Il dottor Ventriglia insegna agli spettatori di Rai 3 come somministrare farmaci intramuscolo su se stessi sul prossimo illustrando tecniche gravemente errate. Sempre più frequentemente è possibile incorrere in aspiranti infermieri, professionisti improvvisati o dilettanti allo sbaraglio con il sogno di riuscire a fare iniezioni intramuscolari.
Gli infermieri “veri” devono lottare quotidianamente contro abusivi che, oltre a privare di lavoro chi ha conseguito un meritato titolo di studio, mettono a repentaglio la salute delle persone che si affidano alle loro “cure” basate su tecniche tramandate dalla notte dei tempi e spesso, prive di qualsiasi fondamento logico e scientifico. Grazie ad un filmato tanto grottesco quanto superficiale, il dott. Ventriglia ha fornito il suo contributo aggravando la situazione attuale.
Nel corso della popolarissima trasmissione “Elisir”, lo show dedicato alla medicina di Rai 3, il dott. Giuseppe Ventriglia, famoso medico di famiglia, ha rivolto un ennesimo messaggio alla popolazione.
Sabato 26 novembre, il medico ha insegnato a circa 1 milione di spettatori come “farsi o fare un’iniezione intramuscolo”. Il luminare illustra passo dopo passo la procedura utilizzando una mozzarella. Una miriade di errori, grossolani, sono stati impartiti a centinaia di migliaia di persone che, considereranno legge quanto detto da Ventriglia.
“Basta rispettare delle semplici regole” afferma il medico. Analizziamole in dettaglio.
1) “Fai conto di prendere questa mozzarella e di considerare che sia un gluteo: lo dividiamo idealmente in quattro parti. Noi dovremmo iniettare la nostra intramuscolare nel quadrante supero-esterno.”
La sede dorso-gluteale è la sede con il maggior rischio di complicanze a causa della presenza di grossi nervi e vasi sanguigni. L’Organizzazione Mondiale della Sanità non raccomanda la sede dorso-gluteale per la somministrazione di routine.
2) “Prendi la tua siringa, aspiriamo. Cerchiamo di levare l’aria.
Dalle immagini è evidente che l’aria non sia stata rimossa correttamente. È infatti presente nella siringa un quantitativo di aria quasi equivalente al liquido stesso da infondere.
Le moderne siringhe sono calibrate in modo da non prevedere l’uso della “tecnica della bolla d’aria”, ma per somministrare esattamente la dose aspirata nella siringa, pur prevedendo il residuo di farmaco nella siringa e nell’ago. Per questo motivo la pratica dell’uso della bolla d’aria è pericolosa, in particolare per le piccole dosi, in quanto può determinare la somministrazione di una dose doppia rispetto a quella prescritta.
Non viene consigliato al paziente di cambiare l’ago dopo aver diluito il farmaco o aver aspirato il contenuto della fiala. La mancanza di questo passaggio fondamentale potrebbe generare gravissime complicanze tissutali.
3) “Con un colpo secco” inserire l’ago.
Non sarebbe bene istruire il paziente sulla corretta procedura di preparazione della cute? È necessario detergere la sede di iniezione con soluzione alcolica o altri antisettici (clorexidina). Tale operazione riduce la carica batterica ma non è in grado di prevenire infezioni della sede di iniezione.
Non viene consigliata la tecnica del “tratto z”, raccomandata per prevenire la risalita del farmaco nei tessuti sottocutanei.
4)”Provo ad aspirare, non c’è sangue. Possiamo iniettare”
Secondo gli studi l’aspirazione dopo l’inserimento dell’ago per verificare che non vi sia sangue nell’aspirato, nota come manovra di Lesser, non è una pratica raccomandata. Lo era per la sede dorsogluteale (per il passaggio dell’arteria glutea), che però non è più indicata come sede preferibile.
La velocità di iniezione raccomandata è di 10 secondi per ogni millilitro di soluzione da iniettare, non la velocità illustrata nel video.
5) “Con un colpo secco estraiamo”.
Cosa fare dopo aver estratto l’ago? Cosa fare se fuoriesce parte del liquido iniettato o sangue? Occorre massaggiare o non occorre massaggiare? Dove smaltire l’ago e la siringa?
Un’infinità di errori sono stati commessi in un video della durata di 2 minuti scarsi. Una tecnica completamente errata come quella descritta dal dott. Inventriglia può esporre a gravissime complicanze un paziente inesperto che, si sentirà abilitato a somministrare a chiunque qualsiasi tipo di farmaco.
Ci auguriamo che una rete televisiva pubblica con visibilità nazionale quale Rai 3 faccia maggiore attenzione nella realizzazione dei propri programmi, soprattutto quando a farne le spese potrebbe essere la salute di milioni di cittadini.
Simone Gussoni
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