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Emergenza? Macché… Per molti cittadini il pronto soccorso è solo una “scorciatoia”

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Emergenza? Macché… Per molti cittadini il pronto soccorso è solo una "scorciatoia" 1
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Ecco perché i DEA italiani faticano a occuparsi delle urgenze/emergenze reali.

Da tempo immemore, qui nel Belpaese, ci siamo accorti che molti (troppi) cittadini utilizzano in modo improprio i servizi di emergenza sanitaria. E infatti, ogni volta che arriva la stagione dell’influenza, gli ospedali di mezza (o tutta?) la penisola vanno in crisi, fino al collasso.

I motivi sono tanti. La rete territoriale dei medici di base è insufficiente e costringe a interminabili code per farsi visitare, certo, ma soprattutto… l’indisciplina, che porta gli utenti a ingolfare i dipartimenti di emergenza e accettazione (ma anche il 118) per situazioni che sono ben lungi dal rappresentare un’urgenza o un’emergenza sanitaria.

Perché l’uso del pronto soccorso per effettuare indagini (gratuite), per farsi ricoverare o per avere accesso a qualsiasi altro servizio ospedaliero, rappresenta per gli italiani un must. Anzi, chi non lo fa viene a volte guardato con estremo sospetto, quasi fosse uno stolto o quantomeno uno poco “furbo” (aggettivo che solo qui in Italia ha un significato positivo).

Il 15° Rapporto Ospedali & Salute/2017 dell’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop), presentato in questi giorni in Senato, oltre a evidenziare come il popolo italiano sia sempre più insoddisfatto del proprio Servizio sanitario nazionale (VEDI), ha purtroppo confermato tutto ciò. Ha cioè confermato l’abitudine alla “scorciatoia”, ovvero a recarsi in pronto soccorso senza una reale situazione di urgenza/emergenza. Una scorciatoia usata, senza tentarne altre (ovvero i servizi Asl), “per non perdere tempo” nel 19.7% dei casi. O almeno il 19.7% della gente ha ammesso ciò.

Il 43,9% dei cittadini, non trovando una risposta adeguata e/o rapida nell’ambito della medicina territoriale, va invece a intasare i pronto soccorso. Il 26,8% dichiara poi di andare in ospedale a fingere una qualsivoglia emergenza perché le liste di attesa per le visite specialistiche, gli accertamenti diagnostici o i ricoveri sono troppo lunghe. E a causa di questo problema, di natura indubbiamente culturale, i nostri DEA continuano a faticare per occuparsi delle reali urgenze/emergenze.

Alessio Biondino

Fonte: AdnKronos

 

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