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Infermieri e vitto, prosegue la polemica romana

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Infermieri e vitto, prosegue la polemica romana
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Dopo la presa di posizione del collegio provinciale Ipasvi, sollecitata da Ugl Sanità, e la replica della casa di cura Ancelle Francescane del Buon Pastore, interviene ancora il sindacato.

Prosegue il battibecco a distanza tra la casa di cura Ancelle Francescane del Buon Pastore e l’O.S. UGL Sanità di Roma. Sotto osservazione, ancora una volta, l’ordine di servizio che affida la somministrazione del vitto al personale infermieristico. Dapprima il problema del presunto demansionamento, sollevato dal sindacato e portato all’attenzione di Ausilia Pulimeno, presidente del collegio provinciale Ipasvi, che ha effettivamente ravvisato una condotta “lesiva della personalità dell’infermiere”. Quindi la replica con cui Enrico Rosati, direttore della struttura sanitaria capitolina, ha rivendicato la legittimità delle proprie scelte organizzative, dettate “nel rispetto dei ruoli, delle funzioni e della dignità professionale di tutti gli operatori di reparto”. Infine la controreplica dell’UGL, giunta oggi attraverso un comunicato stampa a firma del segretario provinciale Gianluca Giuliano.

Infermieri e vitto, prosegue la polemica romana 1Questi tiene a precisare che l’intervento del collegio Ipasvi è stato sollecitato a seguito di un incontro sindacale con la direzione dell’azienda. Incontro nel quale “UGL Sanità, tramite il suo dirigente Valerio Lucidi, ha tenuto ferma la sua posizione a tutela del personale infermieristico, cercando tuttavia di venire incontro alla controversa organizzazione aziendale, richiedendo la modifica dell’ordine di servizio e invitando l’azienda a ricorrere per tale mansione al personale infermieristico ‘ove necessario e in casi eccezionali’, laddove ci siano mancanze nei turni di lavoro del personale OSS e delle figure equipollenti, al fine di garantire comunque un regolare servizio ai degenti”. In parole povere: siamo disposti a somministrare il vitto, ma solo in casi di emergenza.

Solo dopo aver preso atto degli “sterili chiarimenti forniti dalla direzione e l’assenza di modifiche all’ordine di servizio”, il sindacato si è dunque rivolto alla presidente Pulimeno, sottolineando come lo sporzionamento e la somministrazione del vitto da parte degli infermieri che lavorano nella casa di cura romana avvenga “in maniera routinaria”. Insomma, si tratterebbe di un’abitudine, che peraltro “riguarda diverse strutture di Roma e provincia”. Un’abitudine che UGl intende contrastare fermamente, “continuando a vigilare e a denunciare comportamenti lesivi verso la professione infermieristica”.

L’ultima stoccata riguarda la “ricerca di facile consenso e visibilità” attribuita dal dottor Rosati all’Unione Generale del Lavoro: “L’UGL Sanità non ha certo bisogno di ‘facile consenso e visibilità’, in quanto firmataria del CCNL vigente e sigla maggiormente rappresentativa anche all’interno della struttura sanitaria in questione”.

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