Giovanni Setti, infermiere, era un uomo molto amato. La famiglia ha voluto rispettare quella sua richiesta di diversi anni fa, quando iniziò a combattere con la malattia: pubblicare questa frase, una vera e propria dichiarazione d’amore per la vita, nel suo necrologio.
È apparso sulla Nuova Sardegna ed ha subito attirato l’attenzione di molti lettori: un annuncio funebre molto particolare, in quanto a dare la notizia della dipartita di un signore di 71 anni, Giovanni Setti, è stato lo stesso defunto.
“Sono morto. Peccato, perché è bella la vita!”.
È all’inizio di quella malattia che sì, lo ha ucciso, ma che non sembra proprio essere riuscita a vincerlo, che Giovanni decise di compilare un testamento olografo; uno scritto in cui l’uomo dava delle chiare disposizioni per il suo fine vita: nessun accanimento terapeutico e… Questa frase. Da scrivere nel suo necrologio.
Era un infermiere, Giovanni.
Chissà quante ne ha viste, quante persone ha accompagnato nel trapasso, quanta sofferenza gli ha stazionato accanto durante la sua attività professionale; chissà quanti sorrisi ha regalato ai pazienti. Tutte cose, momenti, vissuti ed emozioni che, così come descrivono i suoi familiari contattati da La Nuova Sardegna, l’uomo ha saputo trasformare in pura solarità e in un attaccamento morboso alla vita.
Buon viaggio, Giovanni.
Alessio Biondino
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