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Fuga dei medici dal pronto soccorso di Cecina, Livorno. Da settembre 10 in meno su 16

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L'importanza del lavoro d'equipe tra infermiere e medico nel sistema emergenza urgenza
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Molti dei medici, oltre al servizio di emergenza urgenza 118 svolgono la loro attività nel pronto soccorso di Cecina. In un documento inviato ai dirigenti della Asl agli inizi di luglio annunciano il loro rifiuto a svolgere i turni in pronto soccorso. Tra i 10 medici che lasceranno il pronto soccorso c’è Riccardo Ristori, medico del 118 livornese.

“Anche io sono fra quei 10 medici su 16 che da settembre lasceranno il Pronto Soccorso.

La storia di noi 10 è molto simile a quella di pochi altri che da anni mandano avanti alcuni Pronto Soccorso della Toscana. 

Il tutto è cominciato una quindicina di anni fa…

La scuola di specializzazione in medicina d’emergenza urgenza ancora non c’era, eravamo veramente gli albori del nuovo modo di fare questo lavoro. 

Molti di noi arrivarono al 118 con un corso scarsamente adeguato, chiamato corso DEU, e in pochi ci facemmo convincere dagli allora Professori delle scuole di specializzazione, ad iscriverci ad un master triennale tenuto nelle Università Toscane. Una volta finito il master ci avrebbero dato la possibilità di fare un biennio dentro i PS e prendere il titolo di specialisti. Il master era fatto piuttosto bene, eravamo affiancati dagli specialisti in medicina d’emergenza dell’Harvard, ed alcuni di noi, me compreso, sono stati anche a Boston per seguire alcuni stage ricchi di qualità. Finito il triennio, ci assicurarono che il nostro programma di studi, stava per essere valutato presso una fantomatica commissione europea per passare poi al percorso formativo in specialità! e noi scemi che ci abbiamo creduto… (un po’ come i neolaureati che stanno per essere “assunti” nei PS di tutta Italia).

Sembra incredibile ma una decina di anni fa, eravamo anche troppi e per riuscire a completare l’orario, giravamo tutte le strutture della  ex ASL 6; in alcuni mesi non si riuscivano a sfiorare nemmeno le 100 ore al mese, per cui alcuni hanno stretto i denti, altri cambiato lavoro, altri hanno iniziato a farsi strada verso la libera professione.

Poi i medici iniziarono a scarseggiare, pertanto ci offrirono un contratto in convenzione, a poco più di 20 euro lordi l’ora per lavorare di giorno, di notte e durante i festivi, in cui è prevista su base volontaria una turnazione anche in Pronto Soccorso.

In questi poco più di 20 euro non si sono: ferie, malattia, infortunio, gravidanza, trattamento di fine rapporto, INPS, protezione legale, ecc.

Eppure al pari di un dipendente che percepisce il doppio del nostro stipendio noi:

  • eseguiamo intubazioni a sequenza rapida;
  • gestiamo ventilazioni invasive e non invasive;
  • refertiamo ecografie FAST, torace, cuore, addome;
  • inseriamo drenaggi;
  • inseriamo cateteri venosi centrali;
  • refertiamo elettrocardiogrammi;
  • facciamo cardioversioni elettriche o farmacologiche;
  • riduciamo lussazioni e fratture in sedazione;
  • adeguiamo terapie;
  • ricoveriamo o dimettiamo con l’appropriatezza indicata dall’Azienda;
  • redigiamo referti!

Siamo sempre più stanchi delle continue leve emotive sul nostro senso civico, restiamo in attesa di un contratto dignitoso, o come altri saremo costretti a percorrere nuove strade”.

Redazione NurseTimes

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