La Società italiana di pediatria ha organizzato una diretta sulla propria pagina Facebook per smontare alcune fake news e fornire informazioni precise.
“Ci sono tante inesattezze sul vaccino, frutto di informazioni e comunicazioni improprie. È importante che i genitori si affidino a fonti autorevoli e ufficiali per la vaccinazione dei propri figli”. Così Rocco Russo, coordinatore del Tavolo tecnico per le vaccinazioni della Società italiana di pediatria (Sip), nel corso di una diretta sulla pagina Facebook della stessa Sip, organizzata per rispondere alle domande degli utenti.
“Perché vaccinare anche i soggetti che hanno avuto la malattia?“, è una delle domande. Russo ha spiegato: “Perché il Covid non dà un’immunità permanente. Significa che il soggetto può essere esposto a una nuova infezione. Per questo le autorità sanitarie raccomandano la vaccinazione, che non indebolisce ma anzi rafforza la risposta immunitaria dell’individuo. Con l’offerta vaccinale anti-Covid, che all’inizio si diversificava da un Paese all’altro, si è partiti dalle categorie più vulnerabili e via via si è scesi alle fasce di età più giovani. Dobbiamo quindi evitare che il Sars-CoV-2 si replichi tra i più giovani e si creino nuove varianti esattamente attraverso la somministrazione. Questa è una delle buone ragioni per cui vaccinare gli adolescenti”.
Rispondendo a uno dei quesiti dei genitori che si basa su una notizia falsa, ovvero che la vaccinazione degli adolescenti tra i 12 e i 14 anni viene sconsigliata, Russo ha detto: “Non è assolutamente vero che il vaccino negli Stati Uniti sia raccomandato solo a chi ha più di 14 anni. Nella fascia 12-17 anni gli Stati Uniti hanno vaccinato oltre il 40% dei ragazzi con una dose e circa il 30% con due dosi. Numeri analoghi, peraltro, a quelli italiani”. La disinformazione sul vaccino si scontra quindi con i numeri che lo stesso Russo cita: “La vaccinazione in Italia, tra i più giovani, sta andando molto bene. Su oltre 4 milioni e mezzo di adolescenti abbiamo una copertura vaccinale di 1 milione e mezzo tra i 12 e i 19 anni”.
Anche Susanna Esposito, docente di Pediatria e referente per le malattie infettive di Sip, sottolinea durante la diretta che “la vaccinazione tra gli adolescenti più grandi sta dando ottimi risultati e l’avvio della scuola accelererà ancora di più l’adesione alla campagna”. Non a caso sul sito della Società di pediatria ci sono alcune FAQ per rispondere ai dubbi di famiglie, genitori e medici, proprio per dare riferimenti certi, verificati, scientifici ed autorevoli.
Non solo fake news, però. Russo ed Esposito rispondono anche alle domande sulla simultaneità delle vaccinazioni e sugli effetti collaterali. “La vaccinazione anti-influenzale non confligge con il vaccino anti Covid, anzi viene anche raccomandato alla popolazione pediatrica per evitare il carico delle virosi respiratorie”, spiega Esposito, che aggiunge: “La distanza tra un vaccino e l’altro è di due settimane, ma l’American Academy of Pediatrics ha promosso anche la vaccinazione simultanea per recuperare le vaccinazioni convenzionali perse durante l’anno”.
Su cosa controllare nel post-vaccino di un adolescente, Russo risponde: “La sintomatologia più comune è legata al dolore nella sede di inoculo o un lieve rialzo febbrile, manifestazioni che sono comunque di breve durata. Se dovessero invece comparire manifestazioni come dolore toracico, affanno, è bene contattare il proprio medico“. A tal proposito Esposito sottolinea: “La cefalea è un effetto collaterale post vaccino ma si può fare la seconda dose anche se questo effetto è stato presente dopo la prima somministrazione: non è detto infatti che si presenti nuovamente dopo il richiamo. In tal caso si può ricorrere al paracetamolo”.
A una mamma che invece chiede se dovrà far fare la terza dose per un bambino diabetico, Russo risponde: “Al momento è prevista solo per alcune categorie, trapiantati e malati oncologici, vedremo più avanti se sarà necessario anche per ragazzi con una cronicità come il diabete. Nel tempo tutti probabilmente faremo la terza dose, ma è importante che ci si protegga con il vaccino laddove non si è ancora ricevuta la somministrazione e se si è care-giver di un ragazzo con una patologia.“.
Infine, ai quesiti dei tanti genitori sui presunti rischi di miocardite per gli adolescenti sottoposti a vaccino, Russo risponde: “Serve monitorare il bambino o l’adolescente nel caso di manifestazioni di sintomatologie tipiche della miocardite. È stato riportato un numero molto ridotto di tali problematiche, la maggior parte di questi bambini è stato trattato a casa e non c’è stato alcun decesso. Resta un’allerta per manifestazioni serie post-vaccinazione, il genitore deve essere informato e non sottovalutare alcun sintomo. Nel caso ci siano sintomi importanti quali il dolore toracico o una difficoltà respiratoria, associata a rialzo febbrile, sarà bene rivolgersi al proprio medico. A fronte dei dati emersi però, negli Usa, dove hanno vaccinato di più, i benefici del vaccino restano superiori ai casi rari e risolvibili di miocardite“.
Redazione Nurse Times
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