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Esami ematici gratuiti per amici e parenti: indagati Infermieri e Medici

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Presso l’ospedale San Martino di Genova è possibile eseguire le analisi ematiche gratuitamente. È sufficiente essere amici o parenti di un medico, un infermiere o un dipendente del nosocomio.

I furbetti del prelievo ematico però sono stati scoperti dalla direzione sanitaria che ha provveduto a segnalarli alla Procura della Repubblica.

Il pubblico ministero Cristina Camaiori ha delegato le indagini ai carabinieri del Nas aprendo un fascicolo per truffa ai danni dello Stato.

Negli ultimi 12 mesi sarebbero emersi numerosi medici, infermieri e amministrativi che effettuavano liberamente esami ematici di ogni tipo per loro stessi, per i loro amici o per i loro parenti. Almeno 700 esami effettuati nel 2016 sono sotto indagine. Le cartelle cliniche sono state sequestrate dagli investigatori.

L’escamotage utilizzato dai professionisti sanitari sarebbe stato quello di far apparire gli amici come ricoverati in “Day Hospital” o “Day Surgery”.

Giovanni Ucci, Direttore Generale dell’ospedale San Martino IST commenta con amarezza: “Abbiamo avviato provvedimenti di recupero crediti e azioni disciplinari, alcune sono interrotte in attesa delle decisioni della magistratura. Capisco che si possa definire queste abitudini apparentemente molto italiche, ma queste sono abitudini che non vanno bene, danneggiano tutta la comunità e danneggiano il buon nome dell’ospedale San Martino-Ist di Genova, della Liguria e del Paese. Insomma, giustificare non va bene”. Il dirigente conclude: “Il problema non è tanto la somma, quanto il comportamento inappropriato dei dipendenti”.

Gli esami non pagati compiuti dai lavoratori dell’Ospedale San Martino di Genova e dai loro conoscenti sarebbe stata prenotata al computer con password di dipendenti del nosocomio assenti. E’ uno dei retroscena che sta emergendo nel corso dell’indagine sui “furbetti delle analisi“, con ipotesi di forzatura e abusi sul sistema informatico dell’ospedale e dell’istituto di ricerca sul cancro. Le prime stime, ancora da verificare, indicherebbero una cifra approssimativa di circa 800 mila euro per esami non pagati, di cui 80-100 mila per analisi a famigliari e conoscenti dei dipendenti.

Simone Gussoni

Fonti: Il Secolo XIX

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