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Infermieri costretti a doppi turni, straordinari e ferie non godute: il sistema è ormai prossimo al collasso

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Infermieri costretti a doppi turni, straordinari e ferie non godute: il sistema è ormai prossimo al collasso
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Attraverso un comunicato la segreteria territoriale del Nursing Up della Asl Toscana Sud Est lancia l’allarme.

“Se ai dipendenti vengono bloccate le ferie, se i colleghi sono sistematicamente richiamati al lavoro e accumulano ore di servizio che non riescono a smaltire, se gli straordinari non son più tali, ma sono diventati ‘ordinaria’ gestione del turno…. beh, forse anche il meno acuto dei lettori capirebbe, senza aver la minima paura di essere smentito, che qualcosa non funziona e va modificato”.

“Eppure, seppur tutto ciò accade e non da ieri, ma da lungo tempo, la direzione aziendale, quasi con candore e sorpresa, si meraviglia di tali affermazioni e continua a dire che tutto va bene, che il personale è a regime ed è più che sufficiente e che le criticità son solo legate a fattori temporali contingenti che verranno affrontati e risolti rapidamente – continua la nota -. Sempre la solita, immodificabile, incredibile risposta…ma nei fatti? Poco più del nulla …. Ma allora le ferie non godute, le ore accumulate, i continui rientri, i turni sotto organico, sono solo il risultato di una insaziabile volontà autolesionistica e perversa di infermieri, tecnici sanitari, medici e personale di Supporto, che preferiscono lavorare male, rischiando ogni giorno sulla propria pelle, sia professionalmente che fisicamente (sfortunatamente in questo clima che si è generato si rischia anche di essere aggrediti e non solo verbalmente…), piuttosto che un’incredibile e ingiustificata carenza organizzative da parte di un’Azienda che non ha più risposte serie da dare, nè ai lavoratori, nè tantomeno, cosa assai più grave, all’utenza? Eh sì, perché è questo il problema e la triste realtà: la Asl Toscana Sud Est non ha più risposte serie da dare, nè ai lavoratori e, ancor peggio, nemmeno a chi ha bisogno di cure e di essere assistito perlomeno dignitosamente, in un contesto lavorativo dove il personale sanitario è ‘sull’orlo di una crisi di nervi’, stanco e demotivato, a volte neppure adeguatamente formato e sempre più spesso impossibilitato, suo malgrado, a soddisfare le legittime richieste di buona cura e assistenza che i pazienti giustamente pretendono“.

“Il Nursing Up pretende, per una volta almeno, risposte serie e immediate. I setting dell’area medica sono al collasso, tra ferie bloccate, turni carenti, personale ormai ‘usurato’ e spesso con limitazioni a carico, tristi conseguenze di una professione altamente logorante e di carichi di lavoro non sempre adeguati – prosegue il comunicato -. Ma lo stesso si può dire per il Pronto soccorso, le terapie intensive, le sale operatorie, l’assistenza domiciliare, i servizi tecnico sanitari, dalla prevenzione ai fisioterapisti e così via, e potremmo continuare con un elenco infinito di situazioni critiche non più sostenibili e che devono essere prontamente affrontate e risolte. E non ci venga l’azienda a raccontare che non si trova il personale, che non ci sono graduatorie, che i tempi di reclutamento sono lunghi e che le mobilità vanno a rilento, perché di queste scuse vergognose ne abbiamo davvero piene le tasche . Chi governa il sistema sa perfettamente come funziona ed è pagato, anche profumatamente, per garantire che non ci siano, o perlomeno non si cronicizzino, criticità in termini di sicurezza e appropriatezza assistenziale“.

“Qualora ciò non dovesse avvenire, non solo procederemo con l’attivazione dello stato di agitazione di tutto il personale del comparto , ma provvederemo a chiedere ai nostri iscritti (che sono tanti ….) e a tutti i lavoratori di non prestarsi più a questo gioco al massacro, invitandoli a garantire in termini di presenze e di turni solo quelli contrattualmente previsti – termina la nota –. E se ciò dovesse avvenire, quella che adesso è una situazione critica, diventerebbe assolutamente drammatica e sicuramente non auspicabile per tutta l’utenza. Adesso aspettiamo una risposta“.

Dott. Simone Gussoni

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