Pubblichiamo il comunicato della Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (FICR), tratto dal sito www.cri.it in seguito alla scomparsa di un INFERMIERE della Croce Rossa in Sierra Leone, impegnato nel centro di Kenema.
La Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (FIRC) esprime profondo dolore per la morte di un membro del personale della Croce Rossa della Sierra Leone impegnato nella lotta contro Ebola.
“I nostri pensieri e condoglianze vanno alla famiglia e agli amici di questo coraggioso membro del personale in un momento particolarmente difficile. Siamo estremamente grati per il suo lavoro e per la dedizione che ha avuto per Croce Rossa e per la lotta contro questa malattia mortale”, ha detto Elhadj As Sy, Segretario Generale della Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.
Il membro dello staff era un infermiere che lavorava presso il centro di trattamento IFRC Ebola a Kenema.
È morto il 13 gennaio scorso ma solo oggi è arrivata la conferma che è risultato positivo al virus Ebola. La Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa sta indagando per capire come l’infermiere si sia infettato e se è successo a casa o durante l’attività lavorativa. Ventinove persone, che hanno avuto contatti con l’operatore deceduto, sono attualmente in fase di monitoraggio per i sintomi.
Al momento 144 persone della Sierra Leone e 19 membri del personale internazionale stanno operando al centro di trattamento della Federazione a Kenema. Dalla sua apertura nel mese di settembre sono stati curati più di 500 pazienti. Questa è la prima morte di un volontario o membro del personale della Croce Rossa in Sierra Leone fin dalle prime operazioni di risposta al virus lanciate nel mese di aprile 2014.
La Croce Rossa segue protocolli molto rigidi per il personale e i volontari, e prende sul serio la loro salute e la sicurezza. Tuttavia, non esiste il rischio zero quando si combatte una malattia infettiva, come Ebola. I volontari e il personale intervengono solo dopo che sono stati pienamente addestrati e hanno l’attrezzatura di protezione individuale, che comprende abiti, guanti, maschere e occhiali.
“La morte di un membro del personale della Croce Rossa sottolinea come coloro che rispondono all’epidemia di Ebola siano in prima linea in questa crisi, rischiando la loro salute e, in alcuni casi, la loro vita, per aiutare coloro che sono affetti dalla malattia”, ha aggiunto Elhadj As Sy.
Con quasi 8.000 casi confermati di Ebola e più di 3.000 morti per il virus, la Sierra Leone è il paese più colpito dall’esplosione dell’epidemia, che sta devastando l’Africa occidentale da più di un anno. Più di 2.200 volontari della Croce Rossa della Sierra Leone stanno lavorando in tutto il paese per controllare Ebola, sensibilizzando le comunità, monitorando i contatti e fornendo quasi 5.000 sepolture.
“Anche se abbiamo visto alcuni segnali incoraggianti, con casi di stabilizzazione in tutto il paese nelle ultime settimane, Ebola è ancora molto reale ed è ancora qui”, ha detto Moulaye Camara, capo della delegazione della Federazione in Sierra Leone. “È fondamentale rimanere vigili nella lotta contro questa malattia, fino a quando non saremo arrivati ad avere zero casi”.
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