiamo con una squadra poliedrica, con persone tra di loro diverse con alcuni ci conosciamo da poco, ma la sintonia è stata immediata. Ognuno è portatore di un’istanza condivisa dal gruppo, della conoscenza di situazioni specifiche quali precariato, lavoro in corsia o sul territorio, formazione, organizzazione, emergenza, libera professione, lavoro in regime di dipendenza pubblica o privata. Ci accomuna la stessa rabbia di vedere una condizione infermieristica così indietro rispetto alla normativa, ma siamo convinti che possiamo recuperare rapidamente, abbiamo una voglia autentica di cambiamento, entusiasmo e forza che ci contagia e che speriamo di trasmettere ai tanti colleghi che si lamentano per il lavoro negato o che ti esaspera e ti logora facendoti ammalare (abbiamo degli indici di malattia e assenteismo molto alti, tutti indicatori di una cattiva qualità delle condizioni di lavoro). Il lavoro è equilibrio, realizzazione, soddisfazione, ma se devi combattere per i giorni di ferie, per lavorare in sicurezza e facendo quello per cui hai studiato e non la tappabuchi di una (dis)organizzazione alla fine molli, ti arrendi al sistema che vuole numeri e non persone e non professionisti, così perdi la dignità e dimentichi pian piano perché ami questo lavoro, fino a rifiutarlo a voler allontanarti dall’ ammalato, ad accettare di occuparti di carte, tradendo quel giuramento che recitasti nel giorno più bello della professione o la felicità provata quando apprendesti di aver vinto il concorso di avere il lavoro e del primo giorno in servizio.
Molti dei punti trattati sembrano più di interesse sindacale…
Io credo che il sindacato deve lavorare per il rispetto del contratto e dei diritti/doveri degli iscritti. Il collegio è garante della qualità dell’ assistenza nei confronti dei cittadini, della promozione e della tutela dell’ immagine degli iscritti ed ha titolo di intervento presso gli organi di governo in tutti i casi in cui siano in messi in discussione o a rischio. Con i sindacati vi deve essere una sintonia, così da unire le forze e attaccare l’attuale sistema organizzativo medico-centrico. Se il direttivo del collegio e i sindacati lavorassero insieme, come mi piacerebbe fare, il cambiamento sarebbe veloce perché spinto da grandi ideali, da forze unite per rendere giustizia a due professioni speciali e indispensabili infermieri e infermiere pediatrico. I sogni si realizzano da svegli e credo che oltre a noi si siamo svegliati i colleghi.
Anche questa volta le liste che si propongono al governo del collegio Ipasvi di Lecce per il prossimo triennio sono due…
Ci abbiamo provato fino allo sfinimento per unirci, ma i colleghi dell’altra lista si sentono forti perché ricevono l’appoggio di un sindacato, avendo stretto con loro dei rapporti molto forti, dimostrando arroganza ostentando superiorità.
La nostra squadra rappresenta l’espressione di tutte le condizioni dei colleghi salentini, una lista composta da colleghi coerenti, che amano questa professione consapevoli che bisognerà lavorare sodo per tutti gli iscritti salentini. Siamo aperti al dialogo e disponibili al confronto perché si vince se siamo uniti, le guerre sono sempre state distruttive così come l’individualismo o i “club privè”. Noi apriamo la casa degli infermieri per un confronto costante, per una formazione accessibile e spendibile nel quotidiano, per tutelare le parti per le quali è garanzia. Vede alcuni mesi fa fu archiviato un procedimento verso un nostro collega che per anni era stato oggetto di interesse della stampa perché accusato (ingiustamente), nessuno ne parlò allora raccolsi lo sfogo del giovane collega e chiamai una redazione che pubblicò la notizia, ecco io credo che anche questo dovrebbe fare il collegio e non promettere tutela solo come uno spot elettorale.
Chi sono gli altri colleghi che fanno parte della tua lista?
Daniele Antonaci un amico con il quale ho condiviso la formazione dell’ emergenza e i problemi del coordinamento del 118, che adesso è gestito da lui con una dedizione unica
Orazio Bellanti impiegato in pronto soccorso presso l’ospedale di Casarano, anche lui impegnato nella formazione dell’emergenza con il quale abbiamo passato giornate formando i colleghi del 118, preciso ed affidabile
Cristin Benegiamo non lo conoscevo, lavora presso la sala operatoria di Galatina, discreto e attento, ho chiesto di lui ed è molto stimato dai colleghi
Andrea Cataldo lavora nel Distretto di Gallipoli e si batte per lo sviluppo dell’infermieristica nel territorio e l’infermiere di famiglia, anche lui riprova quest’avventura
Sonia Esposito Coordinatrice che lavora in cardiologia nella clinica Petrucciani, un vulcano e un entusiasmo contagioso
Maria Grazia Greco una collega e amica che ha lavorato al TMO di Milano ed oggi lavora nel Servizio Nutrizionale della ASL e vorrebbe riconosciuto il ruolo infermieristico a tutto tondo
Salvatore Maghenzani un amico con il quale ho condiviso i primi anni di corso a Galatina dove lavora coordinando la chirurgia e l’ ortopedia
Ivano Marulli una roccia, determinato, infermiere del 118 di Poggiardo, anche con la febbre e di giorno festivo al lavoro per la squadra
Enrico Sabato anche lui è stimato e rispettato lavora al pronto soccorso di Tricase
Anna Rita Scollato infermiera in cardiologia al Fazzi che non si è mai tirata indietro, un’infermiera che sorride e trasmette serenità e fiducia
Gerardo Spennato un amico con il quale ho condiviso gli ultimi 5 anni alla formazione che ha cercato di dare attraverso eventi specifici, spunti di miglioramento per i colleghi, preciso, puntuale, educato e con un’esperienza di collegio alle spalle.
Luca Tricarico ultimo coinvolto nella lista simpatico e tranquillo lavora nell’ Ospedale di Gallipoli
Maria Ada Urso la più giovane in assoluto, disoccupata e figlia d’ arte con un sorriso disarmante e la tenacia tipica delle donne
Vantaggiato Francesco impegnato nell’unità ad alto peso assistenziale della Geriatria di Copertino definito dalla sua coordinatrice un bravo infermiere, competente
Tra i revisori
Due colleghi di Tricase Antonio Ruggeri e Giovanni Leone
L’ entusiasta Luciano Attanasio
che insieme a Ivano Andrea non ti danno tregua lavora alla clinica Città di Lecce.
E l’amica Paola Scardino infermiera pediatrica precaria che si batte perché nelle terapie intensive neonatali lavorino le specialist e non restino nel limbo della precarietà.
Abbiamo unito gente che lavora in trincea e lo abbiamo fatto per un’unico scopo: lavorare per cambiare la nostra condizione lavorativa che lasciata così porterebbe altro disagio e demansionamento.
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