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Coronavirus: facce stremate e preoccupate ma sempre con il sorriso. Una medaglia al valore per infermieri e oss delle zone rosse

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Facce stremate e preoccupate ma sempre con il sorriso: una medaglia per infermieri e Oss che combattono il Coronavirus
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La popolazione italiana sta iniziando a comprendendere quale sia il reale valore degli infermieri e gli operatori socio sanitari in questo particolare periodo storico contraddistinto dalla diffusione del coronavirus.

Sono stati molto ad elogiare la straordinaria tenacia, la passione e la forza del personale sanitario italiano.

Le parole di Rosario Canino, direttore sanitario dell’ASST di Cremona, una delle province più colpite dal Coronavirus, sono state particolarmente apprezzate sui social:

“Meriterebbero una medaglia. C’è chi ha lavorato anche 24 ore. Noi eravamo pronti a un inizio più graduale e nessuno aveva previsto una cosa del genere”.

L’ospedale si è dovuto organizzare per realizzare nuovi posti letto per la terapia intensiva per i pazienti più critici, in costante aumento.

Medici e Infermieri stanno lavorando in maniera egregia, andando ogni più rosea aspettativa, solo per il bene dell’Italia e dei pazienti colpiti dal virus.

“Per la terapia intensiva abbiamo quasi raddoppiato i posti letto” – prosegue Rosaria Canino – “A Cremona da 8 a 13 e nell’altro presidio da 4 a 8 e sono tutti occupati in questo momento. Noi abbiamo allestito un tendone prima del pronto soccorso per evitare la calca e quindi che aumentasse la contagiosità. Questo tendone è stato utilissimo nei primi giorni perché ci ha permesso di rimandare a casa gente che non aveva nulla e far transitare al pronto soccorso i pazienti che necessitavano di qualcosa. I nostri medici e infermieri stanno facendo un lavoro enorme, commovente. Io la sera quando torno a casa stanco morto penso alla giornata trascorsa e quando vado in giro vedo delle facce sicuramente stanche e preoccupate ma col sorriso sulla bocca. Meriterebbero una medaglia”.

Per fronteggiare l’emergenza, l’ASST di Cremona ha richiamato in servizio il personale sanitario andato in pensione, nella speranza che grazie alle misure contenitive, l’epidemia possa finalmente rallentare.

Dott. Simone Gussoni

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