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Gli infermieri vanno in ferie: interi reparti costretti a chiudere per mancanza di personale

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Gli infermieri vanno in ferie: interi reparti costretti a chiudere per mancanza di personale
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Le ferie programmate di decine di infermieri hanno messo in ginocchio l’ospedale Molinette di Torino, costringendo la struttura ospedaliera a chiudere interi reparti pur di non incrementare l’organico ridotto all’osso

Nei mesi di luglio e agosto saranno complessivamente 24 i posti letto tagliati per permettere al personale di poter beneficiare delle ferie che spettano loro di diritto.

La decisione dell’azienda di chiudere interi reparti in vista del periodo estivo è stata criticata da molti. Chiara Rivetti, segretario regionale del sindacato Anaao, ha attaccato tale manovra: «Chiudere quei letti in maniera preventiva è stato un errore».

Anche il neo assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi non ha dubbi: «Chiudere i reparti per consentire le ferie al personale dovrebbe essere l’estreme ratio».

La routine attuata potrebbe creare vere e proprie problematiche per la salute, considerando che nell’estate 2018 l’attività sanitaria era calata del 20 per cento mentre quest’anno c’è stato un aumento di accessi in pronto soccorso.

«Non siamo andati in crisi — precisa il direttore sanitario delle Molinette, Antonio Scarmozzino — certo, però, abbiamo avuto problemi nei ricoveri e abbiamo requisito letti per i pazienti di medicina anche in chirurgia».

Tornerebbe pertanto di assoluta attualità la tematica delle assunzioni di personale. Nel mese di maggio la Città della Salute ha approvato una delibera per reclutare 11 infermieri a tempo indeterminato, che sono quelli mancanti per dimissioni o pensionamenti. Gli altri 19 non ci sono a causa di maternità, mutue e permessi vari.

«Quest’ultimo è un altro tema spinoso su cui stiamo lavorando — spiega Giovanni La Valle, direttore sanitario della Città della Salute —. Intanto, abbiamo accelerato le procedure per garantire l’arrivo degli undici infermieri garantendo il turn over».

Il problema è che i tempi sono lunghi. Da quando parte la lettera di assunzione a quando un nuovo infermiere entra effettivamente in servizio passano, come minimo, quaranta giorni.

E, infatti, il sindacato delle professioni infermieristiche Nursing Up racconta che a oggi solo una persona delle undici è arrivata in reparto. Per le altre ci vorranno altri dieci giorni.

«Ma, comunque, i nuovi arrivati non saranno sufficienti per far sì che la diminuzione dei posti letto in estate sia più limitata o non ci sia proprio, aiutando i pazienti — spiega il segretario del Nursing Up, Claudio Delli Carri —. Perché questo accada bisognerebbe assumere tutti e trenta gli infermieri che non ci sono e occorre l’autorizzazione della Regione».
L’altro sindacato degli infermieri, il Nursind, aggiunge: «Il tetto di spesa del personale dell’azienda — dice Francesco Coppolellaè troppo basso».

Si parla di 523 milioni di euro all’anno. Un vincolo che la dirigenza della Città della Salute, ora, spera di poter discutere con la nuova giunta regionale.Ma mentre il sovraffollamento tra pronto e reparti rimane.

E l’Anaao si arrabbia. Secondo la sigla che rappresenta i medici, l’azienda avrebbe potuto organizzarsi in anticipo e meglio, visto che ricoverare i pazienti medici in chirurgia è una soluzione tampone che mette a rischio tutto il personale sanitario.

«Le persone che non devono essere operate ma vengono ospitate in chirurgia non si trovano nel loro setting ideale — sostiene Chiara Rivetti — per non parlare dei parenti che devono girare l’ospedale per trovare il medico che ha seguito il loro caro».

 

 

Simone Gussoni

Fonte: Corriere

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