Il collegio Ipasvi di Bari nella persona del presidente Saverio Andreula esprime le proprie osservazioni e proposte riguardo la bozza sul regolamento dell’Attività Libero Professionale Intramurario attraverso un comunicato indirizzato ai vertici regionali pugliesi e a tutti gli infermieri della provincia barese.
Vi riportiamo alcuni passaggi del comunicato:
“….Preliminarmente, approfittando della presente comunicazione istituzionale, si conferma e ribadisce che la situazione professionale pugliese è in una condizione di precarietà assoluta con forti ricadute sulla qualità delle prestazioni infermieristiche erogate ai cittadini e con un elevato disagio professionale avvertito da tutta la classe infermieristica.
Si offre all’attenzione di tutti i destinatari, una breve lettura delle criticità che alimentano la condizione professionale descritta:
1) Mancata definizione del fabbisogno delle dotazioni organiche delle strutture sanitarie pugliesi degli Infermieri e delle figure dette di supporto (Ausiliari, Operatori Socio Sanitari);
2) Mancata definizione di un modello organizzativo dell’attività di assistenza infermieristica e di determinazione dei livelli minimi delle prestazioni infermieristiche da erogare ai cittadini;
3) Mancata applicazione della legge regionale n. 26 del 9 agosto 2006 articolo n. 34 (Istituzione dei Servizi Infermieristici, con la definizione di un modello Organizzativo, coerente con i contenuti legislativi nazionali;
4) Palesi violazioni del protocollo d’Intesa Università/Regione, riguardo ai corsi di laurea in Infermieristica, totalmente e decisamente “non a norma” con l’attuale ordinamento universitario e dei regolamenti universitari. Carenza dei requisiti minimi delle sedi formative per l’accreditamento delle stesse con le raccomandazioni del MIUR e dell’ANVUR.
5) Mancata considerazione alla grave crisi occupazionale dei giovani Infermieri pugliesi laureati e dei fabbisogni formativi delle Università pugliesi sede dei Cdl in Infermieristica.
OSSERVAZIONI ALLA BOZZA DI REGOLAMENTAZIONE ALPI
Articolo 4 Categorie professionali. Lettera e)
Omissis… deve essere individuato e quantificato il personale dipendente di supporto a detta attività, distinto per categoria, profilo e figura professionale e, nelle aziende in cui insiste la facoltà di Medicina e Chirurgia, il personale convenzionato. La scelta del personale da destinare all’attività di supporto è operata dal dirigente che svolge l’attività libero professionale che lo individua prioritariamente tra il personale dipendente che ha dichiarato la propria disponibilità a svolgere tale attività, quando possibile, secondo criteri di rotazione al fine di garantire un’equa partecipazione del personale alle attività. Per le modalità operative di individuazione del personale di supporto si rinvia al successivo art. 8 “Personale di supporto”;
incongruenze:
a) Rispetto alle prestazioni erogabili in regime ALPI, dalle categorie professionali a cui i CCNL ne danno la facoltà, la normativa precisa che devono essere prioritariamente definiti i “volumi di attività” realizzati in regime ordinario e quindi i modelli organizzativi in uso e l’equipe assistenziale che le sviluppa. Non si rileva, allo stato, che le Aziende sanitarie pugliesi abbiano definito modelli organizzativi in cui si evidenziano i volumi di attività e il personale che li sviluppa. Ciò detto l’Infermiere è sistematicamente parte dell’equipe che eroga le prestazioni classificate in ALPI e certamente, stante il suo profilo professionale, non può essere definito una Figura di supporto. A prescindere dai contenuti professionali che esprime l’infermiere nell’ordinamento sanitario esiste la “figura di supporto” che è rappresentata dall’O.S.S.
b) Il CCNL della Dirigenza Medica, effettivamente assegna agli stessi la facoltà di scelta del personale sanitario infermieristico eccetera per realizzare le prestazioni in ALPI, tuttavia, atteso l’attuale condizione professionale e occupazionale degli Infermieri pugliesi, andrebbero individuate forme di coinvolgimento e di incentivazione al lavoro più flessibili e che evitino forme di discriminazioni osservate costantemente nell’applicazione dei regolamenti aziendali dell’ALPI .
Articolo 8 “ personale di supporto” (Infermieri, Ostetriche e personale tecnico e di riabilitazione).
Incongruenze:
a) La titolazione è decisamente inopportuna e mi si perdoni il termine, “indigeribile”, per la professione sanitaria di Infermiere per quanto già precedentemente osservato. Basterebbe, se si vuole, cambiare semplicemente la preposizione semplice (di) in (a) che cambierebbe di significato assumendo ben altra connotazione formale.
Ancora più significativo e corretto sarebbe titolare l’articolo nel modo seguente:
Infermieri, Ostetriche e personale Tecnico e di riabilitazione nell’ambito dell’ALPI.
b) È significativamente incomprensibile il seguente capoverso: (omissis … sono escluse dai criteri di rotazione del personale quelle attività che richiedono una specifica competenza professionale del personale di supporto…) atteso che le attuali
“competenze professionali degli infermieri” e le aree di esercizio professionali sono
in disponibilità di tutti coloro i quali hanno il titolo abilitante all’esercizio professionale. Non risulta che la regione abbia, in alcuni regolamenti e nelle delibere di accreditamento delle attività sanitarie, previsto forme di “competenze specialistiche”, che scrivente tuttavia auspica, per gli Infermieri…”
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