La denuncia dei sindacati: da quando il NUE 112 è stato istituito vi sono ripetuti ed intollerabili problemi tecnici, attese interminabili e un mare di chiamate perse
Tutti uniti contro il Numero Unico per le Emergenze 112: ben sette sigle tra i sindacati degli infermieri, della polizia e dei vigili del fuoco. Il motivo? “La tecnologia all’avanguardia del numero unico di emergenza è soltanto sbandierata”. E gli operatori impegnati nei soccorsi, da quando il NUE è stato istituito, vivono un continuo disagio fatto di caos e perdite di tempo assolutamente evitabili.
Ma sono alcuni dati a essere tanto preoccupanti quanto chiarificatori di questo “flop”: da gennaio 2018 ai primi giorni di luglio, le chiamate al 112 sono state qualcosa come sei milioni, con una media di circa 900.000 chiamate al mese. Il problema è che, almeno secondo la lettura dei sindacalisti, un numero impressionante di richieste di intervento non verrebbero inoltrate ai soccorsi. Reggetevi forte: si tratterebbe del 53,63%! Più della metà!
Un sistema, quello del NUE, che era stato concepito per essere pressoché ineccepibile: tutti gli operatori coinvolti nella gestione delle richieste di intervento, ovvero carabinieri, polizia, vigili urbani, 118 e vigili del fuoco, tutti interconnessi ad una rete virtuale che consente l’interscambio di informazioni. Ma che, nel tempo, ha mostrato delle disastrose lacune: tanti problemi tecnici e attese interminabili (VEDI) in primis; e chi si occupa di emergenza, sanitaria e non, sa benissimo quanto il fattore tempo sia decisivo… E poi, cosa assurda, la difficoltà di localizzare le richieste d’aiuto a causa delle difficoltà di accesso a internet delle centrali operative.
E poi le “chiamate perse”. Già, perché dall’analisi dei flussi di lavoro dei primi tre mesi di esercizio del centro di Grugliasco (Torino), come riportato da La Stampa, è emerso come due terzi delle oltre quattromila chiamate gestite nell’arco delle 24 ore non abbiano mai raggiunto davvero i soccorsi.
Lo scorso giugno anche il presidente nazionale della Società italiana sistema 118 aveva sferrato un duro attacco al NUE (VEDI): “L’Europa non ci ha chiesto di sostituire il numero di emergenza 118 con il 112, ma di affiancarlo. Invece l’Italia ha istituito il Nue e nello smistamento delle telefonate si perde tempo prezioso nel soccorso salva-vita. Ricordo che in caso di arresto cardiaco improvviso per ogni minuto che passa si perdono mediamente il 10% di possibilità di ripristino della circolazione spontanea. Chi di noi è disposto, per un solo minuto perso eventualmente in più nelle operazioni di ‘doppio passaggio’ tra 112 e 118, che proprio nessun legislatore europeo ci ha chiesto di perdere, in qualsiasi modo, in quei momenti terrificanti, a cedere quel 10% di possibilità di tornare a vivere? Come negli altri Paesi Ue, torni ai cittadini la possibilità di accesso diretto al Sistema di Emergenza Territoriale 118”.
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