Una tragedia è stata sfiorata ieri pomeriggio nel campo da calcio a 5 della frazione di Ponte a Elsa, in provincia di Empoli.
«Aspettate un attimo». Queste sono state le ultime parole pronunciate dal giovane portiere, prima di accasciarsi al suolo tra i pali che avrebbe dovuto difendere.
E’ rimasto immobile per interminabili secondi ed il suo cuore ha smesso di battere.
Il gelo è sceso tra i partecipanti della partita durante il torneo di calcetto estivo organizzato mercoledì sera
I calciatori, in preda al panico, sono accorsi alla Festa de L’Unità, a due passi dal campetto.
«Aiutateci, un ragazzo è svenuto. C’è un medico?».
Al disperato appello ha risposto Luisa Giorgi, infermiera del 118, e con lei altri volontari della Pubblica Assistenza di Montelupo Fiorentino e della Croce rossa di Ponte a Egola, lì presenti.
Accorsi al campo, hanno iniziato le manovre di rianimazione cardio-polmonare in attesa dell’arrivo dell’ambulanza per la successiva ospedalizzazione.
Il giovane è stato immediatamente stabilizzato e ricoverato in rianimazione, per fare chiarezza sulle cause determinati l’arresto cardiaco.
La serata avrebbe potuto avere un esito drammatico se non fosse intervenuta tempestivamente l’infermiera insieme ai volontari del soccorso.
«Ho solo fatto il mio dovere – taglia corto l’infermiera del 118, in quel momento in ‘borghese’ – Non mi sento assolutamente un eroe. Ero a cena con i miei figli e mio marito, al termine di una giornata trascorsa al mare dopo il turno di notte.
Aspettavamo che iniziasse il match di improvvisazione teatrale alla Festa de L’Unità, quando è arrivato un uomo che chiedeva aiuto».
Udite le grida, infermiera e volontari hanno immediatamente abbandonato le sedie.
«Abbiamo avviato il massaggio cardiaco – racconta Giorgi – mentre altri recuperavano il defibrillatore negli spogliatoi. Ho sistemato le piastre e, dopo l’ok alla defibrillazione precoce da parte dell’apparecchio, ho scaricato».
Il cuore del 26enne ha ripreso a battere e poco dopo è riapparso un respiro spontaneo.
«Tutto è andato per il verso giusto – commenta l’infermiera 38enne, empolese, dal 2012 in forza al 118 – In certi casi, i soccorsi rapidi sono la chiave. Ma lo è ancor più la presenza del defibrillatore e di qualcuno abilitato a usarlo. E’ questo il messaggio che deve passare, mi raccomando: corsi di abilitazione e dispositivi salva-vita soprattutto laddove si fa sport».
Il paziente è stato trasportato poco dopo le 22 al San Giuseppe, tra le lacrime di sgomento dei presenti. Lacrime, poi diventate di gioia, appresa la notizia che il ragazzo avesse ripreso conoscenza nel reparto di rianimazione.
Lascia un commento