Il segretario nazionale Filomena Gallo: “Nel nostro Paese dobbiamo ricorrere ai tribunali affinché vi sia equità nell’accesso alle cure, senza discriminazioni di alcun tipo”.
“Il Governo, nel rispondere al question time sul Nomenclatore tariffe fecondazione assistita, ha mostrato completo disinteresse e poca attenzione nei confronti di coppie che chiedono solo di poter fare famiglia in Italia, con la possibilità di accedere a tecniche di Pma a carico del Ssn”. Così Filomena Gallo, segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni.
“Con l’Associazione Luca Coscioni e le associazioni di pazienti – aggiunge -, nel 2017, nel 2019, a febbraio 2022 abbiamo evidenziato al ministro della Salute e al suo predecessore che mancano tariffe idonee affinché nelle strutture pubbliche si applichino tutte le tecniche di fecondazione assistita. Nel nostro Paese, purtroppo, dobbiamo ricorrere ai tribunali affinché vi sia equità nell’accesso alle cure, senza discriminazioni di alcun tipo. Ma il Governo, se volesse, è ancora in tempo per modificare atti redatti e non emanati a beneficio del diritto alla cura di tante persone”.
Sempre Gallo: “Ancora non si comprende come mai l’allora ministro delle Salute, Beatrice Lorenzin, con l’aggiornamento dei Lea nel 2017, abbia escluso le indagini cliniche diagnostiche sull’embrione dai livelli essenziali di assistenza. Omissione mai sanata a danno di tante persone che non possono accedere a questa diagnostica, lecita nel nostro Paese, ma non a carico del Ssn. Non sono stati previsti rimborsi per i donatori di gameti, come avviene nel resto d’Europa, dove pure, come in Italia, la commercializzazione di gameti è vietata e sanzionata, e per applicare tecniche eterologhe nel nostro Paese si importano gameti dall’estero”.
E ancora: “La bozza del Decreto Tariffe, inviata nel dicembre 2021 alla Conferenza Stato-Regioni, è inadeguata poiché prevede costi totalmente insufficienti per la copertura di queste tecniche, e non prevede rimborsi per i donatori. Inoltre il mancato aggiornamento Lea mantiene l’esclusione delle tecniche diagnostiche sull’embrione dalle tecniche di Pma. C’è un tavolo di lavoro al ministero della Salute su questi temi, ma il lavoro prodotto non è stato incluso nella bozza di Decreto”.
L’Associazione Luca Coscioni, l’8 febbraio, aveva diffidato il ministero della Salute e anche la Conferenza Stato-Regioni, chiedendo una modifica dello schema di decreto. Vi è stato poi un incontro con la segreteria tecnica e altri dirigenti. “Buoni propositi espressi, ma di fatto lo schema di decreto è quello all’esame delle Regioni, e non è stato modificato”, conclude Gallo.
Redazione Nurse Times
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